In giapponese le chiamano yuru-chara e non sono altro che mascotte create per rappresentare prodotti, eventi, o quartieri delle città. Compaiono sulle tessere della metropolitana, ma anche sui cartoni del latte e i gadget con la loro immagine vanno a ruba.
Hello Kitty cambia papà. Shintaro Tsuji, 92 anni e creatore della gattina più famosa al mondo ha lasciato il suo impero al nipote di 31 anni.
Quaran è la mascotte creata dal governo nipponico per insegnare ai cittadini le regole da seguire per sconfiggere il coronavirus. Un personaggio pacioccone, con una tenuta da supereroe e uno scudo per scacciare il virus.
Lo speciale comprende tre articoli e gallery fotografiche.
Impossibile passare per Tokyo e non visitare Akihabara, il quartiere in cui l'eccellenza del mondo manga e anime ha fatto il suo punto di riferimento. Il quartier generale di tutti gli otaku (come in giapponese si definiscono i nerd, gli appassionati di fumetti e giochi, ndr.) è una delle mete più particolari della città. Qui si trovano palazzi da decine di piani in cui ci trova di tutto, dalle edizioni più recenti di manga a collezioni ormai introvabili, action figures, giochi retro e cafè in cui donne e uomini vestiti da camerieri come se fosse usciti dai cartoni animati servono i clienti chiamandoli "padrone" o "regina".
Ma il Giappone è il Paese delle mascotte. Personaggi che sembrano spesso usciti dai fumetti o animaletti rivisitati con doti particolari vengono posti su qualsiasi tipo di prodotto, dal latte alla tessera della metropolitana. Il motivo? Le mascotte adottano una forma immediatamente riconoscibile e sono così in grado di far identificare un determinato prodotto con più rapidità rispetto alla concorrenza. Ma non solo: i personaggi che caratterizzano oggetti o situazioni diventato parte della cultura e della storia di una città o di una regione al punto da diventare parte della "famiglia" ed essere per questo motivo ampiamente amati.
Non stupisce quindi che ogni volta che questi personaggi appaiono dal vivo (con persone che indossano costumi da personaggi a grandezza naturale per animarli, un po' come succede nei parchi di divertimento) essi siano immediatamente circondati da folle che si accalcano in avanti esclamando "kawaii! (che carino!, ndr.) e fanno a gara per farsi fotografare con loro nelle pose più disparate. I personaggi mascotte oltre che a decorare anche una vasta gamma di prodotti in vendita, dagli articoli di cartoleria ai biscotti souvenir, hanno dato il via a un vero e proprio fenomeno di raccolta degli stessi per collezionarli in ogni forma e dimensione.
A dare il via al fenomeno è stato Hiko-nyan, una figura nel 2007 per svolgere il ruolo da "ambasciatore" del turismo in occasione dei festeggiamenti per il 400° anniversario della costruzione del Castello di Hikone, un Tesoro Nazionale. Tra i più famosi invece compaiono il Fujippi a forma di Monte Fuji della Prefettura di Shizuoka, e Kobaton dalla Prefettura di Saitama, vicino a Nord di Tokyo. Famosissimo anche Gunma-chan, la mascotte della prefettura di Gunma.
Hello Kitty cambia papà
Il fondatore della Sanrio, che ha creato il gattino Hello Kitty nel 1974, si è dimesso e ha passato le redini del suo impero di mascotte al nipote trentunenne. Si tratta del primo cambio di leadership nella storia dell'azienda, che dura da sei decenni.
Il gruppo di Tokyo ha annunciato che Shintaro Tsuji, 92 anni, si ritirerà come presidente e passerà la fiaccola a Tomokuni, che era stato amministratore delegato senior. Per coincidenza, il nuovo capo condivide il suo compleanno del 1 novembre con Hello Kitty, ma ha 14 anni di meno. Diventerà il più giovane amministratore delegato di una società quotata nell'indice Topix di Tokyo. Il nipote succede a Shintaro Tsuji dopo che il figlio, Kunihiko è prematuramente morto a causa di un'insufficienza cardiaca nel 2013.
Secondo la storia ufficiale dell'azienda, Shintaro Tsuji ha creato il precursore della Sanrio, chiamato Yamanashi Silk Center Co Ltd, nel 1960 a Tokyo. Nel 1973 ha cambiato il suo nome in Sanrio e ha creato i suoi primi beni di carattere un anno dopo, utilizzando Hello Kitty e il duo Jimmy e Patty.
Il primo oggetto di Hello Kitty, un portamonete, è stato commercializzato nel 1975 e da allora il personaggio ha adornato tutto, dai treni a proiettile alle borse. Hello Kitty ha persino il suo popolare parco a tema. Con sorpresa dei fan, la Sanrio ha detto che nel 2014 il personaggio di ispirazione felina non era in realtà un gatto, ma una "bambina felice", scatenando il clamore degli utenti di Internet che balbettavano: «Ma ha i baffi!»
Quaran: la mascotte che aiuta a combattere il coronavirus
Naturalmente il Giappone non poteva stare a guardare. E dopo aver scatenato le figure mitologiche, ecco che per combattere il coronavirus e insegnare ai suoi abitanti le regole da rispettare per prevenire il contagio, ha creato una mascotte.
Quaran, che è una versione abbreviata di Quarantine, è stata creata dal Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese e viene identificato come una piccola "fata", ma appare a grandezza naturale quando fa apparizioni pubbliche.
La caratteristica migliore di Quaran è il suo dorso, che ha la forma della lettera 'Q', ovviamente. È stato creato principalmente per promuovere il lavoro dell'Ufficio informazioni sul Covid19. Si dice che la mascotte viaggi in tutto il mondo per evitare che oggetti illegali e pericolosi si facciano strada in Giappone. Da notare gli occhiali a portata di mano di Quaran, che aiutano a individuare le malattie infettive, le importazioni di cibo proibite e altre violazioni, mentre lo scudo è fatto per proteggere i cittadini giapponesi dalle cose pericolose. Come il virus.
Sebbene non si conoscano ancora le tempistiche di riapertura dei voli verso l'Oriente, i tour digitali spopolano sul web e mostrano le bellezze di un Paese che, nell'anno delle Olimpiadi, si è ritrovato ad affrontare per la prima volta l'assenza totale di visitatori dall'estero.
Il gruppo teamLab, responsabile di due musei interattivi a Tokyo, ha dato vita a una nuova installazione completamente digitale a cui tutti possono partecipare. Basta disegnare un fiore.
Il museo dello Studio Ghibli, responsabile per i più celebri film d'animazione giapponesi, ha creato il suo profilo Youtube dove ogni settimana carica video tour virtuali.
