2021-09-02
Gli storici ideologizzati arruolati in aiuto del negazionista delle foibe
Tomaso Montanari (Getty Images)
Sul «Manifesto» appello a sostegno della campagna vittimistica di Tomaso Montanari.Tutti per Tomaso Montanari, il docente martire. Dopo le offensive sparate del rettore in pectore sulle foibe e la martellante campagna vittimistica dello stesso, a sinistra è partito il tormentone del «free Tomaso». Un po' come cantavano Elio e le storie tese: «Sì d'accordo free Mandela, free Valpreda e tutti gli altri, ma free anche mio cuggino». Lo storico Alessandro Barbero, intervistato dal Fatto quotidiano, ha smorzato i toni: «Montanari non ha affatto detto che le foibe sono un'invenzione e che non è vero che migliaia di italiani sono stati uccisi lì. Nessuno si sogna di dirlo: la fuga e le stragi degli italiani hanno accompagnato l'avanzata dei partigiani jugoslavi sul confine orientale, e questo è un fatto». Ah no? Nel pezzo del 23 agosto da cui parte la polemica, Montanari citava lo storico Angelo D'Orsi, di cui riportava la seguente affermazione: «Le vittime accertate, ad oggi, furono poco più di 800 (compresi i militari), parecchie delle quali giustiziate essendosi macchiate di crimini, autentici quanto taciuti, verso le popolazioni locali». Quindi Montanari negava eccome «che migliaia di italiani sono stati uccisi lì», a meno che, per la matematica antifascista, 800 non diventi sinonimo di migliaia.Di quegli 800, peraltro, lo stimatissimo prof, sempre per interposto collega, sembrava affermare che i più si fossero meritati l'infoibamento, tant'è che il verbo usato era «giustiziare», che secondo la Treccani vuol dire «sottoporre a esecuzione capitale, in seguito a regolare condanna penale». È vero che poi, travolto dalle polemiche, Montanari ha parzialmente corretto il tiro. In un'intervista strappalacrime a Micromega, per esempio, l'afflitto docente precisava: «Naturalmente non si tratta di sminuire la tragedia delle foibe, che ci sono state, con migliaia di morti, non sappiamo quanti: le cifre su cui gli storici oggi convergono vanno dagli 800 ai 5.000, quindi comunque molto lontani dalle “migliaia e migliaia" di cui straparla per esempio Maurizio Gasparri in televisione. Tra questi c'erano anche tanti innocenti naturalmente». Ah, ecco, quindi forse ci sono 4.200 morti di cui, sul momento, Montanari si era dimenticato. E gli innocenti diventano improvvisamente «tanti». A dar manforte al povero prof, tuttavia, arriva anche un appello del Manifesto, realizzato con ogni evidenza tramite un «generatore automatico di appelli antifascisti». Dopo aver fatto l'elenco delle fonti autorizzate sulle foibe (citando il fior fiore della storiografia più ideologizzata e militante, in qualche caso di dichiarate simpatie titine), Il Manifesto svela la vera ragione degli attacchi contro Montanari: al docente, leggiamo, «non viene evidentemente perdonato il fatto che, in quanto rettore, egli non si senta parte dell'establishment culturale e politico del Paese». Non siamo al Tank man di piazza Tienanmen, ma poco ci manca, insomma. In fondo Montanari è solo rettore eletto di un ateneo pubblico, è collaboratore del Fatto e del Venerdì di Repubblica, ha scritto sul Corriere del Mezzogiorno e Repubblica, è stato membro del Consiglio superiore dei Beni culturali, da cui si è recentemente dimesso, ed è tuttora presidente del Comitato tecnico scientifico per le Belle arti del ministero, oltre a comparire regolarmente in televisione come opinionista. Meno male che non è «parte dell'establishment»...Ps: Proprio ieri è stato reso noto che un giudice di Genova ha imposto all'influencer progressista Lorenzo Tosa di eliminare la petizione on line contro il neo ambasciatore di Singapore, Mario Vattani, perché lesiva della sua reputazione. A quella campagna, che mirava a defenestrare il diplomatico per le sue idee, vere o presunte, partecipò attivamente anche lo stesso Montanari. Quindi, a differenza di quanto dice il prof frignone, in Italia la legge tutela i funzionari pubblici dagli attacchi denigratori e da chi chiede la loro testa senza motivi. Peccato che Montanari stia molto più spesso dalla parte dei censori che non da quella delle vittime del potere.
Sergio Spadaro e Fabio De Pasquale (Imagoeconomica)