2023-06-08
Un esercito di badanti per studenti. È la nuova fregatura targata Pnrr
Il ministero svela che i fondi europei serviranno anche per formare «tutor» e «orientatori» con il preciso scopo di mettere gli alunni dei licei sui binari giusti del mondo del lavoro. Il tutto dopo un corso (on line) di sole 20 ore.Forse per esorcizzare il disastro, dalle parti del ministero dell’Istruzione e del Merito fanno anche gli spiritosi. Definiscono il Pnrr una «misura per aiutare docenti, studenti e famiglie a contribuire alla costruzione di una scuola capace di contrastare la crisi educativa del Paese». Il vasto programma, si capisce, richiede diverse linee di intervento concorrenti: oltre agli smisurati finanziamenti stanziati per la transizione digitale del Piano Scuola 4.0, di cui abbiamo diffusamente scritto, un’altra dotazione di denaro sarà impiegata per introdurre - a partire dal prossimo anno scolastico - le due figure del «tutor» e dell’«orientatore».Reclutati nel corpo docente di ogni scuola secondaria, si formeranno durante l’estate frequentando on line un corso di 20 ore. Dopodiché, i volontari saranno pronti a planare nelle scuole dal prossimo settembre per prendersi cura degli studenti, aiutarli a prendere coscienza di sé, dei propri talenti e delle proprie aspirazioni, accompagnarli «in maniera sempre più personalizzata a elaborare in modo critico e proattivo un loro progetto di vita, anche professionale». Sul presupposto che «la persona necessita di continuo orientamento e ri-orientamento rispetto alle scelte formative, alle attività formative, alla vita sociale». Sul presupposto, cioè, che lo studente e la sua famiglia siano dei minus habentes bisognosi di un badante fisso (uno diventato esperto delle sorti altrui perché ha fatto 20 ore di telecorso) che li assista nell’affrontare ogni scelta esistenziale.Le due figure emergenti sono complementari e operano di concerto. Il docente orientatore gestisce i dati forniti dal ministero attraverso la piattaforma digitale unica per l’orientamento, «si preoccupa di raffinarli e di integrarli con quelli specifici raccolti nelle differenti realtà economiche territoriali», e li mette a disposizione dei docenti tutor per agevolare la prosecuzione del percorso di studi e l’ingresso nel mondo del lavoro. Tutto, dunque, ruota attorno al (miraggio del) lavoro. Non per nulla, i moduli curricolari di orientamento sono integrati con i Percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (non è altro che la fu alternanza scuola-lavoro) e «saranno oggetto di apposito monitoraggio tramite il sistema informativo del ministero, nonché documentati nell’E-Portfolio». L’E-Portfolio cos’è? È «un’unica, evolutiva, interfaccia digitale» che consente «da un lato, di mettere in evidenza le competenze digitali di ogni studente […]; dall’altro lato, di avere a disposizione le più importanti prove di una trasformazione del sé, delle relazioni con gli altri e il mondo esterno, a partire dal mondo del lavoro e del terzo settore».Ora, non ci vuole un genio per capire dove si voglia andare a parare. In fondo, resta solo qualche parolina ad effetto (autostima, talenti, fiducia, aspirazioni, scelte consapevoli, successo formativo, eccetera) a schermare il vero senso della manovra. fissa dei burocratiL’«orientamento permanente» non è una novità, anzi: è una fissazione dei burocrati d’apparato da almeno una quindicina di anni. Ma adesso ci informano che «la letteratura scientifica sull’orientamento scolastico è concorde nel dichiarare conclusa la stagione che ha visto interventi affidati a iniziative episodiche». Dopo una lunga melina, insomma, è giunta l’ora di affondare il colpo, ed è palese come l’espediente del Pnrr, con la sua vagonata di soldi, serva proprio a questo: a portare a compimento, entro termini strettissimi e perentori, tutto quanto era già in cantiere da lustri (ma trovava un freno naturale in una sana inerzia del sistema).nero su bianco È scritto a chiare lettere nelle linee guida: «L’attività didattica in ottica orientativa è organizzata a partire dalle esperienze degli studenti, con il superamento della sola dimensione trasmissiva delle conoscenze». Traduzione: teoresi addio, la scuola non deve più essere concepita come il luogo dove, attraverso la trasmissione delle conoscenze - quelle