2023-06-01
Stasera in onda su Nove il documentario sul «Mostro del Circeo»
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20 aprile 2006, Angelo Izzo in aula al palazzo di giustizia di Campobasso (Ansa)
Angelo Izzo – Cuore nero, disponibile anche in streaming su Discovery+, è il tentativo di capire come si possa, «Dopo trent’anni di galera, compiere lo stesso misfatto». Il nastro è avvolto rapidamente, senza indugi. Angelo Izzo, il 29 settembre 1975, ha seviziato e torturato Donatella Colasanti e ammazzato Rosaria Lopez. Nel 2005, rilasciato in condizione di semilibertà, ha ucciso e sepolto a Ferrazzano Maria Carmela Maiorano e sua figlia Valentina, quattordicenne.Quella di Angelo Izzo non è una storia nuova, cui possano essere aggiunte dichiarazioni e sorprese ed elementi passibili di essere definiti inediti. È finita la storia di Angelo Izzo, e lui stesso, a cinquant’anni (quasi) dagli orrori perpetrati, ha deciso di scriverla. Per rettificare, per dare conto di quanto profondo sia il male, quanto scuri gli abissi. «Le due ragazze erano lì perché le volevamo uccidere, non violentarle. Nessuno l’ha ipotizzato e capito», ha scritto di suo pugno, in Io sono l’uomo nero – Dal Circeo a Ferrazzano: la storia mai raccontata di Angelo Izzo e dei suoi crimini, edito dai Rai Libri e reso fruibile da Ilaria Amenta. Allora, la giornalista ha dovuto porre un limite a colui che ha definito un «narciso del male», ad una narrazione che avrebbe voluto essere epica, colma di dettagli, di brutalità, di violenza e cattiveria. Di un’atrocità che, negli anni, è stata scandagliata e scandagliata ancora, in cerca di un perché che nessuno, nemmeno Izzo, ha mai saputo darle.Angelo Izzo, il Mostro del Circeo, ha ucciso di proposito, perché la violenza potesse essere lo strumento attraverso il quale ribellarsi a una vita già scritta, agli oneri e agli onori di un’esistenza altoborghese, ai suoi lussi e ai suoi doveri. Non c’è altro da dire, sul suo operato o sugli uomini, due (Gianni Guido e Andrea Ghira), insieme ai quali ha seviziato e torturato Donatella Colasanti e ammazzato Rosaria Lopez. Niente da aggiungere. Quel che rimane, l’unica domanda ancora alla quale può aver senso cercare di dare una risposta logica è figlia di un ergastolo, racchiusa in un documentario che Nove manderà in onda giovedì primo giugno, alle 21.25. Angelo Izzo – Cuore nero, disponibile in streaming su Discovery+, è il tentativo di capire come si possa, «Dopo trent’anni di galera, compiere lo stesso misfatto». Il nastro è avvolto rapidamente, senza indugi. Angelo Izzo ha massacrato due ragazze, il 29 settembre 1975. Le ha attratte nella villa di Ghira, a San Felice Circeo, giurando loro ci sarebbe stata una festa. Poi, insieme agli amici, le ha stuprate, seviziate, massacrate per trentacinque ore consecutive. Una, la maggiore, appena diciannovenne, è morta. L’altra, diciassettenne, si è salvata. Ha finto di essere morta, non si è mossa quando Izzo e compagni l’hanno infilata nel bagagliaio di un’auto, accanto l’amica senza vita. Ha aspettato di essere sola. Poi, i suoi lamenti hanno attratto un metronotte. Donatella Colasanti è sopravvissuta all’orrore. Un orrore cui, in poche ore, sono stati dati nomi e cognomi. I carnefici sono stati condannati. Izzo ha preso l’ergastolo. Ma, trent’anni più tardi, nel 2005, è stato rilasciato in condizione di semilibertà. Decisione, questa, che ha portato alla morte di altre due donne. Maria Carmela Maiorano e sua figlia Valentina, quattordicenne, sono state ammazzate e sepolte, a Ferrazzano, nella provincia di Campobasso. «Stavo organizzando tre, quattro omicidi e mi sono detto: “Ora faccio sparire anche loro”», sono le parole di Izzo. Parole che il documentario di Nove non vuole giudicare o approfondire o indagare con spirito etico. Angelo Izzo – Cuore nero non è figlio della volontà di spiegare quel che la mente umana è destinata a non capire, ma della volontà di soffermarsi sulla responsabilità della giustizia, su quel che avrebbe potuto essere fatto diversamente, su due vite, quelle della Maiorano e della figlia Valentina, che, forse, avrebbe potuto essere risparmiate.
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