2019-12-05
Sulla prescrizione è rissa. Di Maio: «Legge da gennaio» ma il Pd fa la faccia feroce
Andrea Marcucci, capogruppo dem: «Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti». Matteo Renzi dà l'appoggio al ddl di Forza Italia che blocca gli effetti della riforma Bonafede.Non sono solo il salva Stati, Alitalia, Ilva e l'Autonomia differenziata a far vacillare il governo giallorosso. Pd e 5 stelle litigano anche sulla giustizia. La rissa riguarda la prescrizione e le posizioni appaiono inconciliabili. Tanto che rischio di una crisi è sotto l'albero di Natale.Da un lato i pentastellati spingono la riforma del ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, che entrerà in vigore il 1° gennaio e prevede l'interruzione dei termini di prescrizione dopo la sentenza di primo grado, sia in caso di condanna che di assoluzione. Dall'altra parte c'è l'imbarazzo del Pd con le sue proposte, così riassumibili: se proprio si deve lasciare la cancellazione della prescrizione dopo il primo grado, vanno introdotti termini di durata massima per l'Appello e la Cassazione. Tra i due contendenti si barcamena il premier Giuseppe Conte, che ieri da Londra ha cercato invano di placare le acque: «Stiamo lavorando per delle soluzioni tecniche, per un sistema di garanzie e di misure per la durata ragionevole del processo».Ma le sue parole non sembrano mettere pace nella riottosa maggioranza. Almeno a giudicare dalle dichiarazioni di Luigi Di Maio: «La nostra riforma da gennaio diventa legge, su questo non discutiamo. Se il Pd poi vuol votare una legge con Matteo Salvini e Silvio Berlusconi per far tornare la prescrizione com'era ideata da Berlusconi sarà un Nazareno 2.0». E Alessandro Di Battista lo spalleggia, rincarando la dose in un lungo post sui social: «Ha ragione, la norma che blocca la prescrizione entrerà in vigore il 1° gennaio. Punto. Se poi il Pd, con Salvini, Meloni, Berlusconi e Renzi dovesse bloccarla se ne assumerà le responsabilità. Io non credo che questo accadrà anche perché se si andasse al voto anticipato molti renziani resterebbero a casa (dentro e fuori il Pd), senza immunità parlamentare, a rischio intercettazioni e, mai come oggi, questo non gli conviene». Il velenoso riferimento, per nulla velato, è all'inchiesta sulla Fondazione Open.Cosa rispondono dal Pd? Si va dall' impaccio di Nicola Zingaretti, secondo cui «questo governo e questa maggioranza si sono costituiti per costruire speranze e non polemiche», fino ai toni intransigenti di Andrea Marcucci, capogruppo al Senato: «Di Maio forse non ha capito la gravità della situazione. Sulla prescrizione, non faremo passi indietro. Non si può accettare una norma anticostituzionale come il blocco della prescrizione dopo il primo grado di giudizio. Non si possono sottoporre i cittadini a processi infiniti, consiglio al capo del M5s di smetterla con le provocazioni».Si parla di norma «anticostituzionale», va ricordato, perché la prescrizione è un istituto di garanzia a presidio del giusto processo (e della sua ragionevole durata), previsto dall'art. 111 della Costituzione.A rendere la polveriera ancora più esplosiva ci sono Matteo Renzi e la sua Italia viva, pronti ad appoggiare la soluzione proposta da Forza Italia che blocca gli effetti della riforma Bonafede sulla prescrizione del reato, prevedendone la sospensione per 18 mesi dopo le sentenze di primo e secondo grado.Qualora non venisse trovato un accordo, infatti, il senatore fiorentino avverte: «Voteremo il ddl di Enrico Costa (di Forza Italia, ndr), persona saggia e già viceministro alla Giustizia del mio governo. Bonafede può cambiare la sua legge, se vuole, ma non può pretendere di cambiare le nostre idee».Idee rilanciate da Davide Faraone, capogruppo di Italia viva a Palazzo Madama: «La perversione di processi eterni con noi non passerà: se il tema è prescrizione o morte, allora morte sia. Noi di Italia viva non ci snaturiamo, questo è un governo di transizione, non di prospettiva. Non ci siamo sul Mes, non ci siamo sulla prescrizione, vogliamo tempi certi nei processi. Se il governo continua a restare vago», minaccia, «noi voteremo sicuramente con Forza Italia contro il progetto della prescrizione killer». A intervenire nella polemica è poi lo stesso Costa, responsabile del dipartimento Giustizia del movimento azzurro e primo firmatario della proposta: «Leggo che i deputati del Pd stanno contestando Di Maio. Questo dimostra che esistono forze politiche di maggioranza che, se volessero, potrebbero bloccare l'entrata in vigore della prescrizione», spiega il deputato azzurro, «peccato che quando fanno dichiarazioni esprimono le loro convinzioni ma quando votano esprimono le loro convenienze». E prosegue: «Lo abbiamo visto martedì, noi abbiamo chiesto solo di votare perché un provvedimento potesse essere esaminato dal Parlamento entro il 1° gennaio 2020 con la procedura d'urgenza. Non un voto nel merito, solo di metodo», conclude, «hanno votato contro perché tra le dichiarazioni e i comportamenti c'è una distanza enorme».Di certo il tempo stringe, tanto che la forzista Elvira Savino lancia una chiamata generale: «Sulla prescrizione siamo davanti ad una scelta di campo: da una parte c'è Forza Italia, baluardo del garantismo e della libertà dei cittadini, e dall'altra c'è il giustizialismo dei 5 stelle, i quali vorrebbero trasformare i cittadini in sudditi e tenerli sotto processo, anche se innocenti, per tutta la vita. Credo che su questo tema», conclude, «tutte le forze politiche debbano schierarsi dalla parte del diritto e lasciare i grillini da soli con la loro barbarie giustizialista e forcaiola».