2024-06-25
Sull’abuso d’ufficio la sinistra fa cagnara usando pure l’Anac. I numeri la bocciano
Il presidente dell’anticorruzione guida l’opposizione al dl Nordio Gasparri: «In due anni meno di 30 condanne per quel reato...».Prime schermaglie parlamentari, per il ddl Nordio che, tra le altre cose abroga, l’abuso d’ufficio, in attesa che nei prossimi giorni si passi alle votazioni vere e proprie, con l’esame degli emendamenti e l’approvazione definitiva, prevista per luglio. Ieri, nell’aula di Montecitorio, ha preso il via la discussione generale, con l’intervento d’apertura del relatore Pietro Pittalis, di Forza Italia, che ha illustrato il provvedimento.Ovviamente, il riaffacciarsi del ddl in aula, dopo l’approvazione al Senato di febbraio, ha rinfocolato le polemiche, in modalità pressoché identiche a quelle di quattro mesi fa. A dare il «la» al nuovo giro di dispute, un’intervista del presidente dell’Anac, Giuseppe Busia, rilasciata alla Stampa, il quale ha indirettamente risposto al ministro della Giustizia, Carlo Nordio, dichiarandosi fermamente contrario all’abolizione, paragonando lo stop al reato di abuso d’ufficio a quello del reato di furto. Gli interventi che hanno fatto seguito alle parole di Busia, sostanzialmente, possono essere divisi tra l’opposizione, che ha fatto leva su di lui per attaccare il provvedimento, e gli esponenti di maggioranza, che lo hanno difeso facendo appello anche alle numerose richieste di abrogazione arrivate dagli amministratori locali, tra cui alcuni del Pd. Nel suo stile, è partito lancia in resta sin dal mattino Angelo Bonelli, di Avs, sostenendo che l’abolizione «è un atto gravissimo», riformando per l’occasione il campo larghissimo col M5s e il Pd (al netto degli imbarazzi dei sindaci, s’intende). Dal fronte della maggioranza, ampia copertura all’azione di via Arenula, come ha testimoniato in Aula il citato Pittalis, ma anche il suo collega di partito Maurizio Gasparri con una nota: «Il presidente dell’Autorità anticorruzione», ha affermato, «non riuscendo a realizzare risultati visibili o utili nella lotta alla corruzione, continua a fare interviste per svolgere il ruolo politico a cui i grillini lo hanno chiamato. Per il reato di abuso d’ufficio», ha proseguito, «nel 2021 furono indagate 4.745 persone e nello stesso anno furono archiviati 4.121 casi. Nel 2022 gli indagati furono 3.938 e si archiviarono 3.536 casi. Per quanto riguarda le sentenze», ha concluso, «nel 2021 per questo reato ci furono 318 sentenze con nove condanne, pari al 2,8%. Nel 2022, solo 18 sono state le condanne, pari all’8,8% delle sentenze, che furono 205». Anche la Lega concorda: la deputata Simonetta Matone osserva che l’abrogazione «è un atto necessario perché i numeri parlano da soli, la norma è stata usata come arma di ricatto nei confronti di amministratori locali e sindaci. Gli strumenti per combattere la corruzione in Italia ci cono e restano inalterati: sono i reati di corruzione, concussione e contro la pubblica amministrazione». Oltre alle norme sull’abuso d’ufficio, il ddl Nordio contiene anche un ridimensionamento del perimetro del traffico di influenze illecite e un giro di vite sulla pubblicazione delle intercettazioni.Mentre l’aula della Camera entrava in rodaggio sul ddl Nordio, a un centinaio di metri di distanza, a Palazzo Chigi, il Consiglio dei ministri licenziava una serie di provvedimenti di rilievo, a partire dal dl infrastrutture che, tra le sue norme più importanti, ha quella in cui si autorizza il Mit ad approvare il progetto esecutivo del Ponte sullo Stretto di Messina «anche per fasi costruttive», invece che «entro il 31 luglio 2024», come recitava inizialmente il decreto del marzo 2023. Per determinare l’aggiornamento del valore contrattuale dell’opera, il dl conferma, invece, quanto previsto dal decreto Stretto e cioè che si deve calcolare il rapporto fra le tariffe del 2023 e quelle del 2021.Per quanto riguarda le concessioni autostradali, si introduce una disciplina di semplificazione transitoria per aggiornare i piani economico-finanziari delle concessioni nel corso del 2024. La disciplina semplificata troverà applicazione per Autostrade per l’Italia, Autostrade alto Adriatico. e Cav. Tra gli altri contenuti degni di nota del decreto Infrastrutture, le norme che razionalizzano le funzioni e i compiti dei commissari straordinari attualmente in carica e istituiscono presso il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, l’Osservatorio sui commissariamenti infrastrutturali.Importante anche il primo via libera del governo allo schema di decreto legislativo che opera un giro di vite su chi viola le regole del mercato del bitcoin, settore sempre più in ascesa ma privo di un adeguato quadro di regole. Il controllo sarà affidato congiuntamente a Bankitalia e alla Consob, con sanzioni che a livello penali possono arrivare a 4 anni di reclusione. Nella conferenza stampa seguita alla riunione dell’esecutivo, infine, il ministro Raffaele Fitto ha informato degli esiti dell’ultima cabina di regia sul Pnrr, che «ha preso atto del raggiungimento dei 37 obiettivi legati alla sesta rata». «Nelle prossime ore», ha proseguito il ministro, «definiremo gli aspetti di dettaglio per inviare entro la settimana la richiesta di pagamento. È stato anche fatto il punto sugli obiettivi della settima rata». «Esprimo un giudizio positivo», ha concluso, «per la collaborazione tra le amministrazioni interessate e i rappresentanti della Commissione in occasione di queste verifiche».
