
È caccia agli stupratori della studentessa di 23 anni violentata a Roma nella notte del 7 dicembre all’uscita della metro Jonio della linea B1. Proseguono le indagini dei carabinieri, alla ricerca di ulteriori telecamere e di eventuali testimoni dopo il racconto agghiacciante della giovane, che ha denunciato di essere stata bloccata da due uomini e violentata da un terzo.
Gli accertamenti dei militari puntano a raccogliere elementi utili per chiarire la dinamica di quanto avvenuto. La vittima, sotto choc, è riuscita a raccontare agli investigatori la violenza subita indicando come stupratori almeno «tre africani» che l’avrebbero immobilizzata e violentata. Ha vissuto un incubo: due la tenevano ferma e uno la stuprava. Poi, è sempre il suo racconto, i tre si sarebbero dileguati tra i vicoli deserti nel cuore della notte, mentre le sue urla disperate sono giunte a un passante che l’ha accompagnata in ospedale.
Lì, la ragazza è stata presa in cura e ha subito denunciato l’accaduto. Gli inquirenti stanno valutando ogni elemento utile che li possa portare a individuare i tre responsabili «africani». Quanto accaduto a Roma ha generato un mare di indignazione e di preoccupazione, tanto che ieri pomeriggio davanti alla metro Jonio si è svolto «un presidio silenzioso» organizzato da associazioni transfemministe del quartiere che sono intervenute portando avanti il messaggio del loro slogan: «Se toccano una toccano tutte». «Siamo stanche di leggere ogni giorno notizie di stupri, femminicidi e soprusi di matrice patriarcale», lo sfogo delle promotrici, «questa volta è successo al Tufello, nel nostro quartiere, ma troppo spesso la violenza attraversa le nostre città, le nostre strade, i nostri corpi».
Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire anche i momenti precedenti lo stupro per provare a dare una risposta a tante domande. Bisognerà accertare se i tre si trovavano sulla metro assieme alla ragazza e se l’hanno poi seguita per violentarla, o se hanno deciso di pedinarla dopo averla vista fuori dalla metropolitana. Si tratta di interrogativi importanti ai fini investigativi.
Quanto accaduto a Roma è solo l’ultimo di diversi episodi di violenza sessuale, ragion per cui si è riacceso il dibattito politico sul problema della sicurezza. Sul caso sono intervenuti i rappresentanti delle istituzioni e della politica. I consiglieri capitolini di Azione, Antonio De Santis e Flavia De Gregorio, in una nota, hanno sottolineato l’allarme sicurezza: «La violenza avvenuta alla stazione Jonio, ai danni di una ragazza di 23 anni, è l’ennesimo fatto grave che mostra una volta di più quanto la città sia priva dei presidi di sicurezza necessari a tutelare le persone, soprattutto le più vulnerabili. Da tempo sosteniamo che servano interventi strutturali e immediati: postazioni fisse di polizia locale nelle stazioni della metro e nei nodi principali del trasporto pubblico, un presidio reale del territorio che possa prevenire e tutelare cittadini». Il problema sicurezza rimane e rappresenta un’emergenza. Infatti, si allunga l’elenco degli stranieri arrestati perché ritenuti responsabili di gravi episodi. Ieri, i carabinieri della Stazione di Roma viale Eritrea hanno fermato un ventitreenne egiziano, accusato del tentato omicidio di un coetaneo romano, avvenuto il 1° dicembre scorso nei pressi di una barberia in viale Eritrea.












