2023-06-26
Spunta il tesoro del «cuoco». Xi sta con Mosca
Del capo di Wagner nessuna traccia, ma nel covo di San Pietroburgo trovate banconote per 43 milioni di euro.Il silenzio dopo la tempesta. Yevgeny Prigozhin e Vladimir Putin non dicono nulla. Del leader della Wagner non si sa dove sia e soprattutto quali siano i suoi piani. L’ultima immagine lo ritrae a bordo di un suv, mentre lascia la città di Rostov tra gli applausi della folla. Secondo l’accordo mediato dalla Bielorussia che ha sventato il tentato colpo di stato di ieri l’ex fedelissimo di Putin e i suoi andranno proprio a Minsk. Non è previsto nessun processo per il cuoco del Cremlino e nessuna incriminazione per i suoi uomini che hanno preso parte all’azione. Una vera e propria grazia a tutti gli effetti. Durante la perquisizione dell’Hotel Trezzini di San Pietroburgo, ritenuto l’ufficio del capo del Gruppo Wagner sarebbero stati trovati contanti per il valore di 4 miliardi di rubli, circa 43 milioni di euro. Lo riporta un corrispondente di Fontanka, media russo di giornalismo d’inchiesta. Era un furgone carico di scatole con denaro in contanti, parcheggiato vicino al presunto ufficio. Nel rifugio, oltre che alle mazzette di rubli, sarebbero stati rinvenuti passaporti falsi con la foto del leader della Wagner, così come armi e addirittura lingotti d’oro.Non è chiaro chi abbia ordinato la perquisizione, ma Prigozhin ha confermato le notizie dei media in un messaggio audio su uno dei suoi canali Telegram, affermando che i soldi che teneva in un furgone e due autobus erano destinati agli stipendi, oltre che al pagamento dei cosiddetti Risarcimento «Cargo 200» per le famiglie dei combattenti uccisi. Per il resto ci sono solo teorie. Teorie su tutto quello che è successo, tante domande e nessuna risposta. Passate le ore di follia, si rincorrono telefonate e dichiarazioni da tutto il mondo. La domanda che si fanno tutti è cosa succederà adesso in Russia? Quali scenari si aprono sulla guerra e nel resto del mondo? Il leader bielorusso Aleksandr Lukashenko, che l’altro ieri ha mediato con Prigozhin per fermare l’avanzata delle truppe Wagner in Russia, ieri ha avuto ripetuti colloqui telefonici con il presidente russo e l’ex presidente kazako Nursultan Nazarbayev. «Questi sono affari interni della Russia», si legge intanto in un comunicato di Pechino, «in qualità di vicino amichevole e partner di cooperazione strategica globale nella nuova era, la Cina sostiene la Russia nel mantenere la stabilità nazionale e nel raggiungere lo sviluppo e la prosperità». Pechino adesso potrebbe approfittare del caos per aumentare la sua influenza sulla Russia aiutando lo zar a restare al potere o favorendo la creazione di un governo fantoccio prima che l’Occidente avanzi qualche pretesa. Severo il giudizio degli Stati Uniti. Il fallito golpe rivela «vere e proprie crepe» ai massimi livelli dello Stato russo, sfidando l’autorità del presidente Vladimir Putin» ha detto il capo della diplomazia americana, Antony Blinken. «Non credo che abbiamo visto l’atto finale» delle turbolenze russe, ha aggiunto «È troppo presto per dire cosa riserva il futuro ai mercenari». Ha concluso spiegando che il presidente Joe Biden non ha cercato di contattare il suo omologo russo. «Il leader del Cremlino si occupa dell’operazione militare speciale in Ucraina dalla mattina alla sera». Lo ha detto lo stesso presidente russo in un’intervista a Rossiya-1 registrata il 21 giugno scorso, secondo quanto riferito dalle agenzie di Mosca, nell’unica apparizione video dello zar dopo il tentato golpe. «Certo, presto attenzione prioritaria», ha risposto il presidente alla domanda su quanto tempo dedichi a seguire gli sviluppi dell’operazione, «la giornata inizia e finisce con questo».Inevitabilmente la battaglia sul campo si farà più feroce. Le forze ucraine dicono di aver rotto lo stallo e sfondato le linee nemiche in direzione di Donetsk. Diversa la versione del ministero della Difesa russo Shoigu, che afferma di aver respinto dieci attacchi nella regione. Propaganda che arriva come sempre da entrambi le parti. Il ministro della Difesa, come tutto l’establishment russo naturalmente ne esce indebolito. Per «il momento non abbiamo notizia di nessun generale cacciato dal Cremlino», ha spiegato il segretario di Stato Usa avvertendo che bisognerà aspettare i prossimi giorni per scoprire cosa accadrà. Rischiano di saltare teste ma si rischiano anche nuove incursioni. Esistono anche altri che potrebbe prendere ispirazione dal leader della Wagner. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha approfittato della crisi vedendola un punto a proprio favore. Blinken ha parlato di «un ulteriore vantaggio» per la controffensiva di Kiev ricordando che lo stesso Prigozhin, sin dall’inizio, ha messo in discussione l’invasione e la gestione della guerra da parte dei generali russi. Putin pensava di gestire la guerra e di vincerla in gran parte con i mercenari, mercenari che alla fine gli si sono rivoltati contro.
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Benjamin Netanyahu (Ansa)