Trascorri mezz'ora con una geisha di Hakone tra balli e canzoni. Su Zoom.
A 75 anni dalla distruzione di Hiroshima, visitate il «parco della pace» e partecipate alla cerimonia delle lanterne.
Lo speciale contiene cinque articoli e gallery fotografiche.
A oggi è impossibile fare previsioni sulla riapertura del traffico aereo internazionale. Il Giappone, che in questo 2020 doveva spiccare il volo grazie anche al traino delle Olimpiadi, si è così ritrovato a dover fare i conti con investimenti importanti e una presenza pressoché pari a zero di turisti.
Chi ha avuto modo di visitare Tokyo almeno una volta o di osservare online in diretta l'incrocio pedonale di Shibuya, si sarà accorto come, negli ultimi mesi, il numero di persone che attraversano le strisce pedonali più famose al mondo non sia solo drasticamente calato durante il giorno ma si sia pressoché azzerato durante la notte. Un evento eccezionale per una delle metropoli al mondo che non dormono mai.
Qualcosa di simile lo si può osservare nei templi. Il famoso Fushimi Inari Taisha, preso d'assalto tutto l'anno, oggi è tornato a essere non solo un luogo di pace ma un'oasi naturale incontaminata. I torii rossi che accompagnano il percorso dei fedeli fino in cima alla montagna è deserto nella maggior parte delle ore del giorno. Le levatacce alle 3 del mattino per vedere l'alba e le prime luci del giorno senza la ressa di visitatori da tutto il mondo sembra un ricordo talmente lontano da risultare quasi surreale. Così come è surreale, e a tratti alienante, l'atmosfera che si respira nella famosa foresta di Arashiyama di Kyoto dove il silenzio è interrotto solo dal fruscio delle canne di bambù smosse dal vento.
Per supplire alla mancanza di turisti fisici e aumentare la voglia di Giappone che da qualche anno ha raggiunto anche l'Italia, il Paese del Sol Levante ha pensato di rendere alcune delle sue esperienze completamente virtuali. A fronte di un aumento di casi di Covid, come si registra nelle ultime settimane, il Paese sta cercando di reagire e pensa al turismo che verrà e soprattutto al 2021, visto oggi come l'anno della rivincita e del recupero del tempo perso a causa del virus.
Così, se da una parte musei come il Ghibli, di solito blindatissimi, aprono le loro porte con filmati che ne mostrano le fattezze per la prima volta in assoluto, dall'altra anche ristoranti, parchi di divertimento e negozi offrono sempre più soluzioni virtuali per accontentare i turisti che si sono visti costretti ad annullare il loro viaggio nel Sol Levante.
Dal 12 agosto al 31, per supplire alla mancata e tradizionale parata di Pikachu organizzata nella baia di Yokohama, i fan dei Pokemon potranno partecipare da qualsiasi parte del mondo alla prima edizione della Pokemon Virtual Fest, un evento simile a una fiera paesana, in cui saranno presenti parate, eventi e giochi con come protagonisti gli animali fantastici di quella che, ancora oggi, è una delle saghe più apprezzate del Giappone. Il parco di divertimenti virtuale, assicurano dal social network Cluster (partner dell'evento) avrà attività per tutti i gusti: dalla classica ruota panoramica, un must in Giappone, alle montagne russe e ai giochi sparatutto fino a un'arena, in cui si terranno concerti e battaglie tra Pokemon.
Per gli appassionati di natura e tradizioni, invece, il Jigokudani Monkey Park ha installato molteplici webcam in grado di riprendere 24 ore su 24 le più famose scimmie di Nagano mentre fanno il bagno e si sollazzano nelle acque termali nipponiche. Le onsen, una delle pratiche per eccellenza in Giappone, arrivano così virtualmente sullo schermo dei propri computer con dei bagnanti d'eccezione.
Qualcosa di simile avviene al Sunshine Aquarium di Ikebukuro, a Tokyo, dove quotidianamente, vengono avviate delle dirette su Instagram a scopo didattico e utili a scoprire uno degli acquari più famosi del Paese.
Di grande moda sembrano anche i tour virtuale, oltre a quello del museo Studio Ghibli, per chi sognava di partecipare attivamente al periodo olimpico a Tokyo è disponibile online una visita guidata al Japan National Stadium, una delle strutture principali delle gare olimpiche.
Per chi invece ama lo shopping, il sito di ecommerce Creema.jp spedisce in Italia ogni tipo di prodotto possibile e immaginabile. Ovviamente, il tutto è Made in Japan. Tra gli oggetti più richiesti, complice forse gli obblighi e la voglia di apparire diversi indossando mascherine particolari, vi sono proprio le varianti in stoffa delle classiche mascherine chirurgiche. Un questo ecommerce ne trovetere oltre 150.000 modelli differenti, tutti realizzati artigianalmente in quello che oggi è considerato il mercato online più grande del Giappone. "Creema", nato nel 2010, mette in connessione designer e amanti dello shopping online offrendo oltre 10 milioni di opere originali realizzate da 190.000 artigiani professionisti e amatoriali esperti nella produzione di prodotti innovativi e della cultura tradizionale nipponica.
Insomma, sebbene - per ora - non si possa volare verso l'Oriente e scoprirne le sue meraviglie toccandole con mano, una buona selezione di attività online offrono comunque un'infarinatura importante e utile a far accrescere la voglia di Giappone distanziandosi dal mercato più conosciuto dei manga e del sushi e offrendo, invece, esperienze uniche nel loro genere, a volte estremamente esclusive.
iStock
Diventa parte dell'ultima installazione di teamLab
Il collettivo giapponese teamLab è stato capace di coniugare arte figurativa e tecnologie di realtà virtuale attraverso l'utilizzo di installazioni immersive dall'impatto fortemente spettacolare. I suoi due musei, aperti a Tokyo negli ultimi anni, si sono rivelati un incredibile successo di pubblico e di critica. Basta fare una veloce ricerca su Instagram per trovare oltre 600.000 fotografie scattate per le stanze del museo, tra lanterne illuminate e cascate di luci led.
A causa del coronavirus, Teamlab Borderless e Teamlab Planets si sono trovati costretti a chiudere le porte ai propri visitatori. Un momento ideale per dare ancora una volta sfogo alla creatività e trovare nuovi modi di coinvolgere il pubblico in totale sicurezza. Ed è proprio da queste premesse che nasce la nuova installazione «Flowers Bombing Home» dove chiunque può sentirsi un'artista, anche restando sul divano di casa. «I fiori che verranno disegnati in giro per il mondo fioriranno fino alla fine del coronavirus. Quando la pandemia finirà si disperderanno ovunque. E, nel futuro, i fiori continueranno a fiorire in un'opera d'arte creata appositamente per ricordare questo periodo» hanno dichiarato gli ideatori di teamLab.
