Da gennaio a giugno il gruppo ha mobilitato 25 miliardi a sostegno delle imprese. L'impatto sul sistema produttivo è di 333 miliardi.
Il gruppo assicurativo-finanziario Sace, controllato dal ministero dell’Economia e delle Finanze, ha pubblicato i risultati operativi relativi al primo semestre di quest’anno. I dati mostrano una crescita dell’attività di sostegno al tessuto imprenditoriale italiano. Da gennaio a giugno sono stati mobilitati 25,3 miliardi di euro, portando a 138 miliardi il totale degli interventi dal lancio del Piano industriale 2023-2025. L’impatto economico complessivo di questa operatività sul sistema produttivo è pari a 333 miliardi, con oltre 1,8 milioni di posti di lavoro sostenuti, tra nuovi e mantenuti.
I numeri sono in aumento netto rispetto al medesimo periodo dell’anno precedente, con un incremento del 21% nel numero di imprese affiancate (62.000 in totale) e una produttività in crescita del 23%.
Della cifra complessiva mobilitata, il 56% riguarda interventi sul mercato interno; il restante 44% è legato a progetti di export e internazionalizzazione. Queste ultime attività si inseriscono nell’ambito del Piano d’azione per l’export e, in misura crescente, nel Piano Mattei per l’Africa. Dall’avvio del Piano Mattei, Sace ha garantito 2 miliardi di euro, facilitando la realizzazione di circa 16 miliardi in investimenti sul continente africano.
A livello interno, Sace ha introdotto 14 miliardi per sostenere progetti legati all’innovazione, alla transizione digitale ed ecologica, e all’adattamento climatico. Rientra in questa strategia la nuova «Garanzia Growth», una linea digitale di garanzie fino a 50 milioni di euro, frutto del rinnovamento della convenzione con 120 istituti bancari.
L’ente continua, inoltre, a sostenere l’attuazione del Pnrr, per il quale ha finora mobilitato 5,4 miliardi, con ricadute stimate per oltre 26 miliardi di euro in progetti abilitati.
Sul fronte internazionale, l’operatività si è intensificata con l’apertura di nuove rotte per l’export, con una diversificazione geografica cresciuta del 19% rispetto al primo semestre 2024. Il gruppo è attualmente presente in 13 Paesi considerati strategici per il Made in Italy: come Emirati Arabi, Arabia Saudita, Turchia, Vietnam, Singapore, Brasile, Messico, Marocco ed Egitto. A livello nazionale, il gruppo conta undici sedi territoriali, con una rete potenziata che coinvolge oltre 150 professionisti.
L’attività di facilitazione tra imprese italiane e compratori esteri ha registrato 120 eventi nel semestre, coinvolgendo oltre 4.000 aziende, in settori come l’agroalimentare, energetico, meccanico ed ecologico.
Dal punto di vista della solidità finanziaria, Sace ha ricevuto conferma del proprio rating da Fitch, che ha mantenuto il giudizio «BBB». Il profilo finanziario stand alone è stato confermato ad «aa», mentre quello complessivo raggiunge la fascia «aaa».
«Le imprese italiane stanno dimostrando una forte capacità di resistenza e adattamento in un contesto globale incerto. Siamo al loro fianco con soluzioni concrete», ha commentato l’amministratore delegato, Alessandra Ricci. «I risultati del primo semestre rafforzano il nostro ruolo nel sistema economico e sottolineano l’importanza di una gestione prudente e sostenibile».
Veniva spacciato per «extravergine d’oliva». L’operazione antifrode della Finanza nel Leccese vede coinvolti 38 Comuni e indagati tre imprenditori, un calabrese e due salentini.
Olio contraffatto spacciato per extravergine d’oliva, utilizzato per i pasti nelle mense di alunni e anziani. È quanto emerso da un’indagine coordinata dalla Procura di Lecce e condotta dalla Guardia di Finanza. Le indagini erano partite da due distinti sequestri, avvenuti nelle Province di Lecce e Reggio Calabria, che avevano portato al blocco di un impianto di imbottigliamento e al sequestro di oltre 6.000 litri di olio, venduto con la dicitura «extravergine d’oliva». Le analisi chimiche, però, hanno rivelato una realtà diversa: l’olio era in parte composto da semi di girasole, in parte da olio lampante, inadatto quindi al consumo umano e generalmente utilizzato solo a scopi industriali.
I sequestri sono stati il punto di partenza di un’indagine che ha scoperchiato uno schema più ampio. Gli accertamenti della Compagnia di Gallipoli hanno infatti interessato 38 Comuni della provincia di Lecce che, negli ultimi anni, avevano affidato i servizi di refezione scolastica e per anziani a una società ora al centro dell’inchiesta. L’approfondimento investigativo ha fatto emergere un sistema di frode commerciale e nelle pubbliche forniture. Nei 25 centri cottura della società sotto indagine, al posto dell’olio extravergine o biologico previsto dai contratti, venivano impiegati oli di categoria inferiore, privi di tracciabilità o addirittura olio di semi, per un totale stimato di almeno 38 tonnellate nel biennio 2023-2024.
L’olio «taroccato» sarebbe stato fornito a prezzi stracciati da un imprenditore calabrese risultato in rapporti diretti con i due titolari salentini della ditta. Secondo gli inquirenti, gli imputati avrebbero consapevolmente ingannato non solo le amministrazioni comunali, ma anche centinaia di famiglie, bambini e anziani ignari di ciò che consumavano quotidianamente.
Nei giorni scorsi, la Procura ha emesso l’avviso di conclusione delle indagini preliminari e informato tre persone fisiche (i due imprenditori salentini e l’imprenditore calabrese) oltre a una società di capitali, contestando loro i reati di frode nelle pubbliche forniture, frode nell’esercizio del commercio, vendita di sostanze alimentari non genuine come genuine e contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari.
Agricoltura, Fidanza: «La Ue dipende troppo da fertilizzanti di paesi terzi, puntare sul digestato»
Lo ha detto l'eurodeputato di Fratelli d'Italia Carlo Fidanza, a margine dell'evento al Parlamento europeo «Da rifiuto a risorsa: il ruolo del digestato tra zootecnia, energia e agricoltura».