2018-12-03
Solo chi impara ad amare sé stesso sa amare anche gli altri e la natura
Può sembrare paradossale, ma è solo la stima di sé, la coscienza del proprio valore e del fatto di essere voluti da Qualcuno, a generare la vera umiltà. Ama il mondo, la natura, gli altri, soltanto chi impara ad amare sé stesso. E ci sono piccoli accorgimenti che aiutano a maturare questa consapevolezza, decisiva anche con i figli. Non può educare al rispetto chi non ce l'ha per sé.Secondo gradino: stimarsi, cominciare a contare su sé stessi.Un buon modo per lavorare sul secondo gradino è prendersi il tempo per fare qualche compito. Un buon sistema per lavorare con sé stessi è farlo per iscritto. Noi e la nostra agenda, o il quaderno o quello che è, dobbiamo diventare indivisibili.Esercizio 1: prendiamo carta e penna e mettiamo per iscritto tutte le volte della nostra vita in cui ci siamo sentiti forti, in cui ci siamo sentiti capaci. La volta in cui abbiamo preso 10 al tema. Quando siamo stati promossi. Quando eravamo con papà in quel bosco. Mettiamo tutto per iscritto e insieme, sullo stesso foglio, alle nostre capacità, tutto quello che sappiamo fare. Da ripetere almeno una volta la settimana.Esercizio 2: scriviamo una pubblicità di noi stessi, come se fossimo il nostro ufficio marketing. Almeno una vota la settimana.Esercizio 3: fare ogni giorno qualcosa di nuovo. Cosa potrebbe essere? Annotare sull'agenda i risultati.Esercizio 4: ricordare quanto abbiamo imparato sbagliando. Quante volte siamo caduti per imparare a camminare, quante volte abbiamo sbagliato per imparare l'aritmetica.Esercizio 5: imparare ogni giorno qualcosa di nuovo, ovvero leggere qualcosa che non si era mai letto, riprendere i vecchi libri di scuola, tirare giù materiale da Internet, iscriversi a un corso, imparare una nuova lingua, uno strumento musicale, l'informatica. Scrivere i progetti sul quaderno.Come vogliamo essereTerzo gradino: avere fede in sé stessi e nella capacità di crearsi un futuro come lo vogliamo.Avere fede in sé stessi significa sapere che da qualsiasi parte venga il vento, noi saremo in grado di mettere le nostre vele al meglio.Sono spesso stata in reparti di oncologia, ho studiato per venti anni la psicologia del genocidio: posso affermare al di là di ogni ragionevole dubbio che le persone che hanno una forte fede religiosa sono in grado di affrontare anche il dolore più terribile senza crollare. Il fatto di avere una fede spirituale ci aiuta a guardare oltre. Nello sterminio degli ebrei, in quello degli armeni e nelle situazioni più tragiche, chi ha una dimensione spirituale è molto più forte.Quindi pensiamoci molto bene prima di privare i nostri figli di tutto questo. Noi siamo la prima società dall'inizio del mondo che non ha avuto il rito condiviso e che vi ha rinunciato. Siamo la società dove la depressione è aumentata in cinquant'anni del 1.200%.Il terzo gradino da scalare per avere fede in sé stessi è molto più facile se crediamo anche in Qualcuno che ci ha creato. Se vogliamo avere fede in noi stessi, è molto più facile se abbiamo una dimensione spirituale. Proviamoci ad avere fiducia in noi stessi, perché siamo più forti di quanto pensiamo. Esercizio 6: mettiamo per iscritto come vogliamo essere tra 5 anni.Esercizio 7: visualizziamolo.Esercizio 8: trasformiamolo in un progetto. Scomposizione in segmenti, idee correlate, sistemi di monitoraggio. Ad esempio, se il mio sogno è scrivere un libro la scomposizione segmenti sarà: scrivere il libro, trovare un agente, trovare un editore. Il mio segmento quotidiano è scrivere una pagina al giorno. Non vado a letto senza aver scritto la mia pagina. Quando ho scritto la mia pagina festeggio e mi congratulo con me stessa/o. Le idee correlate sono per esempio scrivere il libro e pubblicarlo come e-book oppure cercare un disegnatore che lo illustri. Il sistema di monitoraggio sono le tappe intermedie da cui so che sto lavorando bene: per esempio, il momento in cui ho finito la prima parte del libro, quello in cui ho aggiunto l'indice o quello in cui ho trovato l'agente sono tutti tappe intermedie di monitoraggio.Il capitano dell'animaA cosa mi serve l'autostima? Per prima cosa a essere felice, perché io sono me stessa tutti i giorni, non a giorni alterni, e non è possibile essere felici se non amiamo la persona che siamo. Le persone serene, in pace con sé stesse, non schiacciano nessuno, non hanno bisogno di essere le più belle del reame per sentirsi autorizzate a esistere, anzi, fanno parte del creato sapendo di esserne una parte fondamentale come tutti. Paradossalmente l'autostima è la chiave per l'umiltà, un'umiltà scanzonata e felice. Inoltre è stato dimostrato che i nostri successi sono proporzionali alla nostra autostima. L'autostima, quindi, serve a realizzare quello che vogliamo. Non è vero il contrario, e cioè che l'autostima è conseguente ai successi. Certo, più ho successo nella vita maggiore sarà la mia autostima, ma il punto fondamentale è che solo se io credo in me stesso riesco a ottenere qualcosa. L'autostima ci serve per mettere in gioco il meglio di noi, così che anche la società, il nostro gruppo, la nostra famiglia ne abbiano vantaggio. Un'ultima raccomandazione a coloro che hanno figli. I nostri figli imparano per imitazione. Se vogliamo che i nostri figli rispettino sé stessi, noi dobbiamo rispettare noi. Chi rispetta e ama sé stesso, rispetta e ama il mondo, rispetta e ama il prossimo, rispetta e ama la natura, rispetta e ama la vita.Per quanto infinita sia la notte che mi circonda da tutti i lati, io sono e resto l'unico capitano della mia anima, scrive nella poesia Invictus William Ernest Henley.
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