2021-04-18
Sull’isola di Ischia c’è un tesoro botanico
Nei giardini lasciati in eredità dalla famiglia britannica Walton sono stati coltivati semi di piante e fiori provenienti da ogni angolo del globo. Nel clima mediterraneo prosperano e, assieme a tante meraviglie architettoniche, sono a disposizione dei visitatori.La primavera avanza e attraverso i social si iniziano a intravedere le prime fioriture nei giardini mediterranei. Fra le amicizie virtuali - ma per fortuna in taluni casi coincidono con amicizie concrete, reali - figura Alessandra Vinciguerra, colei che dal 2010 protegge uno dei nostri più fabulosi giardini esotici, i noti Giardini La Mortella di Ischia. Partiamo da una data: 1958. Da qualche anno i coniugi Sir William Walton, compositore britannico candidato all'Oscar, e la moglie, lady Susana, esuberante quanto affascinante signora argentina, hanno acquistato un piccolo agrumeto con una stazione di lecci e cespugli di mirti (o le mortelle, da cui il nome del giardino La Mortella) sul promontorio di Zaro, nel comune di Forio. Lady Walton si rivolge ad uno degli architetti più celebri del tempo, Russell Page, che consiglia alla proprietaria di acquistare piante esotiche e in seguito, dopo alcune visite, disegna le fontane che nel tempo saranno realizzate. In mezzo secolo il giardino viene costellato di centinaia di specie mediterranee ed extracontinentali, in un gioco di sovrapposizioni, intrecci e accostamenti azzardati che rendono il giardino un vero paradiso dell'acclimatazione botanica, non meno di altri eden analoghi come i giardini dell'Isola Bella, sul lago Maggiore, i giardini botanici Hanbury di Palazzo Orengo, a Ventimiglia, oppure gli orti botanici delle università, come quelli di Palermo, Cagliari, Napoli o Catania. Ad ogni viaggio in giro per il mondo Lady Walton acquista semi, piante, fiori, porta tutto quello che può nel suo giardino e cerca di farlo crescere. Molte piante le vengono spedite, instaura relazioni epistolari con botanici, floricoltori, proprietari appassionati come lo è lei.L'isola, negli anni Cinquanta e Sessanta, era molto diversa da quella che possiamo visitare. Poche automobili lungo le strade, i villaggi erano manciate di case, spesso datate, circolavano due corriere e il trasporto degli abitanti quanto dei turisti era assicurato da un numeroso servizio di calessi, ovviamente trainati a cavallo, e infatti al limitare delle strade c'erano numerose maschere di pietra lavica scolpita, tipici manufatti dei cesellatori locali. Quando ci andrete invece incontrerete un traffico, soprattutto in certe stagioni, pari a quello delle ore di punta delle nostre città. Il traghetto da Napoli si prende alle spalle di Castel Nuovo, un'ora e tre quarti, circa, di navigazione prima di sbarcare a Ischia. Il taxi vi accompagna all'ingresso de La Mortella che, come scrissi ne L'Italia è un giardino (Laterza), è «un cunicolo bianco con la scritta “Walton ha vissuto qui", in inglese. Le misure degli spazi ricordano la Costa Azzurra, il Museo d'Arte di Cap d'Antibes, o la Fondazione Maeght a Saint-Paul-de-Vence. O il nostro britannico Museo-Biblioteca Bicknell, a Bordighera. Il senso di un mondo dove l'arte è sacra e riesce a farsi materia quotidiana».Dopo la morte di Sir Walton, nel 1983, la vedova inizia a valutare la possibilità di aprire le porte del giardino a chiunque. Nel 1991 l'apertura, ovviamente finanziata, come tutto il resto, grazie al denaro della famiglia. Sono quindi oramai tre decenni che i giardini La Mortella si mostrano, anzi, si offrono ai sensi dei visitatori.Riassumere in meno di 500 parole tutto quel che merita di essere visto in questo grande giardino italiano è ambizioso, anzi decisamente presuntuoso. Mi limiterò quindi a parlarvi di alcune piante che mi hanno impressionato, e di alcune architetture che sono state inventate appositamente per questo luogo che comunque sia, almeno una volta nella vita, dovreste concedervi il lusso di visitare. Il giardino è verticale: dal cuore basso, densamente vegetato, ci si rialza per risalire ambienti, rocce e visitare altri sguardi, fino alla zona sommitale, da cui guardare il mare, accanto alle tombe dei fondatori. Le architetture: le fontane disegnate dal Page e l'edificio, che ospita il Museo Walton dedicato ai beni e alle opere che ci ha lasciato il compositore, fra i quali la sua interessante biblioteca personale, e un teatrino realizzato da Lele Luzzati, coi personaggi delle opere per il teatro composte da Walton. Nelle varie aree dei giardini ha operato un artista eclettico e britannico, difficilmente lo conoscerete, lo scultore Simon Verity (classe 1945). A lui si deve una splendida bocca aperta e scolpita che figura in molte foto circolanti su Internet, e lo spettacolare, inimmaginabile Teatro del Sole, una sorta di tempio egizio fuori tempo massimo realizzato in cima ad una scalinata. La vita è un trionfo, un fiotto d'acqua sgorga, si fa placida, segue il proprio destino e infine muore, svanisce. Il tempio è suddiviso in tre stanze: la Sala della Nascita, la Sala del Sole, al centro, e la Sala della Morte. Inutile che lo descriva, dovete semplicemente andarlo a visitare.Per quanto concerne la varietà arborea l'albero più corposo è una Chorisia o Ceiba speciosa (tre metri di circonferenza del tronco, a petto d'uomo) arrivata in seme da Buenos Aires, fu raccolta da Lady Walton nel 1983 e piantata con successo. Il tronco verdognolo è costellato di incrostazioni, «mancate conchiglie» (o patelle), veri e propri aculei spinosissimi. Chi ha visitato l'Orto botanico di Palermo ricorderà lo splendido viale costellato sui due lati da molti esemplari di questi «alberi bottiglia», particolarmente gradevoli nel periodo dell'abbondante fioritura. Ricordo poi una Araucaria excelsa o Pino di Norfolk, proveniente dal'Australia, e curiosamente molto diffusa nei giardini delle ville di alcune località del sud Italia. Piante di papiro, felci arboree, cicadacee, aloe brevifolia dai fiori a grappolo rosso corallo, palme della Florida, e una pianta che non conoscevo: detta orecchie di elefante (Kalanchoe beharensis), sudafricana; corteccia rugosa, la sua caratteristica è quella di produrre grosse foglie che sembrano dei fazzoletti ripiegati a metà, o delle orecchie di pachiderma. Ve ne sono alcuni esemplari notevoli lungo la scalinata che porta al Tempio del Sole. Nella Victoria's House, realizzata dal Verity, c'è la famosa fontana con la bocca, mentre in acqua cresce una famiglia di Victoria amazonica, la grande ninfea galleggiante scoperta nel 1801 in Sud America e importata nel 1840 in Inghilterra. Le sue foglie galleggianti possono raggiungere i tre metri di diametro, i grossi fiori bianchi sono luminosissimi. Questi sono soltanto alcuni degli spunti che arricchiscono il ricco panorama delle bellezze che potrete gustarvi andando in pellegrinaggio a visitare questo sogno fattosi realtà.
Charlie Kirk (Getty Images)
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