2023-09-22
Ci siamo sottomessi pure nel calcio La Serie A cerca «risorse» in Africa
Da sinistra: Francesco Totti, il Chief Operating Officer del Gruppo PureHealth Shaista Asif e il Ceo della Lega Serie A Luigi De Siervo (Lega Serie A)
Nel talent «The italian dream» giovani da Marocco, Egitto, Arabia ed Emirati si contenderanno un posto nella Primavera di un top club. Anziché rilanciare i nostri vivai, la Lega insegue la moda dell’accoglienza.L’hanno chiamato The italian dream il nuovo talent show televisivo lanciato dalla Lega di Serie A dopo l’apertura di un ufficio ad Abu Dhabi, in collaborazione con l’ente propagandistico governativo emiratino Image nation, che si occupa di media e intrattenimento. Il sogno italiano sembra quello dettato dal pensiero unico che imperversa in questo momento: riempire l’Italia di stranieri, anche nello sport nazionale, il calcio. E così, le «giovani promesse», almeno così vengono indicate da chi organizza, dell’area Middle East, ovvero il Medio Oriente, e del Nord Africa, potranno mettersi alla prova come nel Grande fratello, durante sei episodi che non mostreranno soltanto le abilità calcistiche dei ragazzi ma che narreranno anche le loro storie di sacrificio, fatica e ambizioni. Uno storytelling che appare già ben architettato in modo ideologicamente orientato. E lo specchietto per le allodole è la Serie A, proprio nel momento in cui la Nazionale italiana non sembra proprio delle più forti. Il messaggio è che si vuole rinforzare in qualche modo il calcio italiano con le «promesse» mediorientali e africane. Anche perché il vincitore del talent avrà la possibilità di un contratto con la squadra Primavera (la più importante competizione giovanile del calcio italiano) di un club di Serie A. I Paesi di provenienza? Arabia Saudita, Egitto, Emirati Arabi Uniti e Marocco. I ragazzi arabi, egiziani e marocchini saranno costantemente sotto le telecamere mentre si sfideranno attraverso i round eliminatori per raggiungere la finale che si disputerà dal vivo ad Abu Dhabi. La serie andrà in onda per tre mesi sulla rete Starzplay, che già trasmette il campionato italiano nei Paesi nordafricani e mediorientali. Maaz Sheikh, l’amministratore della Tv, ha spiegato: «Analizzando i dati sugli spettatori, abbiamo visto che lo sport è un elemento chiave per il pubblico del Medio Oriente e del Nord Africa, dove il calcio è lo sport più amato». Così sarebbe nata l’idea di The italian dream. E tra i partner del progetto c’è Pure Health, la rete sanitaria più presente negli Emirati Arabi Uniti, che sul sito della Lega viene presentata come «pioniera di innovazioni scientifiche rivoluzionarie in campo sanitario». All’evento di lancio della serie, che si è tenuto il 31 agosto nel Ritz-Carlton, un maxi resort da sceicchi, c’erano, oltre ai boss di Pure Health, Farhan Malik e Shaista Asif, anche dei pezzi grossi. A partire da Mohamed Khalifa Al Mubarak, il globetrotter del ministero della Cultura e del turismo, appassionato di basket Nba e punto di riferimento della comunità cestistica locale tanto da impegnarsi nella costituzione di una lega Nba junior emiratina. E poi, Masood M. Sharif Mahmood, amministratore di Etisalat, una compagnia telefonica conosciuta anche come Emirates telecommunications corporation che sembra puntare verso l’Italia dopo aver registrato a Roma, alla fine del 2022, come riporta il sito di blogger appassionati di tecnologia Upgo, un nuovo marchio: GoYu. A rappresentare l’Italia, invece, c’era l’ambasciatore negli Emirati Arabi Uniti Lorenzo Fanara. Ovviamente non poteva mancare Luigi De Siervo, l’amministratore delegato della Lega di Serie A, che ha esaltato l’inziativa: «The italian dream consentirà di rafforzare il legame quotidiano tra la Serie A e i tifosi di calcio di questa zona del mondo in cui oltre il 50 per cento del pubblico ha meno di 30 anni. Questa serie rappresenta soprattutto il desiderio della Lega di investire nei talenti presenti in quella regione, offrendo l’opportunità al miglior giovane giocatore locale di crescere, imparare e mettere in mostra le proprie abilità in una delle Leghe calcistiche più importanti al mondo». E si è prestato anche Franceso Totti, l’ex capitano della Roma e tra i volti più popolari del calcio italiano nel mondo: «Ho avuto il piacere e il privilegio di giocare con campioni come Salah (Mohamed Salah, calciatore egiziano, attaccante del Liverpool e della nazionale egiziana, in passato alla Roma, ndr) e Benatia (Medhi Benatia, difensore marocchino che ha giocato nella Roma, ndr) e conosco bene come questa area geografica abbia prodotto grandi talenti, come ha il recente mondiale confermato con le ottime prestazioni di Arabia Saudita e Marocco. Grazie a The italian dream potremo seguire le storie di un gruppo di talentuosi giocatori che giustamente vedono nel campionato italiano l’ideale per iniziare la loro carriera di professionisti. A loro va il mio più affettuoso augurio di successo». I costi dell’operazione non sono ancora noti, ma c’è da scommettere che gli emiratini non si siano risparmiati. Il ricco talent ricorda vagamente Campioni, il sogno, il reality sul Cervia di mister Ciccio Graziani che è andato in onda per due anni su Italia 1. Il vincitore, in quel caso, poteva accedere soltanto al ritiro pre campionato di Milan, Inter e Juventus. Nessun contratto. La Serie A, quanto a stranieri, stando ai dati di Transfermarkt, è già arrivata a percentuali da record, con il 62,7% (ben 353 calciatori su un totale di 563, in rappresentanza di 68 nazionalità). E anche per l’età media di chi scende in campo l’Italia non brilla: 26 anni. La Ligue 1 francese e la Liga spagnola puntano sempre più, invece, sui giovani e sui calciatori locali. E c’è un altro dato: dei 300.000 ragazzi che si iscrivono alle scuole calcio in Italia solo uno su 5.000 riuscirà a esordire in Serie A. I numeri avrebbero dovuto suggerire alla Lega di Serie A di investire sulle scuole calcio delle periferie delle metropoli italiane o di Caivano e Scampia. Lì di «promesse» da reclutare con il sogno della maglia del massimo campionato di certo non ne sarebbero mancate. Ma hanno vinto il pensiero unico e lo spettacolo.
«Murdaugh: Morte in famiglia» (Disney+)
In Murdaugh: Morte in famiglia, Patricia Arquette guida il racconto di una saga reale di potere e tragedia. La serie Disney+ ricostruisce il crollo della famiglia che per generazioni ha dominato la giustizia nel Sud Carolina, fino all’omicidio e al processo mediatico.