2025-05-31
Stefano Ricci alla conquista del mondo
La maison fiorentina ha trasformato il lancio delle sue collezioni in un veicolo di scoperta e racconto di angoli remoti del pianeta Un viaggio accompagnato dagli scatti di fotografi di fama internazionale, che rivelano l’anima dei luoghi visitati durante la missione.Nel mondo del lusso e dell’eleganza maschile, pochi marchi incarnano il concetto di esplorazione culturale e naturale come Stefano Ricci. Con il progetto Stefano Ricci Explorer, la maison fiorentina ha trasformato la moda in un veicolo di racconto, scoperta e responsabilità, portando le sue collezioni in angoli remoti del mondo per fonderle con la storia, l’identità e le bellezze dei territori visitati. Un progetto unico nel panorama dell’alta moda, che unisce estetica, cultura e sostenibilità. Un progetto che va ben oltre la moda. Stefano Ricci Explorer non è una semplice campagna pubblicitaria itinerante. È una dichiarazione d’intenti: la convinzione che l’eleganza autentica sia profondamente radicata nel rispetto per la cultura e la natura. Ogni tappa di questo percorso esplorativo è pensata come un omaggio alla ricchezza del mondo, ma anche come un impegno concreto a preservarla. Dalla Cambogia al Perù, dalle Galapagos alla Mongolia, il progetto ha messo in luce non solo la maestria sartoriale italiana, ma anche l’importanza della narrazione visiva. Fotografi di fama mondiale come Steve McCurry e Mattias Klum hanno immortalato questi viaggi in scatti che raccontano l’anima dei luoghi, delle persone e dei capi che da essi traggono ispirazione.«Il settimo capitolo della missione Explorer ci ha portati in Rajasthan e Uttar Pradesh: “The land of the kings”, la terra dei re, dei palazzi imperiali e della spiritualità profonda. Un richiamo ancestrale, in un parallelo tra la nostra Firenze rinascimentale e le antiche capitali Moghul. Lì abbiamo costruito un racconto per immagini», racconta Filippo Ricci, direttore creativo di Stefano Ricci, alla presentazione che si è tenuta nella esclusiva cornice del Piccolo Teatro di Milano. «Steve McCurry ci ha accompagnato, proprio lui che in India ha scattato alcune delle fotografie più iconiche della sua carriera. Pensare a questi luoghi riporta alla mente le immagini che hanno segnato la mia giovinezza. Le fotografie di tigri ed elefanti, gli scatti di architetture tra induismo e islam, una cultura fatta di vecchi numeri di National Geographic, che consentivano a me e a mio fratello Niccolò di crescere osservando questo mondo esotico. Incontrando poi a Firenze i clienti che arrivavano da quelle terre lontane, che sarebbero diventati poi amici di famiglia». Prima tappa il Ranthambore National Park, riserva naturale, ma soprattutto un luogo sospeso nel tempo, dove la giungla si è riappropriata dei propri spazi, dentro le rovine di fortificazioni del decimo secolo. «Abbiamo dormito in tenda, come esploratori del secolo scorso, abbiamo parlato con i guardiani davanti al fuoco, la sera, sperando di poter vedere, il giorno successivo, l’animale simbolo di questa missione: la tigre del Bengala. E l’abbiamo trovata. In due occasioni». Qui sono stati ambientati gli scatti dei primi capi: una field jacket sfoderata in cachemire ultralight con inserti in suede, una borsa messenger in coccodrillo nabuccato e un blouson in lana solaro.