Partecipare è semplice. Basta disegnare il proprio fiore partendo da uno dei cinque disegni forniti da teamLab. Si può scegliere di colorare il proprio fiore direttamente da smartphone o anche stampare il foglio e utilizzare matite e pennarelli. Una volta terminato vi basterà fare una foto al vostro capolavoro e caricare la fotografia su flowers-bombing-home.teamlab.art.
Una volta terminato questo processo andate su Youtube Live e cercate il vostro fiore tra centinaia di altri lavori.
休館中特別企画 動画日誌「中央ホール」GHIBLI MUSEUM, MITAKA
Lo Studio Ghibli è il produttore dei migliori film di animazione del Giappone. Hayo Miyazaki ha infatti dato vita ad alcune pellicole di successo mondiale come Totoro, La città Incantata, Principessa Mononoke e Ponyo. Il suo museo alle porte di Tokyo è uno dei luoghi più visitati del Giappone, nonché quello avvolto dal maggior mistero vista la difficoltà ad accaparrarsi un biglietto e l'impossibilità di scattare foto e video durante il tour.
L'emergenza sanitaria ha però colpito anche lo Studio Ghibli, costringendolo alla chiusura. Ecco allora che il museo ha deciso di aprire il proprio canale Youtube in cui una volta a settimana viene pubblicato un breve video tour virtuale per portare i visitatori alla scoperta del museo.
iStock
Incontra una geisha su Zoom
Yumiko è una geisha di Hakone, una piccola cittadina a poche ore da Tokyo famosa per i suoi impianti termali. Yumiko ha iniziato a studiare ballo dall'età di otto anni, ma è anche in grado di suonare lo shamisen (un liuto a tre corde, ndr) e cantare.
In vista delle Olimpiadi di Tokyo, l'azienda GaiaX ha deciso di assumerla per promuovere Hakone ed è lì che Yumiko ha scoperto che proprio in quella città si trovavano circa 150 geishe, il numero più alto di tutto il Giappone. Da qui nasce l'idea di creare uno studio dove organizzare eventi e performance anche per i turisti stranieri, affascinati da questa tradizione millenaria.
«Meet Geisha» si è subito rivelato un successo, ma l'arrivo della pandemia tre mesi dopo ha portato a uno stop forzato degli eventi, e la perdita di uno stipendio stabile per tutte le ragazze. Dal 22 maggio, Yumiko ha così deciso di aprire una piattaforma online dove poter incontrare una geisha e passare mezz'ora con lei restando a casa.
Chi pensava che la pandemia avrebbe rappresentato la fine dell'ozashiki si è dovuto ricredere. Un nuovo approccio ha anche permesso alle geishe di riportare l'attenzione sulle sue abilità artistiche: danza, musica e conversazione.
«Molti partecipanti non hanno mai visto una geisha prima» ha spiegato Yumiko. «Molte sono giovani donne e alcuni clienti coinvolgono anche i loro figli».
I 75 anni della strage di Hiroshima
Sono passati 75 anni dalla distruzione di Hiroshima da parte di una bomba atomica durante il secondo conflitto mondiale. Per onorare il ricordo di tutte le vittime di questa strage - nel rispetto delle norme di distanziamento sociale - l'Hiroshima Peace Memorial Museum ha deciso di collaborare con l'organizzazione Ngos per dare vita a un tour virtuale alla scoperta di quello che resta della vecchia città.
Il tour comprende rendering tridimensionali del museo e degli oggetti che sono sopravvissuti all'atomica, mentre una nuova esperienza multimediale ripercorre quel fatidico 6 agosto. Per visitare il parco della pace di Hiroshima basta andare su Youtube. Tra i video potete ammirare anche la cerimonia delle lanterne che si è tenuta il giorno dell'anniversario.
iStock
Shibuya di notte
Not a vlog, no intrusive faces or talking, pure Japan only. Shibuya is one of Tokyo cities known for various youth entertainment places. you can find here di...
Nella seconda fase del pacchetto per affrontare la crisi da Covid 19, non appena l'ondata del virus si sarà attenuata, verranno attivate misure di incoraggiamento ai consumi, in particolare nel settore dei viaggi e del turismo.
I giapponesi «resuscitano» Amabie, la creatura soprannaturale che sconfigge le pandemie. L'ultima volta era apparsa nel periodo Edo per sconfiggere la peste. Per i meno credenti, invece, ecco Quaran: la mascotte ufficiale della quarantena realizzata dal ministero della Salute nipponico.
Dai musei cittandini all'icrocio si Shibuya passando per un tour tra i più bei sakura del Paese. Per chi ha dovuto cancellare il proprio viaggio ecco un elenco di luoghi da visitare direttamente da casa.
L'emiliano Marco Ferrari vive dal 2005 a Osaka. È il primo italiano ad aver fondato un'agenzia di viaggi in Giappone. Con le attività ferme a causa della chiusura delle frontiere continua a far sognare il Sol Levante agli italiani attraverso i suoi social.
Olimpiadi a rischio anche nel 2021. Il presidente del Cio, Thomas Bach, boccia l'ipotesi di un ulteriore rinvio al 2022: «Impensabile. I Giochi non si possono spostare ancora».
Lo speciale comprende cinque articoli, video esclusivi e gallery fotografiche.
Quasi un trilione di dollari. Cifra impressionante: tradotta in modo meno criptico, è un uno seguito ben dodici zeri, mille miliardi, la metà del Pil annuale italiano. È quanto il Giappone ha deciso di stanziare (naturalmente in yen, ma per comodità useremo il riferimento al dollaro) per famiglie e imprese come risposta-choc all'emergenza Coronavirus, il più grande pacchetto di stimolo mai pensato e realizzato nella storia economica giapponese.
In particolare, a ciascuna famiglia il cui reddito sia sceso a causa della crisi andrà l'equivalente di 2.750 dollari. L'annuncio (insieme con il poderoso stanziamento) è venuto la scorsa settimana dal governo: ora sono in corso di definizione i criteri di assegnazione. Stanziamenti ulteriori sono previsti in generale per le famiglie con bambini, mentre in particolare per le famiglie con più bimbi, che già ricevono assegni e indennità (che in genere si aggirano sui 100 dollari mensili per ciascun bimbo sotto i 15 anni di età), saranno previsti una sola volta ulteriori 100 dollari per ogni figlio.
