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- Cesare Battisti in cella: «Sono malato e cambiato». L'ex Lotta Continua grottesco: «Il carcere è sbagliato». Giorgio Napolitano si intesta la cattura e molla il compagno Lula.
- Il ministero della Giustizia francese: «Valuteremo le domande, se arriveranno». Proseguono le indagini sulla rete di aiuti in Bolivia.
Lo speciale contiene due articoli.
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- Prima del blitz dell'Interpol il latitante Cesare Battisti aveva chiesto l'asilo politico in Bolivia: «Aiutatemi, voi siete una democrazia. In Italia la Cia tortura i prigionieri».
- Il terrorista è sceso dal jet sorridendo alle telecamere, poi è stato rinchiuso. Il Guardasigilli Alfonso Bonafede: «Nessuno può sottrarsi alla giustizia italiana».
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Cesare Battisti era e rimane un delinquente comune. Quando, appena diciottenne, entrò in carcere per rapina, e poi ci ritornò in seguito a condanne che andavano dal sequestro di persona alle lesioni, era un semplice bandito. Non avesse incontrato dietro le sbarre chi con l'idea della rivoluzione gli fornisse la giustificazione politica dei suoi reati, Battisti sarebbe diventato dunque un criminale incallito, furbo e senza scrupoli.
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Il figlio del gioielliere ucciso, rimasto paralizzato nell'agguato, racconta la sua odissea. L'ex terrorista Maurice Bignami: «Per noi comunisti la guerra civile era una cosa accettabile».