Una squadra di calcio per valere più di mezzo miliardo deve avere il proprio stadio
- Le prime due squadre in classifica per utilizzo medio dello stadio di proprietà sono il Manchester United e il Bayern Monaco. Il club inglese e quello tedesco sono gli unici ad aver ottimizzato le strutture al 100%.
- Nuovo stadio Roma: per arrivare a una soluzione mancano ancora diversi step, forse troppi, a distanza di sette anni dall'arrivo di James Pallotta. L'accordo per la costruzione dovrà passare da un accordo tra i 5 Stelle del comune di Roma e la regione Lazio del Partito democratico di Nicola Zingaretti.
- Real Madrid e Manchester United sono gli unici due club a sfondare il tetto dei 3 miliardi di euro per valore d'impresa. Il primo club italiano è la Juventus, decima in classifica con un miliardo e 548 milioni di euro.
Lo speciale contiene tre articoli.
Dando uno sguardo al Football clubs' valuation: the european elite 2019, lo studio di Kpmg che ha analizzato e passato al setaccio i bilanci delle squadre di calcio europee, si capisce perché tutti i club spingano per avere uno stadio di proprietà.
Secondo l'indagine, le squadre del Vecchio continente con i ricavi maggiori sono quelle che riescono a riempire lo stadio di proprietà almeno il 66% del tempo in un anno. Tra i club dei vari Paesi, quelli inglesi sono decisamente quelli che riescono a fare meglio quanto a utilizzo dello stadio di proprietà.
Lo studio fa riferimento alla stagione 2017/2018 e si intuisce come la percentuale di utilizzo di uno stadio sia determinate per i conti di un club calcistico. Il conto che fa Kpmg è semplice: sono state calcolate le ore vendibili, quelle in cui si tiene una partita, rispetto alle giornate che ci sono in un anno (escluse feste o ricorrenze in cui lo stadio deve rimanere vuoto).
Il Barcellona, per esempio, è una squadra che riempie il suo Camp Nou il 66% del tempo, la percentuale minore tra i primi dieci club in Europa. Da notare, inoltre, come la squadra catalana sia anche quella che spende di più per il personale. Su un risultato operativo di 689 milioni di euro, l'81% viene speso per lo staff, non solo giocatori sia ben chiaro.
Al contrario il Tottenham, con il 76% di utilizzo dello stadio in un anno è la squadra che spende meno per il suo staff rispetto al risultato operativo. Solo il 39% di 430 milioni.
Il Real Madrid, la squadra europea con le spalle più larghe sotto il profilo finanziario, riempie lo stadio in un anno l'81% del tempo, spendendo il 58% dei suoi 743 milioni di euro di risultato operativo per lo staff.
Salendo in classifica si arriva alla prima squadra italiana, la Juventus. La Vecchia signora, come la chiamano i tifosi, l'anno scorso ha totalizzato 402 milioni di risultato operativo, spendendo il 64% di questi per lo staff (tra cui figura Cristiano Ronaldo che prende 30 milioni a stagione). I bianconeri entrano a tutto diritto nel club di chi utilizza lo stadio di proprietà almeno il 90% del tempo. La Juventus, secondo Kpmg, lo fa per il 95% del tempo in 12 mesi.
A questo punto della classifica stilata da Kpmg si intuisce perché in Inghilterra il calcio sia tanto importante. Tra le prime cinque squadre per utilizzo dello stadio in un anno, quattro appartengono a Sua Maestà.
Arsenal, Liverpool e Chelsea sono tutte vicino alla perfezione con una media annuale del 99% di utilizzo dello stadio di proprietà.
Partiamo dall'Arsenal. Il suo Emirates Stadium ha permesso alla squadra di realizzare un risultato operativo di 439 milioni di euro nella stagione 2017/2018. Il 62% di questi sono stati spesi per lo staff.
C'è poi il Liverpool con 514 milioni di euro e il 58% delle spese per lo staff. Anfield, che dal 1892 ospita le partite del club inglese, viene occupato il 99% del tempo disponibile in un anno.
Valori molto simili per il Chelsea. Stamford Bridge viene utilizzato il 99% dell'anno e aiuta in modo significativo a generare la gran parte dei 506 milioni che la squadra realizza ogni anno. Circa il 55% di questi vengono spesi per lo staff della squadra.