Quanto alle microimprese, andranno (non in prestito, ma come sussidio) l'equivalente di 18.000 dollari, più un consistente rinvio delle scadenze fiscali (solo quest'ultima voce avrà una "cubatura" superiore ai 200 miliardi di dollari, mentre per il cash alle famiglie lo stanziamento – a sua volta enorme – è circa equivalente alla metà, 100 miliardi di dollari). Alle imprese sarà in particolare richiesto, come contropartita, di non licenziare, e quindi di mantenere positivamente basso il livello di disoccupazione nel Paese. Questo per ciò che riguarda la primissima fase di emergenza.
Scatterà poi una seconda fase del pacchetto di stimolo, non appena l'ondata del virus si sarà attenuata, e che si concretizzerà in un incoraggiamento ai consumi, in particolare nel settore dei viaggi e del turismo. Sarà un'operazione di massa, con coupon di valore assai elevato (fino a 180 dollari a notte) per chi farà prenotazioni attraverso agenti di viaggio, e altre forme di incoraggiamento per chi prenoterà online. Il comparto turistico – va detto – è stato particolarmente colpito dal Coronavirus, con già 42 aziende fallite dopo l'inevitabile decisione di chiudere i confini e le conseguenti cancellazioni. Naturalmente, per questo secondo pacchetto, è incerta la tempistica: il governo vuole fare di tutto per evitare seconde ondate del virus, con i relativi effetti sanitari ed economici.
Va considerato che, oltre al turismo, è stato massicciamente colpito anche l'export giapponese, e un'altra dura mazzata (insieme economica, di immagine e psicologica) è stata rappresentata dal rinvio delle attesissime Olimpiadi.
C'è anche un aspetto di geopolitica nel complesso delle misure annunciate da Tokyo: l'equivalente di 2 miliardi di dollari sono stati infatti specificamente destinati alle aziende che avevano delocalizzato in Cina e che decideranno di riportare le produzioni in Giappone.
Conclusivamente, va detto che l'obiettivo complessivo del pacchetto di stimolo è quello di evitare che la recessione abbia i ben noti caratteri "a L" (quelli per cui il Pil crolla e resta a terra molto a lungo), ma abbia un più rassicurante andamento "a V": una rapida discesa seguita però da una risalita altrettanto veloce.
Un'ultima ma decisiva notazione: tutto questo sforzo (a somiglianza di quanto accade in Usa con la Fed e nel Regno Unito con la Bank of England) è reso possibile dal ruolo di una vera banca centrale, la Bank of Japan, che può agire come autentica prestatrice di ultima istanza.
Daniele Capezzone
Daniela Savatteri iStock
I giapponesi «resuscitano» Amabie, la creatura soprannaturale che sconfigge le pandemie
Tra sacro e profano.
In Giappone lo stato di emergenza è stato annunciato solo poche settimane fa. Da fine marzo, però, sui social network è iniziato a comparire Amabie una creatura simile a una sirena con i capelli lunghi, un becco e tre gambe. Secondo la leggenda, nell'Ottocento, lo yokai (un qualche cosa simile a uno spettro, a un mostriciattolo, ndr.) apparve al largo delle coste di Kumamoto, in Giappone. Secondo la storia, nella metà di maggio del 1846, un funzionario della città oggi situata sull'isola di Kyushu, scese in mare per indagare sulle segnalazioni di luci incandescenti. Lì incontrò una strana creatura simile a una sirena. «Io sono Amabie che vive nel mare», disse. «Per i prossimi sei anni, ci saranno abbondanti raccolti in tutta la terra, ma ci saranno anche epidemie. Mostra la mia foto alla gente appena puoi». Poi Amabie se ne andò.
La storia circolò sui giornali, divenne una vera e propria leggenda. Amabie venne rappresentata, negli anni a seguire nelle storie del maestro Shigeru Mizuki, fumettista ed esperto di demoni e yokai. Sebbene Mizuki sia morto nel 2015, la sua casa di produzione ha twittato il 17 marzo il suo disegno di Amabie con le parole: “Che l'epidemia moderna scompaia». Questo semplice messaggio ha fatto esplodere su Twitter, Instagram e Facebook due hashtag: #amabiechallenge e #amabieforeveryone. Mentre alcuni utenti, tra cui artisti manga come Mari Okazaki, hanno condiviso dipinti e disegni di Amabie, altri utenti di Twitter sono stati più creativi, pubblicando immagini di ricami, ciotole di udon (spaghetti di grano denso) e cestini da pranzo bento, tutti ispirati dall'apparizione. Alcuni si sono persino travestiti (o hanno agghindato i loro animali domestici) come Amabie e hanno twittato le foto insieme ai loro messaggi di speranza.
Il richiamo al folklore nipponico è stato così forte che ora il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese ha arruolato Amabie per un volantino di sensibilizzazione in cui il demone esorta tutti a «fermare la diffusione dell'infezione».
Per i più giovani e i meno amanti delle storie di fantasmi e spettri giapponesi, il governo ha invece pensato a creare un piccolo supereroe cicciottello che invita tutti a rispettare la quarantena. Quaran, questo il nome della mascotte, è un animaletto (un misto tra un orso e un folletto) con tanto di ali, occhialoni a mascherina e uno scudo per respingere il coronavirus. La sua missione, come ha sottolineato il Ministero della Salute giapponese, sarà quello di essere presente in aree come gli arrivi degli aeroporti del Paese o le stazioni per sensibilizzare il popolo e invitarlo a rispettare le norme governative.
Marianna Baroli
I viaggi diventano virtuali: i sakura si ammirano su Google e i musei si visitano grazie alle tecnologie a 360 gradi
Tra marzo e aprile in Giappone è una vera e propria esplosione della natura. I sakura, ovvero i fiori di ciliegio, sono uno degli spettacoli della natura più apprezzati dai turisti che ogni anno si riversano in ogni angolo del Paese del Sol Levante alla ricerca della fioritura perfetta.
Quest'anno, il governo si è ritrovato costretto a chiudere, in misura cautelativa, fin dalla metà del mese di marzo, ogni tipo di attività o festa correlata alla fioritura. Con l'esplosione della pandemia, sono state migliaia le persone che hanno quindi visto svanire la possibilità di ammirare di persona questo fenomeno che dura di solito poco meno di una decina di giorni.
Per chi non è potuto partire o ha semplicemente nostalgia delle meraviglie del Giappone, una magra consolazione la si trova nella tecnologia.
Google, per esempio, ha inserito su Google Earth, nella collezione Local Guides, il tour virtuale "Cherry Blossoms Around the World" (Fiori di ciliegio in giro per il mondo) per permettere agli utenti di vedere alcuni dei siti di fiori di ciliegio più panoramici. Dieci luoghi selezionatissimi, dagli Stati Uniti alla Corea del Sud partendo, ovviamente, dal Giappone. Il viaggio inizia da dove sono nati i fiori di ciliegio in Giappone, portando direttamente sul vivace lungomare vicino al fiume Meguro a Tokyo. La strada è famosa per essere il punto migliore per godere dei sakura nella capitale giapponese perché permette di camminare sotto 800 alberi coperti di petali rosa. La seconda tappa si questo viaggio è invece pià a Nord, nella città di Miharu dove i cittadini si prendono cura di un ciliegio millenario noto con il nome di Takizakura.