C’è anche un pezzo d’Italia — e precisamente di Quarrata, nel cuore della Toscana — dietro la storica firma dell’accordo di pace per Gaza, siglato a Sharm el-Sheikh alla presenza del presidente statunitense Donald Trump, del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi, del turco Recep Tayyip Erdogan e dell’emiro del Qatar Tamim bin Hamad al-Thani. I leader mondiali, riuniti per «un’alba storica di un nuovo Medio Oriente», come l’ha definita lo stesso Trump, hanno sottoscritto l’intesa in un luogo simbolo della diplomazia internazionale: il Conference Center di Sharm, allestito interamente da Formitalia, eccellenza del Made in Italy guidata da Gianni e Lorenzo David Overi, oggi affiancati dal figlio Duccio.
L’azienda, riconosciuta da anni come uno dei marchi più prestigiosi dell’arredo italiano di alta gamma, è fornitrice ufficiale della struttura dal 2018, quando ha realizzato anche l’intero allestimento per la COP27. Oggi, gli arredi realizzati nei laboratori toscani e inviati da oltre cento container hanno fatto da cornice alla firma che ha segnato la fine di due anni di guerra e di sofferenza nella Striscia di Gaza.
«Tutto quello che si vede in quelle immagini – scrivanie, poltrone, arredi, pelle – è stato progettato e realizzato da noi», racconta Lorenzo David Overi, con l’orgoglio di chi ha portato la manifattura italiana in una delle sedi più blindate e tecnologiche del Medio Oriente. «È stato un lavoro enorme, durato oltre un anno. Abbiamo curato ogni dettaglio, dai materiali alle proporzioni delle sedute, persino pensando alle diverse stature dei leader presenti. Un lavoro sartoriale in tutto e per tutto».
Gli arredi sono partiti dalla sede di Quarrata e dai magazzini di Milano, dove il gruppo ha recentemente inaugurato un nuovo showroom di fronte a Rho Fiera. «La committenza è governativa, diretta. Aver fornito il centro che ha ospitato la COP27 e oggi anche il vertice di pace è motivo di grande orgoglio», spiega ancora Overi, «È come essere stati, nel nostro piccolo, parte di un momento storico. Quelle scrivanie e quelle poltrone hanno visto seduti i protagonisti di un accordo che il mondo attendeva da anni».
Dietro ogni linea, ogni cucitura e ogni finitura lucidata a mano, si riconosce la firma del design italiano, capace di unire eleganza, funzionalità e rappresentanza. Non solo estetica, ma identità culturale trasformata in linguaggio universale. «Il marchio Formitalia era visibile in molte sale e ripreso dalle telecamere internazionali. È stata una vetrina straordinaria», aggiunge Overi, «e anche un riconoscimento al valore del nostro lavoro, fatto di precisione e passione».
Il Conference Center di Sharm el-Sheikh, un complesso da oltre 10.000 metri quadrati, è oggi un punto di riferimento per la diplomazia mondiale. Qui, tra le luci calde del deserto e l’azzurro del Mar Rosso, l’Italia del saper fare ha dato forma e materia a un simbolo di pace.
E se il mondo ha applaudito alla firma dell’accordo, in Toscana qualcuno ha sorriso con un orgoglio diverso, consapevole che, anche questa volta, il design italiano era seduto al tavolo della storia.
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Silvia Salis (Imagoeconomica)