Le prime due squadre in classifica per utilizzo medio dello stadio di proprietà sono il Manchester United e il Bayern Monaco.
Il club tedesco è riuscito nella passata stagione a riempire il suo stadio, l'Allianz Arena, il 100% del tempo disponibile realizzando un risultato operativo di 629 milioni di euro. Esattamente la metà di questi soldi è andata nelle spese per lo staff, calciatori compresi.
Anche il Manchester United è riuscito nella passata stagione calcistica a riempire il suo Old Trafford il 100% del tempo disponibile realizzando 666 milioni di risultato operativo, il 50% di questi spesi per lo staff.
Dalla classifica di Kpmg sulle squadre che riescono meglio a sfruttare lo stadio di proprietà emerge una fotografia molto chiara.
Tra le prime 10 squadre europee, sei sono inglesi, due spagnole, una tedesca e una italiana. Nel Belpaese solo la Juventus compare in classifica.
Nessuna menzione per gli altri quattro club che hanno uno stadio di proprietà: l'Udinese (stadio Friuli), il Sassuolo (con il Mapei Stadium), il Frosinone (stadio Benito Stirpe) e l'Atalanta (stadio Atleti Azzurri di Bergamo). Tutti questi hanno una percentuale di utilizzo inferiore al 66% l'anno.
Ora non resta che vedere cosa succederà quando saranno pronti gli stadi della Roma e della Fiorentina. La speranza è che riescano a migliorare la media nazionale facendo fruttare il più possibile investimenti tanto ingenti.
Lo voleva Andreotti negli anni Ottanta, ora lo stadio della Roma passa da un accordo tra Pd e 5 Stelle

Ansa
«Da quando vidi in Spagna grandi stadi di calcio costruiti e posseduti da decine di migliaia di tifosi del rispettivo Club, sono stato sostenitore di analoghe realizzazioni da noi». Correva l'anno 1987, mese di gennaio, e per una rubrica l'ex ministro degli Esteri Giulio Andreotti spiegava come ci fosse bisogno di un nuovo stadio anche a Roma, appoggiando il progetto dell'ex presidente Dino Viola. «Siccome lo stadio Olimpico di Roma è molto bello» scriveva Andreotti «ma dalle curve per vedere la porta del lato opposto ci vuole un buon binocolo penso che nella capitale si potrebbe dare l' esempio di una tale iniziativa privata collettiva, senza attingere al pubblico danaro».
Sono passati 32 anni da allora, di stadi nuovi per la Roma ma anche per la Lazio si parla ormai in ogni campagna elettorale, ma di cambiamenti non ce ne sono mai stati. Ogni sindaco che si è succeduto sulla prima poltrona del Campidoglio ne ha fatto cenno. C'è stato Gianni Alemanno «Lo stadio della Roma si farà a Tor di Valle. Tra qualche settimana verra' presentato il progetto: non c'e' alcun ripensamento'». (21 marzo 2013). Poi Ignazio Marino. «Si parla di dare avvio a un progetto molto importante. Vogliamo riacquistare la guida del Paese». (26 marzo 2014). Quindi è arrivata Virginia Raggi, ma anche le inchieste della procura di Roma sul costruttore Luca Parnasi. In tutto questo non bisogna mai dimenticare che nel 2012 è arrivato James Pallotta, nuovo patron della Roma, capace di investire diversi milioni di euro su un nuovo impianto da almeno 60.000 posti, capace di far crescere a Tor di Valle un nuovo quartiere. Il problema è che con l'arrivo dei 5 Stelle molte opere che sarebbero dovute sorgere al fianco del nuovo stadio sono state accantonate. Non a caso Marino lo scorso aprile si fece sentire. «Cancellare quel progetto è stato un insulto pesante alle romane e ai romani». Spiegò l'ex sindaco rispetto alla modifiche apportate dalla giunta Raggi al progetto iniziale del nuovo stadio della Roma. «Non accettammo di votare l'interesse pubblico sullo stadio della Roma fino a quando dopo una riunione di un'intera giornata a New York chiedemmo a James Pallotta di inserire circa 300 milioni di euro di investimenti privati per opere pubbliche: una metro, il raddoppio della Roma-Lido, un altro ponte per le automobili».