Se invece siete curiosi di vedere come è cambiata la vita nel cuore di Tokyo potete collegarvi, a qualsiasi ora del giorno e della notte, con la webcam puntata sull'incrocio più famoso del mondo: il Shibuya crossing. Noto per le sue strisce pedonali, una delle quali attraversa in diagonale il centro stesso dell'incrocio, è uno dei luoghi più caotici della città. Basti pensare che da qui, si stima, passino ogni giorno circa 2 milioni di persone. Le immagini (che potete osservare anche nel video in diretta in apertura di questo articolo, ndr.) mostrano oggi un'area più tranquilla. Il confronto con le foto che pubblichiamo qui sotto è senza dubbio incredibile.
Per chi avesse voglia di fare una passeggiata, basta accendere il pc e connettersi al sito di Hokuriku X Tokyo: qui è possibile trascorre ore alla scoperta delle bellezze di Tokyo e di Hokuriku, la regione a nord del Giappone, scegliendo tra varie angolature e diverse stagioni. I video panoramici a 360 gradi in realtà virtuale offrono un'esperienza visiva senza precedenti, che trasporta gli utenti tra le strade e gli scorci più belli della capitale del Sol Levante. L'emozione di ammirare la fioritura dei ciliegi da una barca sul fiume Meguro o dal giardino giapponese dell'Hotel New Otani Tokyo è assicurata. Per conoscere un lato più insolito della città, un'altra esperienza immersiva è disponibile QUI, su un portale dedicato alla zona di Tama e alle isole di Tokyo: un traghetto virtuale conduce i viaggiatori all scoperta di un paesaggio tropicale inaspettato, in cui l'intenso blu dell'oceano si unisce a una leggera brezza marina. I video presenti sul sito rappresentano l'evasione perfetta per chi sogna già l'estate.
Per chi vuole invece visitare i musei tokyoti, Google Arts & Culture offre l'opportunità di ammirare le collezioni d'arte di alcuni dei più importanti musei della città, scegliendo tra diverse epoche e correnti artistiche. Tra questi, imperdibili il Tokyo National Museum, il più antico museo del Giappone situato all'interno del suggestivo parco di Ueno, che offre una vasta collezione di opere d'arte e reperti archeologici giapponesi e di altri paesi asiatici e il National Museum of Modern Art, conosciuto anche come MOMAT, che non si rivolge solo agli appassionati di arte, ma offre anche un'immersione nella cultura giapponese. Tra le sue esposizioni si trovano le opere dei principali pittori e artisti giapponesi da fine Ottocento ai giorni nostri, a cui si affiancano grandi nomi internazionali da Picasso a Mirò e da Kandinsky a Modigliani.
Marianna Baroli
L'ìincrocio di Shibuya
Parla Marco Ferrari, il primo italiano ad aver fondato un'agenzia di viaggi in Giappone. Alle 16 la diretta su Instagram per parlare della situazione attuale nel Paese del Sol Levante
È il primo italiano ad aver creato una vera e propria agenzia di viaggio in Giappone. Marco Ferrari, emiliano doc, vive a Osaka dal 2005. Dopo alcune esperienze lavorative nel Paese del Sol Levante ha scelto di aprire la sua agenzia di viaggi. La prima, l'unica, nata dalla volontà di un italiano residente a 10.000 chilometri dal suo Paese natio e dedicata a chi ha intenzione di scoprire il mondo nipponico dal punto di vista di chi, la vita lì, la vive ogni giorno. Marco sui social è conosciuto come MarchinoinGiappone e oggi pomeriggio, dalle 16 (orario italiano) sarà in diretta sulla pagina Instagram della Verità Per commentare l'attuale situazione in Giappone.
In quello che doveva essere il grande anno del Giappone, grazie soprattutto alla spinta data dalle Olimpiadi, le previsioni per chi lavora nel settore del turismo non sembrano essere per nulla serene. Anzi. L'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile ha stimato che le perdite del turismo giapponese, per effetto del coronavirus, nei primi tre mesi del 2020 (con le rinunce già monitorate di marzo), si possono valutare intorno a 1,3 miliardi di dollari. Ad incidere sono stati soprattutto i mancati flussi di turisti cinesi che sul territorio nipponico rappresentano una fetta significativa del 30% dell'intero mercato del Sol Levante.
I dubbi su come si viaggerà in futuro e soprattutto su quando si potrà tornare a muoversi liberamente per il mondo, non conoscono ancora alcuna risposta certa.
Marco puoi raccontarci qualcosa di più sulla tua agenzia?
«L'agenzia è stata fondata nel 2016 ed è registrata nella provincia di Osaka siamo diventati Ltd (ovvero una S.r.l, ndr) a Marzo. In tutto siamo tre persone, io e un altro socio di maggioranza e uno di minoranza, 2 italiani e 1 giapponese. Noi fondamentalmente svolgiamo tutti i servizi che offre un'agenzia in loco: creiamo tour su misura, gestiamo le prenotazioni di alloggi tradizionali (ryokan, minshuku, shukubo, agriturismi e alberghi diffusi) e offriamo anche un servizio di guide giapponesi, con licenza, che parlano anche in italiano».
Come è stato l'impatto con il coronavirus nella tua vita lavorativa?
«Subito forte perché lavorando nel settore turistico ci siamo trovati davanti una situazione dove avevamo a che fare con clienti che stavano per venire e altri che stavano per prenotare la loro vacanza che sognavano da tanto. Abbiamo dovuto gestire tantissime domande su come era la situazione, se si poteva viaggiare, specialmente all'inizio quando ancora non si pensava che il virus arrivasse in Italia. Poi quando la Farnesina ha messo lo stop per viaggiare è stato tutto molto più facile gestire le richieste e le cancellazioni. Per quanto riguarda la mia vita di tutti i giorni ero abituato a incontrare sempre i clienti e quindi sempre in giro, ora sono sempre in ufficio e casa».
Ora anche il governo giapponese ha dichiarato lo stato di emergenza. È cambiato ancora qualcosa?
