2018-09-06
Slitta la sentenza sui conti della Lega. Il nuovo partito esordirà in Abruzzo
Il giudizio potrebbe arrivare oggi, ma anche in caso di vittoria Matteo Salvini correrà alle Regionali con il simbolo appena creato.Qualunque sia la decisione del tribunale del riesame di Genova sul sequestro dei conti della Lega, Matteo Salvini ha già tracciato la strada del nuovo partito. Lo sanno bene in via Bellerio che in questa settimana hanno dato un'accelerata al cambio del simbolo che passa dallo storico Alberto da Giussano a una scritta che ricorda le ultime elezioni statunitensi di Donald Trump. Con tutta probabilità sarà utilizzato per la prima volta alle Regionali in Abruzzo, che dovrebbero svolgersi tra novembre e dicembre, anche se non c'è ancora una data stabilita. Avrà un battesimo abruzzese quindi la Lega per Salvini premier, iscritta nel registro dei partiti dal dicembre dello scorso anno e che già viene abbreviata in Lpsp. Non solo. La campagna di tesseramento è stata incrementata. Per di più la sede di via Bellerio è in vendita e gli acquirenti non mancano: se dovesse andare in porto la cessione, nei prossimi mesi si cercheranno dei nuovi uffici, magari in linea con un organigramma più snello. In sostanza, tra oggi o al massimo domani, gli amministratori leghisti si aspettano brutte notizie da Genova. Nella memoria difensiva depositata ieri in udienza, la Lega ha dimostrato, con una relazione di Pricewaterhousecoopers, una delle società di revisione più importanti del mondo, che le somme che sono confluite sui conti correnti del partito dopo il sequestro del settembre 2017 sono di provenienza lecita. Si tratta di contributi dei cittadini e degli eletti e dei proventi dei tesseramenti e delle feste organizzate dei militanti. Anzi, la Lega ritiene «un'assurdità e un non senso logico, prima ancora che giuridico, voler sequestrate queste somme provenienti dai cittadini qualificandole come il supposto profitto illecito di un reato che sarebbe stato commesso oltre dieci anni fa». In totale si tratta di 5.518.000 euro, di cui 4.788.000 da erogazioni liberali, donazioni, finanziamenti e sovvenzioni date dai candidati alle elezioni, tra cui i parlamentari; 730.000 euro sono invece arrivati grazie al 2xmille. Come si legge nella memoria difensiva, «se le somme sono di accertata provenienza lecita e non si sono mai confuse con il profitto avendo una propria identificabilità fisica, le stesse non possono essere sequestrate quale profitto del reato». Che i processi potessero avere un impatto sulla Lega lo si sapeva. Certo, ci saranno i ricorsi, ci saranno le nuove udienza, ma che il partito dovesse cambiare era già stato deciso. I leghisti lo avevano già messo in cantiere, come ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti: «Il 6 chiudiamo». Ma il progetto Salvini non si ferma. Lo stesso procuratore capo Francesco Cozzi ieri ha annunciato che se il riesame dovesse pronunciarsi a favore dei sequestri chiederà «la confisca immediata». Parole in contraddizione con quelle pronunciate dallo stesso procurato domenica al Corriere della Sera, quando a domanda specifica rispose così: «La giurisprudenza sul punto non è uniforme. E prevale l'indirizzo che occorra attendere la decisione della nuova Corte suprema nel caso di sequestri preventivi finalizzati alla confisca, cioè quello di cui parliamo». Del resto la condanna al fondatore Umberto Bossi e all'ex tesoriere Francesco Belsito è solo di primo grado, il processo d'appello è in corso e un esito favorevole per il Senatùr potrebbe far cadere il castello di carte della Procura. Sequestro subito o più avanti, però, la sostanza non cambia. Un piccolo congresso di Lpsp si è già svolto. Salvini è stato nominato segretario dal resto dei fondatori, cioè Giorgetti, Lorenzo Fontana, Giulio Centemero e Roberto Calderoli. Con tutta probabilità un congresso più ampio ci sarà nei prossimi mesi, anche se non c'è una data. Dalla Procura di Genova potrebbero arrivare presto altre cattive notizie. Negli ultimi giorni i magistrati hanno dato un'accelerata all'inchiesta sui soldi arrivati dopo le elezioni del 4 marzo alla Sparkasse di Bolzano, 3 milioni di euro segnalati da Bankitalia e provenienti dal Lussemburgo. Il fascicolo è in mano al procuratore Francesco Pinto e si indaga per riciclaggio. Ma gli investigatori genovesi non si fermano qui. La Guardia di finanza sta passando al setaccio anche la Onlus Più voci e in generale tutti i presunti tentativi da parte della Lega di provare a occultare i soldi che potevano essere sequestrati. Ieri il Secolo XIX spiegava che sotto la lente c'è pure il finanziamento arrivato da Luca Parnasi, il costruttore arrestato per l'inchiesta sullo stadio della Roma che fece tremare il governo gialloblù: di mezzo c'era anche Luca Lanzalone, consulente della giunta di Virginia Raggi. Le Procure sono in movimento e non è detto che il ministro dell'Interno non possa essere indagato in futuro, anche solo per accertamenti di garanzia. E allo stesso tempo c'è da tenere a bada Fi, con cui la Lega governa in diverse amministrazioni del Nord. Ieri circolavano indiscrezioni sul fatto che Silvio Berlusconi e Salvini si vedranno per discutere del partito unico, con il Cavaliere presidente e il leader leghista segretario. Sono ipotesi che non trovano conferme in via Bellerio. Ma, Procura di Genova o meno, nei prossimi mesi la politica di centrodestra cambierà del tutto. Salvini, a gonfie vele nei sondaggi, sarà sempre più il protagonista.