alte e durevoli - e attraverso lo studio e la verifica degli apprendimenti, si forma l’uomo e, con l’uomo, il cittadino dotato degli strumenti culturali per leggere la complessità del reale. No. Deve diventare un incrocio tra una sala giochi multimediale, un centro socio-assistenziale e una agenzia di collocamento, dove si forgiano su misura le millemila rotelline di un ingranaggio assemblato e manovrato altrove: masse di individui tanto più sudditi quanto più persuasi di essere liberi, in carriera, padroni di sé stessi e del proprio futuro.Non può non tornare alla mente quanto, proprio sull’orientamento, prefigurava l’associazione TreeLLLe - fucina delle politiche scolastiche e artefice-ombra delle normative di settore. Correva l’anno 2019 quando, nel suo Quaderno numero 15 intitolato Il coraggio di ripensare la scuola, stabiliva che spettasse ai formatori il compito di «diagnosticare le inclinazioni mentali dei singoli», in modo che l’indicazione, «una volta messa a punto, deve risultare vincolante, o almeno difficilmente superabile da un’impuntatura del singolo». La direzione segnata, cioè, è quella di rendere l’orientamento vincolante, a prescindere dalla vocazione individuale quale si può manifestare solo dopo una adeguata istruzione, e relativa maturazione; a prescindere anche dalla disposizione della famiglia, definitivamente espropriata del proprio ruolo di indirizzo educativo. Infatti, secondo la TreeLLLe, «una scelta fatta da persone competenti e non influenzate da fattori emotivi individuali ha maggiori possibilità di riuscire corretta. E, d’altra parte, non ha senso dedicare tempo, risorse ed attenzione a studiare le inclinazioni e le potenzialità del ragazzo per poi permettergli di “farsi del male” da solo, per una malintesa forma di rispetto della sua libertà». Proprio così.Nel Quaderno si legge anche, in piena coerenza con le novità ora in arrivo, che in sede di orientamento «a meno di vocazioni fortissime e chiaramente riconoscibili (particolarmente in ambito artistico), una giusta attenzione andrà dedicata alle opportunità di lavoro». Tutto insomma ruota intorno all’utile di operatori economici e finanziari che trovano nelle scuole il terreno di coltura della propria manovalanza; quanto allo scolaro, precluso a priori l’accesso a un orizzonte ampio di sapere, egli viene immesso precocemente, con l’illusione del posto di lavoro, in un imbuto specialistico senza prese d’aria né uscite di sicurezza. Dove non c’è spazio né per i sogni né per le trasformazioni connaturate all’età dello sviluppo.Tutto questo porta con sé anche la mortificazione del ruolo del docente come professionista esperto della propria disciplina di insegnamento, marginalizzato a favore di marziani a cui, in virtù di un patentino rilasciato dopo 20 ore di addestramento, sono attribuiti superpoteri sopra un materiale umano sterminato. le prime protestePer fortuna qualcuno ha battuto un colpo. Stavolta la protesta è partita da Padova, dove diversi istituti superiori - liceo Marchesi, liceo Curiel, Istituto Ruzza, liceo Selvatico, liceo Einstein - hanno messo nero su bianco il proprio dissenso verso lo spirito della riforma e la propria indisponibilità a ricoprire i ruoli di tutor e orientatore.Nel silenzio tombale dei sindacati, i docenti lamentano il mutamento del ruolo della scuola e l’erosione del tempo dedicato alle discipline, la negazione della libertà di insegnamento e l’offesa alla dignità del corpo docente, la delegittimazione dei consigli di classe, la deresponsabilizzazione di studenti e famiglie. Anziché essere parte attiva e fondamentale nel processo di crescita dei propri alunni - scrivono i professori del Marchesi - la scuola contribuisce così, sempre di più, a una sorta di loro «schedatura» «incanalando il loro percorso in funzione di logiche di mercato e limitando precocemente la loro strada, i loro progetti, la loro possibilità di evoluzione e cambiamento». Nella speranza che il moto d’orgoglio che si sta diffondendo nella parte migliore della classe docente finalmente scuota il corpo agonizzante della scuola italiana, arrivata al punto di non ritorno della sua triste e rovinosa parabola, a tutti spetta la responsabilità di fare rumore, di diffondere l’eco, di alimentare l’onda.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.