«Qui la situazione è in continua evoluzione. Fino a ora sono state prese decisione di restrizione non in tutti settori, per esempio mia figlia che è in 4 elementare non può andare a scuola ma mio figlio che è un seconda elementare si. Una contraddizione dal punto di vista mio e di mia moglie e per questo abbiamo preferito che anche lui stesse a casa con noi. Io e mia moglie invece ci alterniamo: per me lavorare da casa è complicato, quindi il pomeriggio cerco di passare qualche ora in ufficio alternandomi con mia moglie visto che l'azienda per cui lavora ha iniziato da questa settimana uno smart working parziale alternando tre giorni alla settimana di lavoro in ufficio e due a casa».
Il popolo giapponese è noto per rispettare le regole. Ma la quarantena giapponese non è una vera quarantena. È un invito a stare a casa, evitare luoghi affollati, ecc. È davvero è così? Hai notato qualche differenza prima/dopo l'annuncio dello stato di emergenza?
«C'è sicuramente meno gente in giro però essendoci libertà, se qualcuno vuole andare a tagliarsi i capelli o al supermercato non si tira indietro. Le passeggiate e le corse non sono limitate. Poi di fatto, essendoci gli uffici, gli enti pubblici e alcune attività artigianali aperte, la gente si reca al lavoro quindi sommandosi con le persone che escono a fare due passi e spesa c'è sempre qualcuno in giro. Devo dire che la situazione cambia la sera, c'è molta meno gente per strada anche perché il governo ha specificato bene di non uscite e andare per locali o feste. Tra i divieti c'è quello di riunirsi in nomikai, ovvero le cene con i colleghi dopo aver finito il lavoro, un'attività molto popolare qui in Giappone».
Marianna Baroli
I Giochi di Tokyo sono a rischio anche per il 2021
Ansa
L'ultima indiscrezione, più che notizia, riguardo i Giochi della trentaduesima edizione delle Olimpiadi, che si sarebbero dovuti svolgere a Tokyo dal 24 luglio al 9 agosto 2020, prima del rinvio al 2021 a causa dell'emergenza coronavirus, è la possibilità di un ulteriore slittamento all'anno successivo, ovvero al 2022.
Un'eventualità immediatamente affrontata e smentita categoricamente dal numero uno del Comitato olimpico internazionale, Thomas Bach, che in un'intervista rilasciata il giorno di Pasqua al quotidiano tedesco Die Welt ha detto: «I nostri partner giapponesi e il Primo ministro mi hanno chiarito che il Giappone non può gestire un rinvio oltre la prossima estate. La disponibilità del villaggio olimpico deve essere garantita, così come tutti gli impianti sportivi. Non si può posticipare tutto ciò indefinitamente come si può fare con un torneo di tennis o una partita di calcio. Non esiste un piano di rinvio, ma sono molto fiducioso. L'Oms sostiene che la nostra scelta di rinviare tutto all'estate 2021 sia stata la migliore».
L'ipotesi dello spostamento al 2022 era già stata presa in considerazione un mese fa, quando ancora il Cio stava cercando di capire il da farsi e prendeva tempo, prima della decisione ufficiale del 24 marzo, giorno in cui è stato comunicato il rinvio al 2021. «Annullare o sospendere, c'erano solo queste due opzioni da prendere in considerazione. Alcuni hanno chiesto di annullare i Giochi, ma arrendersi a queste richieste emotive e cancellare le Olimpiadi avrebbe significato distruggere il sogno olimpico per 11.000 atleti provenienti da 206 comitati olimpici nazionali e dalla squadra olimpica» ha spiegato sempre Bach al Die Welt. Il presidente del Cio ha poi aggiunto: «La nostra squadra e l'Oms ci stanno guidando. L'Oms ha sostenuto la scelta dell'estate del 2021 come nuova data e ha assicurato al Primo ministro giapponese il suo aiuto nel rendere i Giochi un successo. La nostra priorità numero uno, ovviamente, rimane la salute degli atleti e di tutti gli altri coinvolti nei Giochi, oltre a contenere il virus».
È il primo italiano ad aver creato una vera e propria agenzia di viaggio in Giappone.
Marco Ferrari, emiliano doc, vive a Osaka dal 2005. Dopo alcune esperienze lavorative nel Paese del Sol Levante ha scelto di aprire la sua agenzia di viaggi. La prima, l'unica, nata dalla volontà di un italiano residente a 10.000 chilometri dal suo Paese natio e dedicata a chi ha intenzione di scoprire il mondo nipponico dal punto di vista di chi, la vita lì, la vive ogni giorno. Marco sui social è conosciuto come MarchinoinGiappone e oggi pomeriggio, dalle 16 (orario italiano) sarà in diretta sulla pagina Instagram della Verità Per commentare l'attuale situazione in Giappone.
In quello che doveva essere il grande anno del Giappone, grazie soprattutto alla spinta data dalle Olimpiadi, le previsioni per chi lavora nel settore del turismo non sembrano essere per nulla serene. Anzi. L'Organizzazione internazionale dell'aviazione civile ha stimato che le perdite del turismo giapponese, per effetto del coronavirus, nei primi tre mesi del 2020 (con le rinunce già monitorate di marzo), si possono valutare intorno a 1,3 miliardi di dollari. Ad incidere sono stati soprattutto i mancati flussi di turisti cinesi che sul territorio nipponico rappresentano una fetta significativa del 30% dell'intero mercato del Sol Levante.
I dubbi su come si viaggerà in futuro e soprattutto su quando si potrà tornare a muoversi liberamente per il mondo, non conoscono ancora alcuna risposta certa.
Marco puoi raccontarci qualcosa di più sulla tua agenzia?
«L'agenzia è stata fondata nel 2016 ed è registrata nella provincia di Osaka siamo diventati Ltd (ovvero una S.r.l, ndr) a Marzo. In tutto siamo tre persone, io e un altro socio di maggioranza e uno di minoranza, 2 italiani e 1 giapponese. Noi fondamentalmente svolgiamo tutti i servizi che offre un'agenzia in loco: creiamo tour su misura, gestiamo le prenotazioni di alloggi tradizionali (ryokan, minshuku, shukubo, agriturismi e alberghi diffusi) e offriamo anche un servizio di guide giapponesi, con licenza, che parlano anche in italiano».
Come è stato l'impatto con il coronavirus nella tua vita lavorativa?
«Subito forte perché lavorando nel settore turistico ci siamo trovati davanti una situazione dove avevamo a che fare con clienti che stavano per venire e altri che stavano per prenotare la loro vacanza che sognavano da tanto. Abbiamo dovuto gestire tantissime domande su come era la situazione, se si poteva viaggiare, specialmente all'inizio quando ancora non si pensava che il virus arrivasse in Italia. Poi quando la Farnesina ha messo lo stop per viaggiare è stato tutto molto più facile gestire le richieste e le cancellazioni. Per quanto riguarda la mia vita di tutti i giorni ero abituato a incontrare sempre i clienti e quindi sempre in giro, ora sono sempre in ufficio e casa».
