
Giro di vite del nuovo premier su immigrazione e politiche per i residenti stranieri. Tassazione non più esente per chi ha il visto di studio. Limiti al turismo di massa.Inizia a prendere forma la visione sull’immigrazione del nuovo premier giapponese Sanae Takaichi, che già in campagna elettorale aveva annunciato un giro di vite sulle politiche riguardanti i cittadini stranieri. La linea è ora al centro di una più ampia revisione governativa, volta a ridefinire il rapporto tra il Giappone e gli stranieri che vivono o soggiornano nel Paese.Secondo il quotidiano Asahi Shimbun, l’esecutivo ha avviato la riorganizzazione di un comitato ministeriale che si occuperà in modo specifico delle politiche verso i non giapponesi. Il gruppo di lavoro, guidato dal segretario capo di Gabinetto Minoru Kihara e coordinato dal ministro per le Politiche sui cittadini stranieri Kimi Onoda, terrà la sua prima riunione il 4 novembre. Tra i temi all’ordine del giorno figurano l’accesso al welfare per gli stranieri, i requisiti per la cittadinanza giapponese, la gestione dell’impatto del turismo di massa sulle comunità locali e le regole sulla proprietà terriera da parte di cittadini non nipponici.Il premier Takaichi ha confermato che «il governo darà istruzioni ai ministri per accelerare i colloqui sull’inasprimento delle norme in materia di immigrazione e proprietà fondiaria». Le nuove misure fanno parte di una strategia più ampia che mira, secondo le dichiarazioni ufficiali, a «garantire la sicurezza e la correttezza dei rapporti tra cittadini e residenti stranieri».Entro il prossimo anno fiscale, ad esempio, gli studenti stranieri con visto di studio e quelli iscritti a scuole internazionali saranno esclusi dal programma nazionale di esenzione dalle tasse scolastiche superiori, introdotto nel 2010 per sostenere le famiglie giapponesi. Nel suo discorso programmatico alla Dieta tenuto il 24 ottobre, il premier ha dichiarato che «cresce la preoccupazione pubblica per attività illegali e violazioni delle regole da parte di alcuni stranieri» e che «tali episodi hanno generato sentimenti di disagio e di ingiustizia tra i cittadini giapponesi». Takaichi ha ribadito la necessità di rafforzare il controllo statale e di «riesaminare le norme».In tutto ciò, questo è il quadro demografico che si profila: i dati ufficiali indicano che nel 2023 il tasso di natalità ha raggiunto il minimo storico dall’inizio delle rilevazioni nel 1899, mentre oltre il 29% della popolazione ha più di 65 anni, la quota più alta al mondo e, nonostante la crescente carenza di manodopera, la questione dell’immigrazione continua a essere affrontata in Giappone con cautela e con un forte controllo amministrativo. Le politiche migratorie, fin dagli anni Ottanta, hanno seguito un modello restrittivo, con aperture temporanee in settori specifici dell’economia, come l’assistenza e l’edilizia, ma con poche possibilità di integrazione stabile. Secondo il ministero della Giustizia, nel 2024 i residenti stranieri registrati erano circa 3,2 milioni, pari al 2,6% della popolazione totale, una delle percentuali più basse tra i Paesi del G7.Nella lingua giapponese, lo «straniero» si indica con il termine gaikokujin o gaijin, letteralmente «persona di un Paese esterno». Il vocabolo riflette una distinzione culturale radicata tra l’interno e l’esterno, tra ciò che appartiene alla comunità nazionale e ciò che proviene da fuori. Nella storia giapponese moderna, soprattutto dopo la Restaurazione Meiji (1868), l’identità nazionale è stata spesso definita in opposizione all’elemento esterno, mentre la cittadinanza ha mantenuto un valore fortemente etnico e culturale oltre che legale.
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Un caraibico e un nero accoltellano i passeggeri a Cambridge, due sono in pericolo di vita. Il governo per ore non ha rilasciato dettagli sull’etnia degli assalitori.
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Da 20 anni al fianco di Fazio a «Che tempo che fa», la sua comicità è spesso stantia e banale, eppure resta celebrata con un’enfasi un tantinello sopra le righe. Passata dalla cattedra delle scuole medie alla tv, Luciana Littizzetto ha il difetto di tirare bordate pure a gente comune.
Hartmut Rosa (Getty Images)
Secondo il sociologo Hartmut Rosa, l’avversario politico non è più un interlocutore ma un nemico da far tacere. La fede e la Chiesa ci possono aiutare a mantenere la capacità di ascolto.
Luca Palamara (Getty Images)
L’ex magistrato Luca Palamara: «Grosso, leader del comitato anti riforma, mi tira in ballo per il “vecchio sistema opaco” del Csm e dice che è già stata fatta pulizia. Dovrebbe essere più prudente. Probabilmente ignora come siano stati nominati i suoi prossimi congiunti».






