2021-10-30
La Manovra scatena lo scontento su ammortizzatori sociali e 110%
Aziende preoccupate per gli oneri da sostenere. Fraccaro (M5s): «Superbonus ucciso».Non sono passate neanche 24 ore dall'approvazione della legge di Bilancio in Consiglio dei ministri che sono già iniziate le polemiche. Le Associazioni che rappresentano la totalità del terziario di mercato, Confcommercio, Alleanza delle Cooperative Italiane, Confesercenti, Federdistribuzione, ieri hanno chiesto un incontro urgentissimo con Draghi e il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, per quanto riguarda l'estensione degli ammortizzatori sociali stanziati nella Manovra. Il premier, durante la conferenza stampa di giovedì, ha spiegato come la legge di Bilancio ha dato vita a un riordino della spesa sociale, estendono gli ammortizzatori anche alle imprese con meno di cinque dipendenti, la Cigs a tutti i datori lavoro con più di 15 impiegati a prescindere dal settore, la Naspi ai lavoratori discontinui e la disoccupazione anche ai collaboratori autonomi e i co.co.co. Modifiche che però non sono piaciute più di tanto a Confcommercio che ha chiesto un incontro a Draghi e Orlando con l'obiettivo di individuare misure che possano mitigare l'impatto dei costi che le aziende dovranno sostenere. «In particolare, le associazioni esprimono forte preoccupazione per la sostenibilità contributiva da parte delle imprese dei nuovi e più inclusivi ammortizzatori», si legge dal comunicato congiunto delle quattro organizzazioni. Sarà, pertanto, necessario - prosegue la nota - garantire un periodo transitorio congruo per l'entrata a regime dei nuovi strumenti, accompagnato da idonee misure di riduzione strutturale del costo del lavoro, come pure un chiaro meccanismo di bonus-malus relativamente al rapporto tra contributi e prestazioni. Ma i problemi per il mondo del commercio potrebbero non limitarsi ai soli ammortizzatori sociali. La Manovra ha infatti tolto fondi anche a diverse misure come il credito di imposta per l'acquisto di beni strumentali e quello per la ricerca e lo sviluppo. Nel caso della transizione 4.0 il governo ha infatti deciso di prorogare la misura fino al 31 dicembre 2025, dimezzandone però le aliquote per l'acquisto dei beni materiali a partire dal 1° gennaio 2023 (20% per investimenti fino a 2,5 milioni di euro, 10% per investimenti da 2,5 a 10 milioni di euro e 5% per investimenti da 10 a 20 milioni). Inoltre, per i beni immateriali è previsto un'ulteriore calo dell'aliquota fino al 10% per il 2025. Novità negative anche per il credito di imposta per la ricerca e lo sviluppo. La misura è sì prorogata fino al 2031, ma dopo il 2022 è prevista una seria riduzione delle aliquote, che passano dal 20 al 10%. Unica nota positiva è il rifinanziamento della nuova Sabatini con 180 milioni per ciascuno degli anni dal 2022 al 2026. Le polemiche attorno alle legge di Bilancio non finiscono però qui. Ieri infatti il M5S si è scagliato contro i governo per come è stata concessa la proroga al Superbonus 110%. «Il testo della manovra mi ha sorpreso negativamente. Ma ho parlato con i miei colleghi al governo e mi hanno assicurato che c'è un tavolo per riscrivere il testo in modo che lo strumento Superbonus possa funzionare ed essere ancora efficace. Confido che questo avverrà. Se il testo uscisse identico a come entrato, sarebbe grave. E sì, avrebbero ucciso la crescita del Paese», dichiara Riccardo Fraccaro, ex sottosegretario a Palazzo Chigi ai tempi del Conte II. Uno dei punti negativi riscontrati dal M5S riguarda l'inserimento di un tetto Isee di 25.000 per concedere il 110% alle villette. Secondo gli esponenti del partito questo limite andrebbe a penalizzare «i tanti cittadini con abitazioni unifamiliari che superano di poco la soglia o non sono certo facoltosi e magari vivono in piccole città o in provincia, dove le abitazioni unifamiliari sono la norma».
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