Ora anche il governo giapponese ha dichiarato lo stato di emergenza. È cambiato ancora qualcosa?
«Qui la situazione è in continua evoluzione. Fino a ora sono state prese decisione di restrizione non in tutti settori, per esempio mia figlia che è in 4 elementare non può andare a scuola ma mio figlio che è un seconda elementare si. Una contraddizione dal punto di vista mio e di mia moglie e per questo abbiamo preferito che anche lui stesse a casa con noi. Io e mia moglie invece ci alterniamo: per me lavorare da casa è complicato, quindi il pomeriggio cerco di passare qualche ora in ufficio alternandomi con mia moglie visto che l'azienda per cui lavora ha iniziato da questa settimana uno smart working parziale alternando tre giorni alla settimana di lavoro in ufficio e due a casa».
Il popolo giapponese è noto per rispettare le regole. Ma la quarantena giapponese non è una vera quarantena. È un invito a stare a casa, evitare luoghi affollati, ecc. È davvero è così? Hai notato qualche differenza prima/dopo l'annuncio dello stato di emergenza?
«C'è sicuramente meno gente in giro però essendoci libertà, se qualcuno vuole andare a tagliarsi i capelli o al supermercato non si tira indietro. Le passeggiate e le corse non sono limitate. Poi di fatto, essendoci gli uffici, gli enti pubblici e alcune attività artigianali aperte, la gente si reca al lavoro quindi sommandosi con le persone che escono a fare due passi e spesa c'è sempre qualcuno in giro. Devo dire che la situazione cambia la sera, c'è molta meno gente per strada anche perché il governo ha specificato bene di non uscite e andare per locali o feste. Tra i divieti c'è quello di riunirsi in nomikai, ovvero le cene con i colleghi dopo aver finito il lavoro, un'attività molto popolare qui in Giappone».
Nella seconda fase del pacchetto per affrontare la crisi da Covid 19, non appena l'ondata del virus si sarà attenuata, verranno attivate misure di incoraggiamento ai consumi, in particolare nel settore dei viaggi e del turismo.
I giapponesi «resuscitano» Amabie, la creatura soprannaturale che sconfigge le pandemie. L'ultima volta era apparsa nel periodo Edo per sconfiggere la peste. Per i meno credenti, invece, ecco Quaran: la mascotte ufficiale della quarantena realizzata dal ministero della Salute nipponico.
Dai musei cittandini all'icrocio si Shibuya passando per un tour tra i più bei sakura del Paese. Per chi ha dovuto cancellare il proprio viaggio ecco un elenco di luoghi da visitare direttamente da casa.
Olimpiadi a rischio anche nel 2021. Il presidente del Cio, Thomas Bach, boccia l'ipotesi di un ulteriore rinvio al 2022: «Impensabile. I Giochi non si possono spostare ancora».
Digitalizzazione, i rapporti virtuali e l'ampio utilizzo di sex toys, secondo un rapporto Censis, hanno cambiato le abitudini. Anche se siamo in controtendenza: il 33,2% di italiani tra i 18 e i 40 anni ha dichiarato di avere un'attività sessuale molto attiva.
Con meno di 1.000 euro e un visore per la realtà aumentata si può creare l'immagine della donna o dell'uomo con cui si vorrebbero intrattenere pratiche sessuali. Il rischio di stalking e ossessione verso la persona 3d è altissimo.
Lo speciale contiene due articoli.
Quella che nel mondo è conosciuta come «recessione sessuale», ovvero quel fenomeno per cui i più giovani, i millennials, preferiscono fare di tutto tranne che sesso, in Italia non esiste. Pur essendo cambiate le modalità con cui ci si approccia all'attività sessuale, il nostro Belpaese mantiene inalterata la fama che ci vuole, uomini e donne, «grandi amatori». Siamo solo un po' più social, un po' più iperconnessi, ci conosciamo magari attraverso internet e non più al bancone del bar come succedeva fino a 20 anni fa, ma non abbiamo paura di tenerci per mano per strada - come invece succede nell'avanzatissimo Giappone - o di mostrarci in coppia per paura di essere giudicati o tacciati di essere sovraesposti, come nella finta apertissima America.
Secondo il rapporto Censis-Bayer sui nuovi comportamenti sessuali degli italiani, 15,5 milioni di nostri connazionali di età compresa tra 18 e 40 anni ha senza paura affermato non solo di fare abbastanza sesso nel quotidiano ma di esserne soddisfatta e di riuscire a sperimentare una molteplicità di pratiche che affiancano e a volte sostituiscono i rapporti completi. Una cosa forse impensabile 20 anni fa, ma che oggi sembra invece essere qualcosa di così normale da non vergognarsene nemmeno un po'. È un rapporto, quello con il sesso, che gli esperti definiscono «decomplessato» ovvero privo di barriere che fino a una generazione fa sembravano invalicabili.
Ma cosa è cambiato? Innanzitutto la parità di sessi. Fino a qualche anno fa, «fare sesso» era cosa da uomini. Le donne non prendevano l'iniziativa, non ne parlavano e soprattutto si vedevano quasi imposta l'obbligatorietà di consumare rapporti solo ed esclusivamente con il proprio partner. In alcune aree dell'Italia, solo dopo il matrimonio. Oggi tutta questa differenza non esiste più, anzi. I ruoli sembrano essersi completamente capovolti. Una donna che prende l'iniziativa non viene vista come un essere raro, parlare e raccontare non solo le proprie esperienze ma dare consigli pratici e utili su come vivere al meglio il sesso è qualcosa di così normale da aver invaso la vita quotidiana, i social e le riviste. Ma a essere cambiata è anche la visione del sesso. È letteralmente decollata la concezione del sesso legato al piacere, la dimensione molto individuale anche dentro le coppie. Secondo il rapporto Censis-Bayer, è nesso sesso-amore ad aver cambiato volto. Se infatti nella fascia di età tra i 18 e i 40 anni di venti anni fa era molto più stretto, oggi il sesso lo si fa soprattutto per una ricerca spasmodica del proprio piacere. A colpire anche in questo caso è l'evoluzione delle donne: solo 20 anni fa, e parliamo degli inizi del 2000, non degli anni Cinquanta o Sessanta, solo il 37,5% riteneva sesso e amore separabili. Oggi, la percentuale è cresciuta fino al 77,4% e non si distanzia poi così tanto dagli uomini che considerano il sesso senza amore fattibile nell'81,8% dei casi.
