Il Pse sta boicottando il memorandum firmato dalla Von der Leyen e dal governo italiano con Kais Saied per frenare gli sbarchi. Josep Borrell briga in vista delle prossime elezioni europee. Intanto la Germania tende la mano: «Giusto controllare cielo e mare».
In Francia Gérald Darmanin «corregge» anche Emmanuel Macron: è un problema di Roma. Alla frontiera al via i lavori per una struttura di accoglienza.
Mark Rutte, Ursula von der Leyen, Kais Saied e Giorga Meloni, in occasione della firma del Memorandum di intesa tra Ue e Tunisia (Ansa)
Per essere efficaci, Washington deve sbloccare il prestito Fmi da 1,9 miliardi di dollari per allontanare Kais Saied da Cina e Russia. E poi serve che tutti i 27 Paesi membri dell’Unione approvino il memorandum: qualcuno (Francia?) può fare uno sgambetto.
Segnale all’esecutivo dalle Regioni del Nord: «L’accoglienza diffusa non funziona».
L’Europa ha cambiato approccio sul tema e vuole un accordo entro il voto nel 2024. Ma sull’accoglienza la Polonia si mette di traverso. E serve trattare con la Tunisia.
La barriera di confine tra Ungheria e Serbia pattugliata dalle forze di sicurezza (Getty Images)
Il centrodestra unito all’Europarlamento riesce a ottenere che le misure sui migranti siano discusse in Aula e non nel trilogo. Il presidente del Ppe, Manfred Weber: «Barriere fisiche necessarie per difendere i confini». E intanto proseguono gli sbarchi.
Il giro di vite ai permessi passa. Ma solo dopo lo stop per accogliere i rilievi del Colle.