Di fondo Marino non aveva neppure torto, perché il problema resta la mobilità della zona, che senza opportune infrastrutture non reggerebbe l'impatto delle partite di domenica. Il problema è che ora siamo sempre al punto di partenza. Per riuscire ad arrivare a una soluzione mancano ancora diversi step, forse troppi, a distanza di ben 7 anni dall'arrivo di Pallotta. Innanzitutto serve ancora una variante al Piano regolatore, poi Roma Capitale dovrà predisporre in accordo con i proponenti il contratto che regolerà i rapporti tra le parti, con obblighi, doveri e tempistiche per la realizzazione, quindi servirà la bonifica della zona di Tor di Valle e i progetti che dovranno essere valutati dall'Unione Europea. Ma soprattutto l'accordo per fare il nuovo stadio dovrà passare da un accordo tra i 5 Stelle del comune di Roma e la regione Lazio del Partito democratico di Nicola Zingaretti. E già tutti sanno che un accordo del genere potrebbe essere importante anche sul piano nazionale. Insomma ci vuole molta diplomazia politica, l'antica arte di Giulio Andreotti.
I dieci impianti di proprietà più influenti sui ricavi delle società di calcio
Il Santiago Bernabeu del Real Madrid (iStock)










Real Madrid e Manchester United superano i tre miliardi di valore
Il calcio inglese domina sul campo e non solo. Dopo aver concluso la stagione 2018/2019 con quattro squadre a contendersi le finali delle due competizioni europee per club, ossia la Champions League vinta dal Liverpool sul Tottenham e l'Europa League vinta dal Chelsea sull'Arsenal, i club della Premier League si impongono anche nella classifica delle squadre con il più alto valore d'impresa. A rivelarlo è la quarta edizione di Football clubs' valuation: the european elite 2019, uno studio elaborato da Kpmg e basato sul calcolo di alcune variabili prese in considerazione, tra cui la redditività, la popolarità, calcolata in base al numero di follower sui principali social network (Facebook, Twitter, Instagram e YouTube), il potenziale sportivo, il valore generato dai ricavi provenienti dai diritti televisivi e l'incidenza degli stadi di proprietà.
Il dominio del calcio inglese non ha impedito però al Real Madrid di piazzarsi al primo posto di questa classifica con un valore d'impresa pari a 3 miliardi e 224 milioni di euro, scalzando dal gradino più alto del podio il Manchester United, fermo, se così si può dire, a 3 miliardi e 207 milioni di euro. La crescita del Real Madrid, con un +10% rispetto all'anno precedente, è dovuta principalmente dagli incassi ottenuti dalle tre vittorie consecutive (2016, 2017, 2018) nella Uefa Champions League. Un filotto che ha permesso agli spagnoli di beneficiare di un incremento complessivo del fatturato operativo del 29% tra il 2016 e il 2019 e di registrare quasi il doppio dei ricavi commerciali rispetto ai Red Devils.
Al terzo posto della classifica si trova il Bayern Monaco. Il club tedesco registra un valore d'impresa pari a 2 miliardi 696 milioni di euro, quanto basta per scavalcare il Barcellona, scivolato al quarto posto, con 2 miliardi 676 milioni di euro. I catalani hanno subito una variazione al ribasso del 4% del loro enterprise value, ovvero la somma della capitalizzazione di borsa più l'indebitamento finanziario netto dell'azienda. L'unico club a mantenere invariato il piazzamento nella top ten rispetto all'anno scorso è il Manchester City, quinto con 2 miliardi 460 milioni di euro e, comunque, con un +14% alla voce incremento. Gli inglesi dello sceicco Manṣūr bin Zāyed Āl Nahyān, è riuscito a combinare una crsescita dei ricavi del 3% con una riduzione del 5% dei costi del personale. Alle spalle dei Citizens altre quattro big del calcio inglese. In ordine Chelsea (sesto), Liverpool (settimo), Arsenal (ottavo) e Tottenham (nono). I Gunners hanno fatto registrare la peggior performance all'interno della top ten rispetto alla stagione precedente vedendo il proprio valore d'impresa scendere a poco più di due miliardi di euro abbassandosi del -4%. Un risultato causato dal -10% dei ricavi operativi e dal +17% del costo del personale. Motivo? L'Arsenal non ha partecipato alla Champions League per la prima volta dopo 19 stagioni.
Il primo e unico club italiano presente in questa classifica è la Juventus, piazzatasi decima con 1 miliardo 548 miliardi di euro per valore d'impresa.






