2020-07-21
Stop ai dirigenti d’oro di Zingaretti
Il Consiglio di Stato ha definito illegittime le assunzioni esterne in Regione Lazio fin dal 2013. Il segretario dem rischia la mannaia della Corte dei conti per milioni di euro.La giunta di Nicola Zingaretti in Regione Lazio ha operato fuori dalla legge sin dal 2013 assumendo 48 dirigenti dall'esterno, 6 apicali e 42 di grado più basso, con stipendi che variano tra i 120.000 e i 180.000 euro. E, soprattutto, dopo la sentenza del Tar del 2015 che definiva illegittime queste assunzioni, ha continuato a farlo, fino a pochi mesi fa. La sentenza del Consiglio di Stato del 17 luglio scorso mette (forse) la parola fine su una vicenda iniziata quasi 7 anni fa. Ora ci potrebbero essere conseguenze molto pesanti alla Conte dei conti, perché c'è il rischio che si configuri un danno erariale di milioni di euro. Del resto, quando Zingaretti decise di assumere durante il suo primo mandato «i migliori», come spiegò intervistato da Report nel 2014, in pochi lo criticarono. Peccato che la legge non gli consentisse di farlo. Doveva prima cercare tra i dirigenti già in forza nell'amministrazione regionale. Fu così che nel 2015 la Direr, associazione dirigenti della regione Lazio, ha iniziato una battaglia legale durata quasi 6 anni, seguita dall'avvocato Domenico Tomassetti, dove ora è stata finalmente messa la parola fine. «Non credo ci siano altre possibilità di ricorsi» dice alla Verità Roberta Bernardeschi, segretario generale della Direr. «Già dopo la sentenza del Tar del 2015 la regione avrebbe dovuto interrompere questo tipo di assunzioni. Invece ha continuato imperterrita in questi anni. Non solo. Siamo stati anche di fronte alla Corte di cassazione per ben 2 volte, solo perché la giunta sosteneva che la suprema Corte si fosse sbagliata: hanno perso e anche pagato le spese legali per 15 mila euro». Del resto nel 2015 il Tar aveva accolto le ragioni della Direr, constatando la violazione della percentuale dell'8% di assunzione di dirigenti esterni rispetto alla dotazione di 240 dirigenti di ruolo. Per di più il tribunale regionale certificava «che il reclutamento era avvenuto senza che l'amministrazione avesse effettuato un'adeguata programmazione triennale e annuale del fabbisogno di risorse umane, quale atto fondamentale e preliminare di reclutamento del personale e prima procedere all'interpello non solo del personale dirigenziale ma anche dei funzionari direttivi». Nel 2017 ci fu un nuovo round. Questa volta il Consiglio di stato accolse le ragioni della Direr ma allo stesso tempo stabilì che la giustizia amministrativa era incompetente sulla questione. A questo punto la palla è passata di nuovo alla Cassazione che sentenziò che «le ragioni della Direr sono fondate e meritano di essere accolte, nel merito […] anche il ricorso è fondato alla luce di queste considerazioni, il ricorso deve essere accolto spettando la giurisdizione al giudice amministrativo, la sentenza del Consiglio di Stato deve essere quindi cassata, con rinvio al Consiglio di Stato in diversa composizione». Poi la Regione decise di rinviare di nuovo alla Cassazione, perdendo. Alla fine è arrivata la mazzata finale del Consiglio di Stato il 17 luglio scorso, dove i giudici presieduti da Luciano Barra Caracciolo hanno respinto i ricorsi della Regione. E stabilito una volta per tutte, «la ricerca all'esterno di professionalità deve seguire alla verifica del possesso dei requisiti richiesti in capo a soggetti già appartenenti ai ruoli dell'amministrazione e, quindi, anche tra i funzionari direttivi di categoria D». E poi: «Nella fattispecie all'esame del collegio, al contrario, accertata l'impossibilita di ricoprire i posti attraverso dirigenti interni, il direttore della direzione regionale risorse umane ha pubblicato gli avvisi per il conferimento dell'incarico all'esterno. Tale procedura deve ritenersi, dunque, viziata in quanto rivolta in via esclusiva nei confronti del personale dirigenziale, e non anche di quello direttivo». L'avvocato Tomassetti spiega che «finalmente è stato stabilito che la Regione in questi anni ha operato fuori dalla legge, non dai regolamenti». A questo punto si attende l'ultimo round alla Corte dei conti. E per la giunta fuorilegge di Zingaretti, che ha assunto altri 78 dirigenti persino dopo la sentenza del Tar del 2015, il conto potrebbe essere molto salato.