
Secondo le stime di Hamas, almeno 27 palestinesi sono stati uccisi da un raid in un centro di distribuzione di aiuti a Rafah. L’esercito israeliano: «Colpi contro chi ha abbandonato il percorso prestabilito». I miliziani eleggono Abu Suhaib nuovo leader della Striscia.Per il terzo giorno consecutivo, l’esercito israeliano ha reso noto che i propri soldati hanno sparato contro individui palestinesi ritenuti sospetti, che si erano avvicinati fino a circa 500 metri da un punto di distribuzione di aiuti umanitari situato nella zona di Rafah, nel Sud della Striscia di Gaza. Il ministero della Sanità di Hamas ha riportato un bilancio provvisorio di 27 vittime e numerosi feriti. Anche alcuni media locali di Gaza hanno riferito, senza fornire prove dirette, che vari ospedali hanno accolto persone colpite da proiettili mentre erano in attesa di ricevere assistenza umanitaria.Secondo quanto comunicato dalle Forze di difesa israeliane, mentre gruppi di civili palestinesi si stavano dirigendo verso il centro di distribuzione tramite i corridoi prestabiliti, i militari hanno notato la presenza di alcuni soggetti che si avvicinavano al perimetro senza rispettare i tracciati autorizzati, raggiungendo una distanza di circa mezzo chilometro dalla struttura umanitaria. Le truppe hanno inizialmente sparato colpi di avvertimento e, poiché i soggetti non si sono dispersi, hanno poi aperto il fuoco in direzione di diversi individui sospetti che si erano avvicinati ai militari.La Croce Rossa ha comunicato di aver ricevuto 184 persone presso il proprio ospedale da campo attivo nell’area di Rafah, specificando che alcune di esse erano già prive di segni vitali al momento dell’arrivo. Ventisette sono stati ufficialmente dichiarati morti, mentre altri 90 hanno richiesto interventi sanitari. Le Forze di difesa israeliane hanno confermato di essere al corrente delle notizie relative a vittime civili e di questo ha parlato il portavoce dell’Idf, Effie Defrin: «Sono consapevole delle critiche relative alla durata delle indagini sugli incidenti, ma la credibilità è fondamentale. Non riferirò mezze verità. Dobbiamo la massima onestà ai nostri riservisti che stanno operando sul campo. I numeri forniti da Hamas sono esagerati. A nostra conoscenza, i colpi di avvertimento sparati questa mattina non hanno causato un numero così elevato di vittime. Ci impegniamo a fare piena luce sulla verità».La Gaza Humanitarian Foundation (Ghf) - l’ente incaricato della distribuzione degli aiuti, con il sostegno di Stati Uniti e Israele - ha sottolineato che le operazioni umanitarie nel sito di Rafah si sono svolte regolarmente e senza interferenze. Secondo quanto riportato da Ynet, la Ghf ha annunciato l’apertura di un nuovo punto di distribuzione umanitaria, il primo nella parte settentrionale della Striscia di Gaza. La fondazione ha inoltre reso noto che il centro di distribuzione situato a Tel a-Sultan, nella zona di Rafah, ha consegnato ieri mattina 21 camion carichi di generi alimentari, equivalenti a circa 20.000 pacchi. Con questa ultima consegna, il totale dei pasti distribuiti ha raggiunto quota 7 milioni. È sempre più evidente che Hamas, in crescente difficoltà sul piano militare, cerchi deliberatamente di destabilizzare le operazioni dell’American Aid Fund for Gaza. Per l’organizzazione jihadista, il controllo della distribuzione degli aiuti umanitari rappresenta un elemento cruciale nella propria strategia di dominio sulla popolazione. Provocare disordini o addirittura aprire il fuoco sui civili durante la consegna dei pacchi alimentari - come accaduto la scorsa domenica - diventa così un mezzo per consolidare quel poco potere che le resta. Hamas avrebbe nominato Izz al-Din al-Haddad - Abu Suhaib come nuovo comandante a Gaza, colmando il vuoto di leadership lasciato dalla morte di Mohammed Sinwar in un attacco aereo israeliano il mese scorso. Soprannominato «il fantasma delle Brigate al-Qassam», il cinquantacinquenne è riuscito a sfuggire alla morte in diverse circostanze. Secondo fonti locali, Al-Haddad sarebbe sopravvissuto ad almeno sei tentativi di eliminazione dal 2008, inclusi raid aerei che hanno colpito la sua abitazione negli anni 2008, 2012, 2021 e 2023. Le autorità israeliane hanno messo una taglia di 750.000 dollari su di lui, offerta a chiunque fornisca informazioni utili alla sua localizzazione o eliminazione.Ieri è emerso che Mohamed Sabry Soliman, cittadino egiziano accusato di aver compiuto un attacco incendiario durante una manifestazione a sostegno di Israele a Boulder, in Colorado, aveva in passato manifestato pubblicamente simpatia per la Fratellanza Musulmana tramite i suoi profili social. Il suo account Facebook, rimasto inattivo da oltre dieci anni, conteneva post inneggianti all’ex presidente egiziano Mohamed Morsi e simboli riconducibili al movimento islamista. Intanto, Lufthansa ha nuovamente prorogato la sospensione dei voli per Tel Aviv fino al 22 giugno. Infine, sul fronte degli ostaggi l’apparato di sicurezza israeliano teme che, con l’aumento dell’anarchia nella Striscia di Gaza, non passerà molto tempo prima che elementi della catena di comando di Hamas decidano di separarsi e portare con sé ostaggi come merce di scambio in futuro, il che renderà ancora più difficili i negoziati per il loro rilascio. Una situazione del genere costringerebbe Israele a dialogare con diversi interlocutori, e non con un solo interlocutore come avviene oggi, peraltro senza risultati. Di fatto Hamas rifiuta lo schema presentato dall’inviato speciale della Casa Bianca Steve Witkoff e non intende in nessun modo lasciare il potere sacrificando la sua stessa popolazione. Ma questo ormai è diventato persino pericoloso dirlo.
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Friedrich Merz (Ansa)
- Per ripristinare le scorte Berlino vuol comprare Patriot Usa per 1,5 miliardi. All’Italia 15 miliardi di fondi Ue per il riarmo. La Kallas: stop al greggio di Mosca (ma dal 2027).
- Intanto Friedrich Merz prevede tensioni con i socialdemocratici. Ma pure la sua base è in rivolta.
Lo speciale contiene due articoli.
L’europarlamentare del Pd Irene Tinagli (Imagoeconomica)
Vanno su entrambi i titoli dopo la fine dell’Opas. L’europarlamentare Irene Tinagli però parla di «statalismo».