2020-03-19
Spread in volo, poi Bankitalia compra a raffica
L'Eurotower sconfessa il falco Robert Holzmann. Il differenziale sfonda la soglia dei 300 punti, poi chiude a 271.Ignazio Visco fa il pompiere per conto di Francoforte per domare l'incendio dello spread che ieri ha sfondato la soglia dei 300 punti base schizzando ai massimi dagli ultimi sette anni. La Banca d'Italia sta dunque acquistato titoli di Stato tramite il sistema europeo delle Banche centrali (Escb) per assicurare condizioni ordinate negli scambi. Lo ha detto ieri una fonte di Via Nazionale all'agenzia Reuters sottolineando che gli interventi sono flessibili sia nel timing sia nei mercati di riferimento e continueranno fin che ce ne sarà bisogno.L'intervento segue la linea dettata dal Governing council di Francoforte che ha replicato alle dichiarazioni del governatore austriaco Robert Holzmann secondo il quale la politica monetaria potrebbe avere raggiunto il proprio limite. «La Banca centrale europea è pronta ad aggiustare le misure di risposta alla pandemia di coronavirus», si legge in una nota diffusa ieri mattina. E sempre ieri dalle pagine del tedesco Zeit il membro del consiglio direttivo della Bce Isabel Schnabel ha assicurato che l'Eurotower è pronta a fare tutto ciò che rientra nel suo mandato per contrastare la turbolenza dei mercati che sta disturbando la trasmissione monetaria, perché altrimenti la politica monetaria non può funzionare. Qualche giorno fa anche il consigliere esecutivo irlandese, Philip Lane, correggendo il tiro delle dichiarazioni di Christine Lagarde sullo spread, aveva annunciato nuovi interventi e lo stesso Visco, in un'intervista a Bloomberg tv, aveva detto che la Bce «può concentrare gli acquisti di titoli di Stato» su «un unico Paese» per far fronte a situazioni d'emergenza sui Bond. E così è stato. Insomma, quei 120 miliardi di acquisti di debito, anziché essere cadenzati da un ammontare fisso mensile e divisi fra i Paesi secondo la regola della capital key, possono essere utilizzati in maniera mirata. Ad esempio per calmierare lo spread italiano, quando fosse necessario. Quindi altro che gaffe, ecco il «whatever it takes» di madame Lagarde. Una sorta di «armiamoci e partite» da mettere in campo nell'alveo del cosiddetto programma Pspp (Public sector purchase programme), ovvero l'acquisto dei titoli di Stato sul mercato secondario nell'ambito del Qe della Bce, per il securities lending (prestito titoli) avviato a maggio 2015 quando presidente era Mario Draghi. Il grosso degli acquisti è fatto dalle Banche centrali nazionali, segno di una certa resistenza a mutualizzare i rischi del sostegno ai mercati periferici dei titoli di Stato. I 120 miliardi annunciati da Francoforte come dotazione extra spendibile dovrebbero servire a contrastare la frammentazione dei mercati nazionali conseguente alla volatilità finanziaria scatenata dall'emergenza Covid-19. Ma sorge anche il sospetto che la motivazione principale sia mantenere una parvenza di separazione tra esposizioni sovrane all'interno del sistema europeo delle Banche centrali, giusto per fugare i timori di un drammatico breakdown dell'euro. Di certo, il livello è di massima allerta e il problema dell'allargamento dello spread e della salita dei rendimenti italiani comincia a essere anche di credibilità per la Banca centrale europea. I mercati stanno vendendo Btp in maniera così veloce e massiccia perché l'impatto del coronavirus sulle finanze pubbliche sarà molto significativo e aumenterà i rischi soprattutto per i Paesi che hanno già una crescita bassa o per quelli con elevati livelli di debito, vulnerabilità esterne o fragilità del sistema finanziario. Come l'Italia.Intanto, dopo l'intervento di Bankitalia ieri c'è stata una repentina inversione a U per i Btp scambiati sul mercato secondario telematico Mts. I titoli italiani sostenuti da Via Nazionale per conto del Sebc hanno iniziato a sovraperformare rispetto agli altri titoli del debito sovrano europeo. E lo spread con i Bund dopo aver toccato i massimi sopra quota 300 ha ripiegato chiudendo a 271 punti base. Il tampone ha funzionato, ma per quanto?