2025-10-18
Flotilla, il cibo per Gaza ha sfamato i velisti
A bordo delle bagnarole trovati pochissimi viveri, alcuni avariati. Eppure i marinai dichiaravano di avere 200 tonnellate di beni. Autogol del reduce Arturo Scotto (Pd): mostra orgoglioso in un video gli aiuti umanitari, nient’altro che un cartone con pacchi di pasta.La Global Sumud Flotilla doveva rappresentare la grande missione internazionale di solidarietà per Gaza. In realtà si è rivelata una messinscena costruita sulla propaganda. A dirlo non sono solo le autorità israeliane: i video diffusi dalla polizia israeliana mostrano ponti sudici, stive deserte e cambuse vuote, segno evidente che i pochi viveri imbarcati erano stati consumati dagli stessi equipaggi durante la navigazione. Il ministero degli Esteri israeliano ha definito la missione «una farsa costruita per provocare», sottolineando che gli organizzatori hanno rifiutato la proposta di attraccare ad Ashkelon per un’ispezione congiunta. «Se l’intento fosse stato davvero umanitario - ha dichiarato il portavoce - avrebbero collaborato con i corridoi gestiti da Onu e Mezzaluna Rossa. Ma queste navi trasportavano solo slogan». Secondo gli organizzatori, la Flotilla avrebbe dovuto consegnare 200 tonnellate di beni umanitari, di cui 45 tonnellate partite da Genova. Ma nessuna nave è mai arrivata a Gaza, e non esistono documenti ufficiali che certifichino quei numeri. Fonti doganali israeliane parlano invece di carichi «non catalogati, privi di certificazioni e composti in gran parte da beni di seconda mano».A peggiorare l’immagine della spedizione, è arrivato anche l’autogol del deputato del Partito democratico Arturo Scotto, tra i membri italiani della missione, che su X ha pubblicato con orgoglio un video degli «aiuti che portavamo alla popolazione di Gaza»: un paio di scatole di cartone contenenti pasta e generi alimentari comuni. L’immagine, divenuta virale, ha scatenato ironie e accuse di ipocrisia. Il Jerusalem Post e Ynet hanno documentato la presenza a bordo delle imbarcazioni di attivisti legati a reti filo-Hamas e a Ong turche già coinvolte nella Freedom Flotilla del 2010. Una delle Ong italiane partecipanti ha denunciato a Reuters che Israele avrebbe «bloccato 250 tonnellate di aiuti». Ma per Gerusalemme si tratta di una cifra inventata: il Cogat, l’ente israeliano che coordina i corridoi umanitari, ha confermato che nessun carico riconducibile alla Flotilla è mai entrato nella Striscia. Le uniche immagini reali - quelle girate dalle autorità israeliane - mostrano ponti arrugginiti, cambuse svuotate e alimenti avariati, tutt’altro che una missione di soccorso. Nel frattempo, i veri aiuti continuano ad arrivare ogni giorno a Gaza attraverso i canali ufficiali. Secondo i dati del Cogat, tra 80 e 100 tonnellate di cibo, medicine e carburante transitano quotidianamente dai valichi di Kerem Shalom e Rafah (ora chiuso come ritorsione visto che Hamas non restituisce i cadaeveri degli ostaggi deceduti), dove opera anche una componente italiana della missione europea Eunam Rafah. Le autorità portuali di Cipro e Grecia hanno confermato che alcune navi della Flotilla sono ancora bloccate nei porti per mancanza di documenti di carico e assicurazioni valide. I pacchi dichiarati come «aiuti» risultano in parte vuoti, altri danneggiati o non conformi agli standard igienici. Alla fine, il bilancio è disarmante: nessun chilo di aiuti effettivi è giunto a Gaza, ma la Flotilla ha generato ore di dirette social, raccolte fondi e visibilità politica. «Ogni aiuto autentico è benvenuto - ha ribadito il ministero degli Esteri israeliano - ma non useremo le nostre coste per operazioni di disinformazione». Così, quella che doveva essere la «carovana della speranza si è trasformata in un teatro galleggiante, dove la parola «solidarietà» è servita da maschera a un’operazione di propaganda. Tra cambuse vuote e scatole di pasta, la Global Sumud Flotilla resterà come simbolo della solidarietà urlata ma inutile. Nel frattempo, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno reso noto di aver sventato altri due tentativi di contrabbando dall’Egitto, anche di armi, con l’impiego di droni. Lo riporta il Times of Israel. Secondo i militari, un drone è stato abbattuto poco prima dell’alba: trasportava due fucili d’assalto e munizioni. Un episodio analogo era avvenuto nella notte, mentre un terzo velivolo è stato individuato ieri pomeriggio. Gli Stati Uniti hanno annunciato l’arresto di Mahmoud Amin Ya-qub Al-Muhtadi, cittadino palestinese residente a Lafayette, in Louisiana, accusato di aver partecipato all’attacco di Hamas contro Israele del 7 ottobre 2023. Le autorità americane sostengono che Al-Muhtadi sia membro di Hamas e delle Brigate di resistenza nazionale, ala armata del Fronte democratico per la liberazione della Palestina, e che abbia avuto un ruolo di comando nel coordinamento dei miliziani che presero parte all’incursione del 7 ottobre. Infine, durante la sua missione in Italia, il ministro degli Esteri israeliano Gideon Sa’ar ha incontrato il vicepremier e ministro dei Trasporti Matteo Salvini. «È sempre positivo incontrare un grande amico di Israele in Europa», ha scritto Sa’ar su X. «Ho ribadito che Israele è impegnato nel piano di Donald Trump, ma Hamas sta violando l’accordo trattenendo 19 dei nostri ostaggi morti. Ho chiesto al mio amico Matteo di aiutarci a ripristinare i voli diretti di Ita verso Israele».