2024-04-18
Sospeso il «Mister preferenze» siciliano
Nuova tegola giudiziaria per i dem: nel 2019 Luca Sammartino raccattava consensi per la figlia del giudice Chinnici, candidata del Pd alle Europee. Poi è passato alla Lega ed è diventato vicepresidente della Regione. La Procura lo accusa di corruzione.Luca Sammartino, signore indiscusso delle preferenze in Sicilia, ex dem renziano accolto nella Lega due anni fa dopo un passaggio per l’Udc, attuale vice-presidente della Regione Sicilia, ruolo che i suoi sostenitori avrebbero preteso in virtù delle oltre 22.000 preferenze raccolte, è stato sospeso dalle funzioni pubbliche per un anno. L’inchiesta, per scambio elettorale politico-mafioso (sotto l’ombrello della cosca Santapaola) e corruzione, ricorda molto da vicino quelle che hanno mandato in macerie il sistema elettorale pugliese del cerchio magico di Michele Emiliano, e ha portato in carcere il sindaco di Tremestieri Etneo (Catania), Santi Rando. Sammartino, che è anche anche assessore all’Agricoltura e in questa indagine accusato del reato di corruzione, in passato, però, era rimasto coinvolto in due procedimenti per corruzione elettorale (in entrambi i casi è stato rinviato a giudizio). Nella tornata precedente, sotto le insegne di Italia viva, aveva incamerato 33.000 preferenze, record di sempre per l’assemblea regionale siciliana.Nella Lega Sammartino è poi diventato anche il ras delle tessere e alle assemblee si è rivelato un piantagrane: di recente si è opposto al gruppo unico di Lega e Movimento per le autonomie dell’ex governatore Raffaele Lombardo in consiglio regionale e ha esautorato il segretario regionale leghista Annalisa Tardino, eurodeputata, che è stata commissariata. Fece clamore anche un durissimo scontro con l’allora presidente Nello Musumeci quando, nella scorsa legislatura, la maggioranza cadde in aula durante un voto segreto con la complicità di alcuni franchi tiratori. E Musumeci tuonò proprio contro chi considerò l’artefice di quel tradimento: «Si vergogni Sammartino, in un momento come questo lei chiede di nascondersi dietro il voto segreto. Mi auguro che di lei e di quelli come lei si possa occupare ben altro palazzo». Una profezia. L’inchiesta coinvolge parte della rete locale di Sammartino. In tutto i coinvolti sono undici, tra esponenti politici, funzionari comunali e imprenditori. Per il sindaco Rando l’accusa è di scambio elettorale politico-mafioso e di corruzione aggravata. E ai domiciliari è finito il suo oppositore politico, Mario Ronsisvalle, farmacista che poi è diventato un suo alleato. L’accusa di corruzione per Sammartino è scattata perché avrebbe fatto pressioni su burocrati regionali e dell’Asl per ridurre il numero delle farmacie a Tremestieri, così da favorire il farmacista che sarebbe poi diventato un grande elettore della sua corrente. Proprio mentre i carabinieri indagavano sull’esistenza dell’ipotizzato mercato dei voti a Tremestieri Etneo hanno riscontrato una certa «preoccupazione» di Sammartino, che avrebbe tentato «di mettersi al riparo da eventuali attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata, dei quali sembrerebbe essersi avvalso in occasione delle elezioni». Poi, per schivare i colpi dell’inchiesta, avrebbe pure cercato di acquisire informazioni riservate ed effettuato una bonifica della sua segreteria politica. Il gip di Catania, Carla Aurora Valenti, lo descrive come «incline a commettere azioni delittuose» e sottolinea «la gravità dei delitti di corruzione commessi», oltre alla «capacità di incidere pesantemente nelle scelte dell’amministrazione comunale di Tremestieri Etneo (basti pensare, in via esemplificativa, alle imposizioni di voto a un paio di consiglieri comunali)».La contestazione di questa inchiesta riguarda proprio il periodo in cui Sammartino militava ancora nel Pd, ovvero nel 2019, quando si sarebbe mosso nella sua area territoriale di influenza politica per raccattare preferenze in favore di Caterina Chinnici (non indagata, il suo nome compare 15 volte nell’ordinanza), toga figlia del giudice assassinato da Cosa nostra nel 1983 che era candidata alle Europee. «Mi permetto di dire che bisogna dare un messaggio anche in Sicilia di quello che secondo me può essere il voto per le Europee», afferma Sammartino in una intercettazione, «perché veramente c’è un degrado culturale infinito. Lei (riferendosi alla Chinnici, ndr) è presidente del Tribunale per i minorenni di Palermo, è stata procuratore europeo... quantomeno è una persona preparata che sa il fatto suo». Un suo referente, poco dopo, gli fa sapere che Chinnici «salirà a bomba perché ho 750 contatti, ma tutti col cuore aperto». Come in tutte le inchieste siciliane di un certo tono non poteva mancare un collaboratore di giustizia: Silvio Corra racconta di alcuni episodi che risalgono al 2015, sostenendo di aver «personalmente accompagnato l’esponente di vertice dell’associazione mafiosa Francesco Santapaola detto «Colluccio» a summit con esponenti politici (tra i quali l’uomo che sarebbe poi diventato sindaco). In un paio di occasioni, secondo il pentito, alle riunioni aveva visto arrivare anche un altro personaggio, che ha riconosciuto in una foto dell’album che gli era stato esibito. L’immagine raffigurava Sammartino. Il pentito, però, ha detto di non conoscerne il nome.Martedì Sammartino ha gestito la partecipazione della Sicilia al Vinitaly: durante la Fiera di Verona si è confrontato con Totò Cuffaro per trovare il modo di coinvolgere la Dc alle europee, nonostante Salvini avesse storto il naso quando gli è stato proposto di dialogare con l’ex governatore siciliano. Poi il vicepresidente è rientrato a Catania. Ieri mattina ha trovato la sorpresa giudiziaria. I carabinieri hanno bussato alla sua porta con il provvedimento. Un attimo dopo ha comunicato al presidente Renato Schifani le sue dimissioni.
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