Non è dunque vero che i giovani fanno meno sesso, o meglio: è vero che l'età in cui si fa sesso è molto cambiata. Ma chi pratica attivamente la propria sessualità, lo fa tanto e soprattutto con partner diversi. L'83,5% di chi ha tra i 18 e i 40 anni ha avuto esperienza di rapporti sessuali completi, il 6,3% ha avuto solo rapporti incompleti e il 10,2% non ha avuto rapporti sessuali. Tra chi ha avuto rapporti sessuali completi, l'8,4% ha una vita sessuale molto attiva (pratica sesso una volta al giorno), il 33,2% attiva, con rapporti sessuali due o tre volta alla settimana: il 41,6% pertanto ha una vita sessuale intensa. Poi il 27,7% fa sesso una volta alla settimana, il 21,2% meno di una volta alla settimana ma entro i tre o quattro mesi, e il 3,9% ha una vita sessuale rarefatta, cioè pratica sesso una volta ogni cinque, sei mesi o più.
Oggi dal sesso si attendono, e ottengono, piacere più che amore, e poi passione e complicità: la sessualità contribuisce, più e meglio di altre sfere della vita dei giovani, alla micro-felicità quotidiana, così importante in una società percepita come difficile e ostile. Sarà l'avvento di programmi come Tinder, l'ormai quotidianità del porno, l'accettazione di oggetti come i sex toys, ma per attività sessuale oggi si intende sempre più un arco di prestazioni, pratiche individuali e o di coppia, fisiche o mentali distinte e, a volte, alternative ai rapporti completi. Una vera e propria ubriacatura di opportunità raccontata in grande libertà da maschi e femmine: la sperimentazione è la cifra di una sessualità orientata al piacere soggettivo, dentro e fuori le coppie stabili, superando la distinzione tra la sessualità di routine e normalizzata delle coppie stabili e quella tutta passione e novità di solito legata all'infedeltà o alle avventure sporadiche.
Tutto viene rigiocato, dai maschi come dalle femmine, in chiave di piacere soggettivo. E persino un universo controverso e tradizionalmente di fruizione maschile come la pornografia trova ora una collocazione significativa e stabile nella sessualità delle donne giovani e in quella delle coppie stabili.
A non mancare, è l'area no sex. Oggi sono 1,6 milioni gli individui tra i 18 e i 40 anni che mai hanno fatto sesso nella vita, 700.000 non fanno sesso in questo periodo, mentre l'astinenza è capitata almeno una volta a 13 milioni con una durata media di 6 mesi. E sono circa 220.000 le persone tra i 18 e i 40 anni in "coppie bianche", con relazioni affettive stabili ma senza alcun rapporto sessuale.
Adesso il sesso si fa con gli avatar 3d
L'idea è nata qualche mese fa su uno dei forum più famosi degli Stati Uniti: Reddit. Il portale che ospita migliaia di utenti ogni giorno ha assistito alla creazione di un numero sempre più alto di «thread» (pagine di discussione, ndr) dedicati al sesso 3d. L'idea non è certo nuova, il porno in realtà virtuale esiste già da diversi e anni, ma quella promossa su Reddit è un'idea decisamente diversa dal solito.
Il software usato dagli utenti interessati al sesso 3d si chiama Virt-A-Mate e viene utilizzato dai programmatori vr per creare giochi e simulazioni. Un utente ha però spiegato come col tempo abbia iniziato a sfruttare questo programma «per soddisfare le mie fantasie sessuali o replicare incontri sessuali avuti con le mie ex». Avete capito bene. Grazie a una specifica componente di questo software - chiamata Foto2Vam - è possibile utilizzare le foto di una persona in carne ed ossa e creare così un modello 3d identico all'originale. L'unica differenza? L'avatar è completamente nelle vostre mani e potete fargli fare tutto ciò che desiderate.
I giornalisti di Vice hanno per primi raccontato questo nuovo trend, inserendo alcuni dei commenti trovati su Reddit. Ad esempio, un ragazzo racconta come «Foto2Vam mi ha permesso di sentirmi ancora lì» per poi elencare una serie di pratiche sessuali che a oggi svolge virtualmente insieme alle sue ex ragazze (ignare che questo stia accadendo). Un altro utente ha dichiarato che d'ora in poi sarebbe utile chiedere alle ragazze «di posare da più angoli con un'espressione neutra e una luce diffusa per un paio di foto» per poi aggiungere che trova «fantastico modificare la realtà e aggiungere protesi alle tette, etc». Insomma, non c'è niente di meglio che avere completo potere su un'altra persona, che magari ti ha mollato qualche mese prima o ancora meglio non ha mai voluto nulla a che fare con te.
La comunità Virt-a-Mate su Reddit vanta circa 7.600 e sono tanti a offrire avatar su misure per circa 1.000 dollari. Ma basta avere dimestichezza con codici e i maggiori programmi di fotoritocco come Photoshop per imparare a creare il proprio avatar in maniera autonoma. È stata addirittura creata una pagina Wikipedia dove il processo per creare la propria figura è spiegato in maniera semplice e intuitiva. Per modellare una vagina 3d realistica, ad esempio, basta partire da un modello di Renderotica, community e marketplace per il porno 3d. Ma non solo, si possono acquistare anche una serie di modellazioni come «espressioni da orgasmo» a soli 2 dollari, oppure scene più complesse per un massimo di 32 dollari.
I sostenitori di questa pratica sono decisamente restii a parlare del loro nuovo hobby, ma alcuni dei creatori presenti sulla piattaforma di crowdfunding Patreon difendono questa pratica, ritenendo che l'uso di Vam non abbia niente di diverso «da qualsiasi gioco per adulti» o «un busto con l'argilla o fare uno schizzo su un foglio di ricordi e volti» e che i creatori non hanno alcuna responsabilità «se cambiano il nome della persona». In poche parole, basta dare alla tua ex un nome di fantasia e sei libero da qualsiasi senso di colpa. Questa soluzione non vale però quando si tratta di personaggi famosi. Nelle principali community del porno 3d è possibile trovare decine di modelli di celebrità come Emilia Clarke (Daneerys nel Trono di Spade), Natalia Portman, Emma Watson e Nicki Minaj. Il nome utilizzato può essere diverso, ma la loro riconoscibilità è talmente alta che anche uno pseudonimo può fare ben poco, soprattutto quando questo rimanda al vero nome o nei commenti compaiono poi riferimenti espliciti. Sul portale Daz 3d, un avatar dell'attrice Natalie Portman costa soltanto 19,95 dollari. Senza leggi specifiche e con i continui progressi nel campo della realtà virtuale, questo trend non potrà che prendere piede, diventando sempre più coinvolgente e realistico. Sono tanti i sex toys da collegare al proprio visore per un'esperienza davvero realistica. Ma a che prezzo?