2020-12-20
Stefano Ricci riparte da Parigi e Taiwan
Il gruppo ha aperto boutique a Taipei e nella capitale francese e lanciato, nonostante il lockdown, la linea di orologi Octagon e un club esclusivo. «Per la nuova collezione ci siamo ispirati all’uomo di mondo che ama rifugiarsi nella natura»Se è vero che l’eleganza è un’armonia che somiglia alla bellezza, se è vero che quest’ultima è un dono di natura mentre la prima è un risultato dell’arte, allora Stefano Ricci racchiude tutto nella sua missione: creare abiti perfetti, disegnare oggetti straordinari, vivere in luoghi da sogno mettendo insieme eleganza e bellezza. E ponendo l’uomo al centro della natura. Lo fa partendo da Poggio ai Segugi, la tenuta nel cuore del Mugello buen retiro del patron che in quella villa ottocentesca riesce a lavorare guardando il paesaggio e traendone ispirazione. Il posto è magico a cominciare dalla casa, resa preziosa da quella pietra serena che Ricci ha voluto in tutti i suoi negozi. Attorno oltre 1.000 ettari di prati, colline, boschi dove corrono cervi, daini, lupi e cinghiali. Stefano, Claudia, Filippo e Niccolò Ricci hanno scelto di presentare l’ultima collezione in questa cornice straordinaria, in un’atmosfera natalizia resa ancora più calda dall’amore per il posto e che hanno condiviso con pochi eletti. Gli 80 look traggono spunto da questo luogo incontaminato. «Abbiamo ascoltato il ritmo della natura», spiega il direttore creativo Filippo Ricci, «Ci siamo lasciati guidare dai colori dei castagneti, delle querce secolari, delle foglie, dalle sfumature della natura. Il nostro uomo, in questo viaggio interiore che lo ha accompagnato alla ricerca della “grande bellezza”, è giunto a una riscoperta dei valori più intimi e profondi della propria esistenza. Per esprimere in maniera ancora più emozionale questo passaggio, abbiamo deciso di affidare l’interpretazione della collezione nella campagna pubblicitaria a una giovane fotografa di talento, Nima Benati. Il nostro uomo visto per la prima volta attraverso un occhio femminile». Note di uno stile inconfondibile. «Noi siamo anche quello che indossiamo. La collezione Stefano Ricci per l’autunno/inverno 2021-2022 rappresenta questo sentimento puro, per uomini che amano sognare ma restano con i piedi ben piantati per terra. Un guardaroba per viaggiatori del mondo che amano passeggiare nella natura, soffermarsi di fronte a un paesaggio che si può trasformare in un’ideale foresta incantata dove rifugiarsi per ritrovarsi. Lontano dalla frenesia del mero apparire». Tradizione sartoriale e materiali leggeri e high tech finiscono nelle lane ultrafini e nelle mischie di cashmere preziosi e vicuña, nei bomber di cashmere con microborchie, nell’abito jogging di cashmere ultralight, nella sahariana d’inverno, nei pantaloni con coulisse in vita. E poi suede idrorepellenti, cocco nabuccato e morbido, giubbotti con interni in visone rasato personalizzato. Accanto alla collezione uomo, quella junior, con capolavori in miniatura per bambini eleganti come i padri. Un guardaroba per viaggiatori del mondo, ma purtroppo, causa pandemia, si è tutti costretti a rinunciare a viaggiare. «In un anno di crisi globale», ha spiegato Niccolò Ricci, ad dell’azienda di famiglia, «abbiamo ridefinito le nostre priorità, privilegiando gli aspetti legati alla salute di dipendenti e collaboratori. Abbiamo investito molto, creando piattaforme per rinnovare il dialogo con una clientela internazionale che, all’improvviso, non ha potuto più muoversi. Non ci siamo arresi. Abbiamo realizzato nuove aperture a Taipei che esprimono un mercato più dinamico e, di recente, alle Galeries Lafayette a Parigi. Abbiamo presentato Octagon, che segna il nostro debutto nell’alta orologeria, con un sostenuto apprezzamento. Abbiamo lanciato lo Sr club, dedicato ai più importanti clienti del mondo. Tutti segnali di fiducia. Il mercato cinese è in crescita, l’area russa ha mantenuto dinamicità, a differenza dell’Europa. Segnali di ripresa negli Stati Uniti dove, dopo le presidenziali, la clientela è tornata ad acquistare. Prevediamo di tornare ai dati pre pandemia nel 2022». Oggi il marchio Stefano Ricci è presente nel mondo con 68 monobrand e con 21 shop in shop. Il 2019 si era chiuso con un fatturato di 148,3 milioni.Lo Sr club prevede requisiti esclusivi per farne parte. «La partecipazione è solo su invito ed è riservata a 250 clienti nel mondo, ossia a coloro che spendono nell’arco dell’anno dai 50.000 euro in su. L’iniziativa nasce per gratificare questo tipo di clientela. Chi entra a far parte dello Stefano Ricci club riceve un’elegante scatola in pelle che contiene la tessera in titanio con inciso il suo nome; grazie a questa tessera ha accesso a tutti i servizi riservati, come il sarto a domicilio, una cravatta realizzata per i membri del club (diversa ogni anno) e una bottiglia del nuovo champagne Stefano Ricci. I membri hanno inoltre il diritto di prelazione su tutte le limited edition e la possibilità di scegliere outfit esclusivi».
