2022-12-11
Attacchi al governo sul tabacco pure se si allinea agli standard Ue
«L’Espresso» sostiene la tesi di un player del mercato: subito più tasse sul riscaldato.Ogni anno il governo è impegnato a chiudere la manovra e ogni anno le multinazionali del tabacco partono lancia in resta. O si attaccano tra di loro o attaccano il governo. Risultato scontato articoli di giornale o magazine come in questo caso. È infatti andato online un articolo de L’Espresso che attacca la multinazionale Usa Philip Morris e il Mef accusando la struttura operativa del viceministro Maurizio Leo di aver imbastito un articolo della legge Finanziaria mirato a far risparmiare milioni di tasse al produttore delle celebri Malboro e del prodotto riscaldato iQuos. Il riferimento è all’articolo 28, poi rinumerato in 29, del testo che mira a rivedere il prelievo sulle sigarette tradizionali e su quelle innovative. Secondo i giornalisti de L’Espresso lì dentro ci sarebbe un regalo, cioè un minore prelievo di 161 milioni nel triennio per i produttori del riscaldato e, siccome gli americani hanno una quota maggioritaria del mercato, il beneficio sarebbe da intestare a loro. In pratica, la precedente legge di bilancio aveva previsto un prelievo già dal 2023 al 40% contro il 35 di quest’anno. Inoltre, si legge sempre nell’articolo, i produttori di sigarette tradizionali si vedranno subire un prelievo extra di oltre 800 milioni. Qui in estrema sintesi, la tesi de L’Espresso il quale nella stesura omette però alcuni importanti dettagli. Il primo è che sul lungo termine il gettito salirà ben oltre l’asticella fissata da Mario Draghi. Secondo, le scelte del governo Meloni sembrano mirate per la prima volta a riallineare il comparto alle direttive europee e alle best practice. Sulle bionde punta a riallineare le tasse a quelle degli altri Paesi, spostando il prelievo della cosiddetta minima dall’11% attuale al 18% e, per quanto riguarda il tabacco riscaldato, immagina un percorso di nuove tasse fino al 41% nel prossimo triennio. Tradotto in parole parole l’esecutivo si è dato alcuni obiettivi politici. Tassare di più le vecchie sigarette e accompagnare i nuovi prodotti verso un percorso di crescita e di sviluppo inclusa la possibilità di non bastonare chi utilizza manodopera e prodotti tricolore. Da qui la progressività del prelievo, anche se - ahinoi -ha deciso di andare ben oltre la media Ue. Non a caso sia Philip Morris che Bat stanno mettendo a terra investimenti anche in termini di assunzioni. L’Espresso sembra invece concentrarsi solo sul 2023, come se una strategia si esaurisse in un anno. La cosa più strana è che sembra sostenere la stessa tesi di uno dei player del mercato: Bat. La multinazionale Uk lo scorso 25 novembre fece diffondere una agenzia nella quale si contestata le scelte «nel metodo e nel merito» dell’esecutivo impegnato a fare una riforma senza coinvolgere le parti. Con una uscita mai vista prima, Bat scrive che il governo non sa come incassare le tasse e suggerisce di tassare di più il settore del riscaldato. Anche questo un concetto inusuale. Bat ha una quota di mercato del riscaldato e non si è mai visto prima una società che chiede di pagare di più. Evidentemente dietro c’è un tema di strategie. Tutte più che legittime, ma che è ardito voler far coincidere con quelle di un esecutivo. Detto questo, i numeri vanno visti nel lungo termine e ci sembra che la strada porti in una direzione di maggior prelievo in tutti i casi. Noi non ne gioiamo. Non vorremo mai tasse. Ma, se bisogna scegliere politicamente, ha senso puntare su ciò che può impattare meno sui costi futuri del welfare. Ciò che è buffo è che anche quando un governo di centrodestra si adegua alle direttive europeo è comunque destinato a finire nel mirino di una testata di sinistra. Il Mef ieri ha risposto ribadendo la posizione, ma spiegando che è aperto ai suggerimenti per non disturbare le quote di mercato. Bene. Ma le scelte di fondo tendono al bianco-nero. Non al grigio