2023-04-04
Sulla salute siamo fermi a Speranza
Orazio Schillaci (Imagoeconomica)
Tutti coloro che hanno gestito male la fase Covid sono al loro posto, a cominciare dal capo dell’Iss, Silvio Brusaferro. Nulla per le vittime degli effetti avversi dei vaccini, silenzio sugli organici di ospedali e medici di base. E nessuna spinta per la commissione d’inchiesta.Prima che diventasse ministro, di Orazio Schillaci ignoravo l’esistenza. Dunque, quando si insediò, iniziai a studiarne le mosse per capire a chi fosse toccato l’arduo compito di sostituire Roberto Speranza. Trascorsi cinque mesi posso dire che ancora non lo so. A differenza di alcuni suoi colleghi, l’ex rettore dell’Università di Tor Vergata parla il meno possibile e, al contrario di alcune cariche anche istituzionali, fa di tutto per sembrare invisibile. Evita le passerelle, diserta la maggior parte dei talk show e quando concede un’intervista riesce a parlare per una pagina intera senza dire praticamente nulla. Insomma, se non sapessi che c’è, che è un signore in carne e ossa, direi che al dicastero della Salute hanno sostituito il ministro con un ologramma.Infatti, al momento niente di tutto ciò che mi sarei aspettato ha trovato esecuzione. Anzi, se devo essere sincero, mi pare che tutto proceda come prima, nella continuità. Da Speranza a Schillaci, cioè da un ex assessore all’urbanistica prestato alla Sanità a un ex primario di medicina nucleare, senza alcuno scossone, vale a dire senza che chi ha gestito la sciagurata fase del Covid venga sostituito. E dire che motivi per cambiare ce ne sono molti perché a differenza di quanto raccontava Giuseppe Conte, in pandemia non è andato tutto bene. Per l’ex presidente del Consiglio eravamo un esempio da imitare, ma alla prova dei fatti nessuno fra i Paesi occidentali ha fatto quello che abbiamo fatto noi. Mentre noi chiudevamo tutto, anche le scuole, altri preferivano muoversi con cautela, con il risultato che hanno aperto prima di noi, registrando un tasso di mortalità inferiore al nostro. Evidentemente, non eravamo i primi della classe, ma gli ultimi. Tuttavia, coloro che ci hanno fatto credere di essere i migliori sono ancora lì, al loro posto: invece di essere accompagnati alla porta, sono stati pregati di rimanere. Ovviamente mi riferisco a Silvio Brusaferro, direttore dell’Istituto superiore di sanità e anche portavoce del Comitato tecnico scientifico a cui durante l’epidemia erano state demandate le decisioni. Del funzionario che sussurrava a Speranza senza mai opporsi a nessuna delle sue decisioni, abbiamo letto i messaggi che si scambiava mentre noi eravamo in lockdown e si capisce che spesso nelle scelte non c’era nulla di scientifico, ma molto di politico. Perché Schillaci non lo ha sostituito? È una domanda che mi faccio da tempo e penso che come me se la facciano gli italiani, i quali oltre a porre quesiti, vorrebbero prima o poi ottenere anche risposte. Un’altra delle questioni in sospeso, e che attende una presa di posizione dal ministro silente, è la commissione d’inchiesta sulla pandemia. So benissimo che non tocca a lui istituirla, perché la faccenda è nelle mani del Parlamento, ma forse una spinta sarebbe opportuna o anche solo un’indicazione. Indagare sugli errori commessi eviterebbe di ripeterli. Che il ministero della Salute si sia fatto cogliere impreparato, senza un piano pandemico, ma senza nemmeno le persone adatte per fronteggiare una pandemia, è cosa ormai accertata, non a caso la magistratura indaga per stabilire se esistano o meno delle responsabilità penali. Dunque, che senso ha ignorare le carenze registrate negli anni precedenti? Non sarebbe meglio parlarne apertamente per conoscere che cosa fare? Al momento, siamo costretti a fare i conti con un piano vaccini, con obblighi e indicazioni di profilassi che non sono molto diversi da quelli in vigore ai tempi di Speranza. Ma se non hanno funzionato allora, perché dovrebbero funzionare in futuro?Aggiungo di più. Veniamo da una stagione in cui si è capito che i tagli alla sanità voluti dai precedenti ministri, hanno impoverito il servizio sanitario nazionale. Mancano posti letto in rianimazione e alcune specialità sono sguarnite di personale. Che vuol fare Schillaci? Ha un programma e se sì che cosa prevede? Al momento, nessuno lo sa. Tra i suoi piani pare ci sia l’idea di svuotare le liste di attesa e di dirottare i malati che si rivolgono al pronto soccorso ricorrendo alle case di comunità, un bel progetto che piaceva anche ai predecessori, i quali però si sono dimenticati di crearle. Gli ambulatori che dovrebbero raggruppare medici e specializzazioni esistono infatti solo sulla carta e a quanto risulta nessuno sa dire dove e quando apriranno. Nel frattempo, gli organici dei medici in servizio si assottigliano e se si pongono ostacoli per i dottori a chiamata non si fa nulla per assumerne altri in pianta stabile. Per non dire dei test d’ingresso all’università: il numero di iscritti è aumentato, ma i posti disponibili restano gli stessi, con il risultato che mancano medici di base e in corsia, ma non si fa nulla per formarne di nuovi. Direte che non è una faccenda di stretta competenza del ministro? Vero, perché gli atenei non dipendono da lui, ma se non ne parla un ex rettore che incidentalmente oggi guida la sanità, chi ne dovrebbe parlare? Ora, io capisco che non aprire bocca aiuta a non fare brutte figure, ma se Schillaci continua a non fare nulla, la brutta figura comunque è assicurata.