2022-01-06
Il golpe in Sudan frena le trattative. Oggi forse una speranza per Zennaro
Disordini in Sudan. Nel riquadro Marco Zennaro (Ansa)
Il papà dell’imprenditore da 10 mesi in Africa: «Farnesina immobile, intervenga Draghi».È una giornata importante quella di oggi per l’imprenditore veneziano Marco Zennaro, da ormai 10 mesi bloccato in Sudan per una disputa commerciale finita con strascichi penali e civili. Dovrebbe infatti svolgersi un faccia a faccia tra le parti legali prima che si svolga l’udienza. L’obiettivo è risolvere la situazione e permettere all’imprenditore di rientrare in Italia. Del resto la parte penale è stata archiviata, ma è rimasto in piedi un fascicolo civile che continua a impedirgli di lasciare il Sudan. Sono ormai 3 mesi che Zennaro aspetta che si celebri l’udienza, ma ogni volta c’è qualcosa che lo impedisce. Di sicuro non aiuta la situazione di questi mesi nel Paese africano dove è in atto un colpo di Stato, con città blindate e internet bloccato. Lunedì si è dimesso il primo ministro Abdalla Hamdok che non ha potuto far altro che riconoscere la situazione catastrofica in cui si trova il Paese. In questi giorni le forze di sicurezza sudanesi hanno lanciato gas lacrimogeni contro i dimostranti che manifestano ormai da settimane nella capitale Khartoum contro la giunta militare al potere dal 25 ottobre scorso. Le strade che conducono al palazzo presidenziale sono state bloccate da militari e forze di polizia. I dimostranti hanno issato barricate e dato alle fiamme pneumatici a est di Khartoum. Altre manifestazioni si sono svolte in diverse altre città del Paese, tra cui Port Sudan e Nyala. A quanto pare sarebbero morti 7 manifestanti la scorsa settimana, mentre se ne calcolano 4 pochi giorni fa. Da ottobre sono morte 57 persone mentre i feriti sono centinaia.Il caos nelle strade di Khartoum ha sicuramente influito sui ritardi nella risoluzione della disputa legale in cui è finito Zennaro. Ma c’è anche altro. Prima della fine dell’anno Cristiano Zennaro, padre di Marco, ha rivolto un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi. È stato molto chiaro e ha spiegato che a mettere i bastoni tra le ruote al figlio è un miliziano sudanese che cercherà ancora di bloccare la partenza dell’imprenditore. «Farà in modo di posticipare l’udienza o intentare una nuova causa con un blocco di viaggio», dice. Nel video il papà accusa anche la Farnesina di non aver fatto abbastanza e chiede una soluzione immediata della situazione. Anche perché la tensione a Khartoum non smette di diminuire. «Mio figlio viene trattenuto per fini estorsivi. La Farnesina si è dimostra sino a qui debole e incapace e ha concluso ben poco o niente per risolvere il caso». Per Cristiano Zennaro è giunto il momento di far uscire Marco da Paese. «Qualsiasi fatto grave possa accadere a mio figlio se ne dovrà assumere la responsabilità l’istituzione italiana che non ha potuto o meglio voluto salvare mio figlio per tempo». Dopo la liberazione di Patrick Zaki in Egitto agli inizi di dicembre si pensava che ci sarebbe stata una risoluzione del caso Zennaro, ma anche di quello di Andrea Costantino in carcere ad Abu Dhabi. C’è poi attesa per Chico Forti, bloccato ancora a Miami dopo le promesse del ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Tutte le promesse dell’ultimo anno del numero uno della Farnesina sono ormai carta straccia.