2020-03-09
Spadafora manda nel caos la Serie A. Campionato verso lo stop in anticipo
Vincenzo Spadafora (Ansa)
Il ministro dello Sport riesce a litigare con Assocalciatori, Lega, Federazione e Sky.Dalla trasmissione in chiaro delle partite alla sospensione del campionato è un attimo per il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che ha reso la mattinata di ieri abbastanza complicata alle squadre di Serie A. L'Assocalciatori da tempo sostiene di essere favorevole allo stop: il presidente Damiano Tommasi è tra i promotori. E anche la Figc è pronta a fermare tutto. Spadafora, invece, sembra essersi convinto ieri mattina. E ha avviato un pressing sui vertici del calcio per sospendere il campionato, pasticciando la giornata di Serie A, perché lo ha fatto a pochi minuti dalla prima partita in scaletta: Parma-Spal, con calcio d'inizio previsto alle 12.30. Alle 12.17, però, tutte le agenzie di stampa titolano sull'invito del ministro a fermare la Serie A. Parma e Spal temporeggiano. I calciatori rientrano perfino negli spogliatoi. Poi la decisione: si gioca. Tornano in campo con oltre un'ora di ritardo. Quando tocca a Milan-Genoa è ancora tutto in forse. Il bus con la squadra del Biscione parte da Milanello alle 12.45 con la partita ancora non confermata. Ma alla fine si gioca. Un pastrocchio. Che ha scatenato una reprimenda della Lega, che ora nicchia e pretende chiarezza dal governo. La posizione ufficiale è questa: devono essere le istituzioni a dichiarare se si deve giocare o no, senza lasciare margini a valutazioni più o meno personali. Il Consiglio di Lega della Serie A, che nel frangente dello slittamento orario della gara del Tardini si è riunito, è uscito con un comunicato molto duro nei confronti del governo: «La Lega, fin dal primo giorno di emergenza per il Paese, ha sempre rispettato tutte le indicazioni governative ricevute sulla gestione epidemiologica del virus Covid-19, anche quando si sono manifestate in modo ondivago e contrastante». La Lega rivendica di essersi attenuta in modo stretto a quanto determinato dal Dpcm di ieri mattina e di aver rispettato quanto stabilito d'urgenza dalla Figc, permettendo di giocare le gare a porte chiuse. E se l'è presa con l'Assocalciatori per le richieste che, a dire della Lega, «hanno messo a serio rischio la tenuta del sistema». Ma ha anche lanciato una stilettata al governo: «Le reiterate e contrastanti dichiarazioni governative contribuiscono soltanto ad accrescere lo stato di confusione generale e sicuramente non aiutano il sistema a superare il momento di difficoltà generato dal virus». E anche se alla fine si è deciso di disputare gli altri 5 recuperi in programma, a partire da Juve-Inter, le polemiche sono continuate per tutta la giornata di ieri, con la posizione dei calciatori che è sembrata inasprirsi sempre più: Tommasi è addirittura pronto a proclamare uno sciopero e la Figc, per dare una risposta univoca all'emergenza, ha convocato un consiglio federale straordinario per domani. Il presidente del Cagliari, Tommaso Giulini, c'è andato giù pesante: «Il ministro è passato dal chiedere la trasmissione in chiaro delle partite alla sospensione del campionato. Nel mezzo un decreto che fa giocare a porte chiuse. Adesso l'Italia ha bisogno di lucidità e serietà, non di proclami populisti». Il ministro ha provato a difendersi. E nel primo pomeriggio ha dichiarato che Sky e la Lega hanno preferito scegliere gli interessi economici: «In questo momento di crisi sanitaria c'è chi prova a fare i conti con la realtà e chi purtroppo si limita a fare i conti». La replica di Sky è arrivata poco dopo: «Ci spiace constatare che le dichiarazioni del signor ministro dello Sport non corrispondono alla verità dei fatti. Infatti Sky da molti giorni aveva dato la piena disponibilità sia alla visione di Juventus-Inter sui propri canali in chiaro (Tv8 e Cielo) che alle partite di cui Sky detiene i diritti a pagamento». Sui social intanto è scoppiata la rivolta dei tifosi, che se la sono presa con Tommasi. Ma alla fine sembra prevalere la linea dello stop al campionato. La decisione in settimana.
Antonella Bundu (Imagoeconomica)
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