Protagonista di questo numero è l’atteso Salone della Giustizia di Roma, presieduto da Francesco Arcieri, ideatore e promotore di un evento che, negli anni, si è imposto come crocevia del mondo giuridico, istituzionale e accademico.
Arcieri rinnova la missione del Salone: unire magistratura, avvocatura, politica, università e cittadini in un confronto trasparente e costruttivo, capace di far uscire la giustizia dal linguaggio tecnico per restituirla alla società. L’edizione di quest’anno affronta i temi cruciali del nostro tempo — diritti, sicurezza, innovazione, etica pubblica — ma su tutti domina la grande sfida: la riforma della giustizia.
Sul piano istituzionale spicca la voce di Alberto Balboni, presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che individua nella riforma Nordio una battaglia di civiltà. Separare le carriere di giudici e pubblici ministeri, riformare il Consiglio superiore della magistratura, rafforzare la terzietà del giudice: per Balboni sono passaggi essenziali per restituire equilibrio, fiducia e autorevolezza all’intero sistema giudiziario.
Accanto a lui l’intervento di Cesare Parodi dell’Associazione nazionale magistrati, che esprime con chiarezza la posizione contraria dell’Anm: la riforma, sostiene Parodi, rischia di indebolire la coesione interna della magistratura e di alterare l’equilibrio tra accusa e difesa. Un dialogo serrato ma costruttivo, che la testata propone come simbolo di pluralismo e maturità democratica. La prima pagina di Giustizia è dedicata inoltre alla lotta contro la violenza di genere, con l’autorevole contributo dell’avvocato Giulia Buongiorno, figura di riferimento nazionale nella difesa delle donne e nella promozione di politiche concrete contro ogni forma di abuso. Buongiorno denuncia l’urgenza di una risposta integrata — legislativa, educativa e culturale — capace di affrontare il fenomeno non solo come emergenza sociale ma come questione di civiltà. Segue la sezione Prìncipi del Foro, dedicata a riconosciuti maestri del diritto: Pietro Ichino, Franco Toffoletto, Salvatore Trifirò, Ugo Ruffolo e Nicola Mazzacuva affrontano i nodi centrali della giustizia del lavoro, dell’impresa e della professione forense. Ichino analizza il rapporto tra flessibilità e tutela; Toffoletto riflette sul nuovo equilibrio tra lavoro e nuove tecnologie; Trifirò richiama la responsabilità morale del giurista; Ruffolo e Mazzacuva parlano rispettivamente di deontologia nell’era digitale e dell’emergenza carceri. Ampio spazio, infine, ai processi mediatici, un terreno molto delicato e controverso della giustizia contemporanea. L’avvocato Nicodemo Gentile apre con una riflessione sui femminicidi invisibili, storie di dolore taciuto che svelano il volto sommerso della cronaca. Liborio Cataliotti, protagonista della difesa di Wanna Marchi e Stefania Nobile, racconta invece l’esperienza diretta di un processo trasformato in spettacolo mediatico. Chiudono la sezione l’avvocato Barbara Iannuccelli, parte civile nel processo per l’omicidio di Saman, che riflette sulla difficoltà di tutelare la dignità della vittima quando il clamore dei media rischia di sovrastare la verità e Cristina Rossello che pone l’attenzione sulla privacy di chi viene assistito.
Voci da angolature diverse, un unico tema: il fragile equilibrio tra giustizia e comunicazione. Ma i contributi di questo numero non si esauriscono qui. Giustizia ospita analisi, interviste, riflessioni e testimonianze che spaziano dal diritto penale all’etica pubblica, dalla cyber sicurezza alla devianza e criminalità giovanile. Ogni pagina di Giustizia aggiunge una tessera a un mosaico complessivo e vivo, dove il sapere incontra l’esperienza e la passione civile si traduce in parola scritta.
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Terry Rozier (Getty Images)
L’operazione Royal Flush dell’Fbi coinvolge due nomi eccellenti: la guardia dei Miami Heat Terry Rozier e il coach dei Portland Trail Blazers Chauncey Billups, accusati di frode e riciclaggio in un vasto giro di scommesse truccate e poker illegale gestito dalle storiche famiglie mafiose.