2022-09-16
Sulle urne italiane plana l’eurofalco «Il Pnrr non si tocca»
Valdis Dombrovskis (Ansa)
Per sgambettare Fdi, Valdis Dombrovskis umilia il collega Paolo Gentiloni, favorevole a posticipare le scadenze: «I tempi restano stretti».Con Valdis Dombrovskis - il vicepresidente della Commissione Ue - azzeccare le previsioni è facile: basta immaginare il peggio, e si hanno ottime probabilità di centrare il pronostico. E così, ieri, a dieci giorni esatti dal voto italiano, Dombrovskis si è fatto intervistare dalla Stampa per recapitare a Giorgia Meloni e al centrodestra un vero e proprio pizzino: ridiscutere il Pnrr è pericoloso, in quanto esiste il rischio di perdere tempo e fondi, e perché - sibila il cerbero lettone - «le tempistiche di attuazione sono molto strette».«Al momento», ha detto Dombrovskis, «ci aspettiamo che gli Stati membri si facciano avanti con una revisione dei loro piani nazionali di ripresa e resilienza in due diversi contesti. Il primo è basato sul fatto che ci sarà una riallocazione dell’ultima tranche di sussidi: di conseguenza, specialmente i Paesi che avranno fondi aggiuntivi dovranno aggiustare i rispettivi piani con ulteriori investimenti e riforme per ricevere le risorse addizionali. Il secondo è invece nel contesto del programma Repower Eu al fine di preparare i capitoli dedicati».Dombrovskis ha pure aggiunto che è in corso di valutazione l’ipotesi di una correzione correlata all’aumento dei prezzi: «Nelle ultime linee guida abbiamo esplicitamente incluso l’inflazione tra le circostanze oggettive che possono ostacolare il raggiungimento dei traguardi o degli obiettivi. In ogni caso, però, vogliamo che la revisione non porti a un abbassamento del livello di ambizione dei piani e non torni indietro rispetto ai traguardi e agli obiettivi concordati».Poi la parte più minacciosa: «Vale la pena far notare che le tempistiche di attuazione sono piuttosto strette. Quindi, anche da quel punto di vista, iniziare a ridiscutere tutto può far rallentare l’attuazione dei piani, con il conseguente rischio di non riuscire a utilizzare tutti i fondi».Morale: «Noi pensiamo che sia importante che ora gli stati si concentrino sull’attuazione dei piani. Quei fondi erano stati concepiti per spingere la ripresa economica post Covid e ora stiamo affrontando un altro rallentamento dovuto all’aggressione russa contro l’Ucraina, quindi è importante che gli Stati membri utilizzino effettivamente quei fondi per sostenere l’economia e per agevolare le riforme e gli investimenti».dirigismoDato doverosamente conto dei virgolettati di Dombrovskis, ci sono almeno quattro aspetti che non convincono affatto nel suo ragionamento. Il primo ha a che fare con l’insopportabile mix di fissità ideologica, presunzione costruttivista e rigidità burocratica dei vertici Ue. Già era folle l’idea di risollevare l’economia europea con un piano statalista (anzi: superstatalista) dettato da Bruxelles, calato dall’alto, centrato su green e digitale, fondato sulla pretesa di «scegliere i vincitori e i perdenti» (cioè di premiare o punire alcuni settori economici) da qui al 2026. Ma che poi - essendo nel frattempo radicalmente mutato tutto il contesto economico - si metta in campo una pregiudiziale indisponibilità a rivederlo, appare francamente surreale. Davvero si procede come se nulla fosse (magari utilizzando le risorse anche in modo improprio, perfino per rotonde e campi da padel, come purtroppo accade in alcuni casi, accanto a opere invece importanti e necessarie), mentre il tessuto produttivo si desertifica a causa dell’emergenza bollette? Il secondo aspetto ha a che fare con una deliberata distorsione delle intenzioni del centrodestra italiano, che non ha chiesto di sfasciare il Pnrr, ma solo di aggiornarlo rispetto al mutato quadro economico. Nella parte meno distruttiva della sua intervista, lo stesso Dombrovskis ammette che l’inflazione verrà inclusa da Bruxelles tra i fattori che possono impedire il raggiungimento degli obiettivi (del resto i costi dei cantieri erano stati ipotizzati con un’inflazione al 2%). E allora perché sparare a palle incatenate contro chi - politicamente - pone questo stesso problema? lite o doppio standard?Il terzo aspetto ha a che fare con la tempistica e il tono polemico dell’intervista, che non può non far pensare a un intervento a gamba tesa in piena campagna elettorale contro un potenziale vincitore «sgradito». E qui il cortocircuito è totale: da un lato Bruxelles denuncia le ingerenze da parte di altri paesi, dall’altra non si fa problemi a praticarle rispetto ad alcuni stati membri, alla vigilia di un voto politico. Il quarto punto che non torna ha a che fare con l’oggettiva differenza tra il tono chiusurista di Dombrovskis rispetto alle richieste di revisione italiane e l’atteggiamento opposto, chiaramente aperturista («Molto interessante») con cui un altro commissario Ue, Paolo Gentiloni, aveva accolto la proposta portoghese di allungare le scadenze del Pnrr, proprio per evitare che l’impennata inflazionistica affossi tutto. Delle due l’una: o c’è uno scontro politico tra Dombrovskis e Gentiloni, oppure c’è da temere che le risposte di Bruxelles mutino a seconda di chi pone una domanda. Un bel sorriso, se la proposta arriva da un governo socialista; una reazione arcigna, se invece arriva da una coalizione di centrodestra.
(Ansa)
Il ministro Guido Crosetto in occasione dell'82°anniversario della difesa di Roma: «A me interessa che gli aiuti a Gaza possano arrivare, le medicine possano arrivare, la vita normale possa riprendere». Nonostante tutto, Crosetto ha ben chiaro come le due guerre più grandi - quella Ucraina e quella a Gaza - possano cessare rapidamente. «Io penso che la decisione di terminare i due conflitti sia nelle mani di due uomini: Putin e Netanyahu».