«Dopo la natura selvaggia, il viaggio ci ha portati a Fatehpur Sikri, città-fortezza in arenaria rossa, costruita da Akbar il Grande alla fine del Cinquecento. È in questo scenario abbiamo presentato outfit che giocano sulle tonalità del bianco Taj Mahal e del beige Rajasthan Desert». Un continuo dialogo culturale che rispetta le origini e reinterpreta la bellezza in chiave contemporanea.E poi la città di Jaipur, detta la Pink City. «Qui abbiamo vissuto un giorno da maharaja nel City Palace di Jaipur, con le sue sale ricche di bassorilievi, specchi e pietre incastonate. Soprattutto la Golden Mirror Room e la Blue Room». A seguire il Panna Meena ka Kund, dove le donne da secoli raccolgono l’acqua dei monsoni con vasi di terracotta; Jodhpur, detta Sun City per i colori del cielo, e Blue City per le case dipinte d’azzurro, una città che si estende come un miraggio tra le colline e il deserto del Thar. Ultima tappa, Udaipur, la città dei laghi. Ciò che rende unico Stefano Ricci Explorer è la sua capacità di coniugare l’eccellenza artigianale italiana con un’autentica coscienza etica. La scelta dei materiali, le collaborazioni con enti no-profit, l’attenzione all’ambiente e la promozione delle culture locali sono tutti elementi che dimostrano come la moda possa diventare uno strumento di cambiamento positivo. Stefano Ricci propone una visione della moda lenta, riflessiva e profondamente legata ai valori. I capi non sono semplicemente indumenti, ma testimonianze di un viaggio, di un incontro, di un rispetto. Un successo che non capita per caso. «In un momento congiunturale pieno di incertezze come quello che stiamo vivendo» dichiara Niccolò Ricci, ceo di Stefano Ricci «manteniamo una fiducia che si basa su un andamento generale in sostanziale allineamento con i dati dello scorso anno. Dopo aver chiuso il 2024 a 233 milioni di Euro, le vendite dei negozi diretti nel primo quadrimestre 2025 registrano un incremento del 3%, nonostante una flessione del 3% del fatturato totale, al netto di un importante progetto estero di interior che aveva influito in questo periodo sul precedente esercizio. La società continua, comunque, ad investire e lo fa negli Stati Uniti dove, dopo l’apertura di Houston del dicembre scorso, a settembre apriremo a Washington D.C. Parallelamente abbiamo inaugurato da poco la boutique di Ho Chi Minh City in Vietnam che esprime un ulteriore sviluppo dei nostri progetti nel sudest asiatico». È stato completato il piano di sviluppo produttivo che vede oggi l’azienda presente con la nuova logistica di 4.400 mq nell’area aeroportuale di Firenze e con il completato trasferimento della sartoria dalla sede originaria di via dei Niccoli a Firenze, nei nuovi spazi di 1200 mq presso lo stabilimento di Caldine (Fiesole), dove oggi lavorano 45 sarti per migliorare la capacità del “su misura”. A livello di futuri investimenti si segnalano le aperture di Almaty e Roma, in aggiunta alla nuova location di Porto Cervo in apertura a giugno, portando così il brand a 82 boutique monomarca nel mondo. In questo anno, inoltre, sono previsti più di 400 metri quadri di refitting retail nell’area Cina. Il mese scorso Stefano Ricci ha siglato inoltre un accordo di mecenatismo culturale con Gallerie degli Uffizi in qualità di main sponsor del progetto di smantellamento della gru che deturpava lo skyline di Firenze da oltre vent’anni e della riqualificazione dell’area del cortile museale nel cuore della città. Proseguendo nei piani di sostegno alle realtà locali, in occasione di Sr Explorer Mission Rajasthan e Uttar Pradesh, è stato raggiunto un accordo con il Centre for wildlife wtudies (Cws), legato alla sopravvivenza della tigre nel habitat naturale dell’India. «Siamo particolarmente lieti di aver raggiunto un accordo con Dr. Krithi Karanth, personalità riconosciuta a livello internazionale per la serietà dei progetti da lei curati. Il nostro contributo consentirà di supportare lo studio di conflitti tra la fauna selvatica e le comunità locali», conclude Niccolò Ricci.
«Las Muertas» (Netflix)
Disponibile dal 10 settembre, Las Muertas ricostruisce in sei episodi la vicenda delle Las Poquianchis, quattro donne che tra il 1945 e il 1964 gestirono un bordello di coercizione e morte, trasformato dalla serie in una narrazione romanzata.