2022-03-22
Slitta il decreto per tagliare le accise. I titoli energetici reggono in Borsa
Il testo non è pronto e per l’impatto sul prezzo ai distributori bisognerà aspettare. Eni vola per alla scoperta di un nuovo giacimento in Algeria. Nell’inchiesta sui rincari formulata l’ipotesi di «manovre speculative».Bisognerà aspettare i prossimi giorni per vedere la benzina e il gasolio sotto i 2 euro per effetto del decreto del governo che taglia di 25 centesimi al litro le accise applicate sui carburanti. Intanto, però, le utilities quotate in Borsa fanno i conti con la tassa sugli extraprofitti realizzati negli ultimi sei mesi. Chi verrà coinvolto dalla mossa del governo Draghi varata per evitare lo scostamento di bilancio? Mentre il precedente intervento contenuto nel decreto Sostegni ter e aggiornato nel decreto Antifrodi riguardava solo parte della produzione rinnovabile (dal 31 gennaio 2022 a fine 2022), ora il mirino si allarga a tutti i produttori, rivenditori e importatori di energia elettrica, gas e prodotti petroliferi. Tecnicamente, la base imponibile del contributo straordinario è costituita dall’incremento del saldo tra le operazioni attive e le operazioni passive, al netto dell’Iva, riferito al periodo dal 1° ottobre 2021 al 31 marzo 2022, rispetto al saldo del periodo dal 1° ottobre 2020 al 31 marzo 2021. Il contributo si applica nella misura del 10% nei casi in cui il suddetto incremento sia superiore a 5 milioni. Il contributo non è dovuto se l’incremento è inferiore al 10%. Il calcolo degli extraprofitti è in parte retroattivo, in quanto viene preso in considerazione il periodo dal quarto trimestre 2021 al primo trimestre 2022, rispetto allo stesso semestre di un anno prima.Per il momento le quotate dell’energia hanno retto all’urto, in parte già scontato nelle settimane precedenti, senza dimenticare che la norma è in bozza e quindi va compresa e interpretata: Eni è balzata del 2,88%, Gas plus del 2,67%, Saras del 3,62%. Nel settore della generazione, trading e vendita di elettricità (principalmente i produttori di rinnovabili), Enel ha guadagnato l’1,11%, A2A l’1,91%, Iren lo 0,9%, Falck renewables ha chiuso in parità, mentre Erg ha ceduto il 2,32%. Quanto alle altre utilities locali, Hera è salita dello 0,09% e Acea ha lasciato sul terreno lo 0,25%. L’articolo 37 della bozza di provvedimento passato venerdì in Consiglio dei ministri «salva» solo i soggetti regolati come Snam (-0,24%), Terna (-0,23%), Italgas (+1,08%) che si occupano esclusivamente del trasporto e della distribuzione di energia elettrica e di gas.Gli analisti di Equita sim stimano una base imponibile di circa 70-75 milioni per A2A e di circa 30 milioni per Acea, con impatti inferiori ai 10 milioni. Anche per Enel, Iren e Hera gli impatti sarebbero limitati. Quanto all’Eni, ieri un portavoce del colosso guidato da Claudio Descalzi ha dichiarato all’agenzia Ansa che «è presto per definire e fornire importi precisi, tuttavia le nostre stime preliminari più elevate indicano un ammontare pari a qualche centinaia di milioni di euro. Escludiamo in ogni caso qualsiasi impatto sulla nostra politica di remunerazione appena annunciata». Sulla performance borsistica di Eni ed Enel, inoltre, hanno influito anche altre notizie. Per Eni, ad esempio, la scoperta insieme a Sonatrach (azienda di Stato algerina) di petrolio e gas nella concessione Zemlet el Arbi, nel bacino del Berkine Nord nel deserto algerino. La concessione è operata dalla joint venture tra Eni (49%) e Sonatrach (51%). Le stime preliminari per le risorse di questa nuova scoperta ammontano a circa 140 milioni di barili di olio in posto. Le due società avvieranno gli studi e le analisi per accelerare la fase di produzione, tramite uno sviluppo fast track con avvio previsto nel terzo trimestre del 2022, spiega una nota del Cane a sei zampe. Per quanto riguarda l’Enel, l’ad Francesco Starace ieri ha detto che l’uscita dal business in Russia è «una questione di mesi». Di certo, l’obiettivo del governo è quello di recuperare 4 miliardi da questo contributo. Ma resterebbe da valutare il tema della retroattività e della parziale sovrapposizione con la misura già introdotta su parte delle rinnovabili (price cap), oltre che il rischio di impugnative costituzionali.Ma, al netto degli effetti per le società energetiche, cosa cambia per gli italiani che devono fare il pieno in questi giorni? Molto poco se uno si aspetta un calo immediato dei prezzi alla pompa. L’impatto del taglio di 25 centesimi al litro delle accise su benzina e diesel non si vedrà subito. Anche perché l’annunciato sconto sui carburanti non è ancora in vigore e forse non arriverà prima di oggi o addirittura più avanti. Manca il testo ufficiale del decreto varato dal governo, che comunque sarà operativo solo quando sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale. E poi dovrà passare il tempo necessario per applicare i ribassi. In realtà, i prezzi dei carburanti avevano già cominciato a scendere leggermente all’inizio della scorsa settimana (e il gasolio in questi giorni è tornato a essere meno caro della benzina). Un fenomeno dovuto agli importanti cali registrati nelle quotazioni sui mercati internazionali. Stando alla consueta rilevazione di Staffetta Quotidiana, sabato Ip ha ridotto i prezzi consigliati della benzina di 6 centesimi al litro e quelli del diesel di 10 centesimi. Per Q8 rispettivamente -5 e -10, per Tamoil -6 e -8. I prezzi, però, restano mediamente sopra i 2 euro sia nel self service sia nel servito. Non è inoltre ancora chiaro cosa succederà per i carburanti acquistati con le vecchie accise più care. Nel frattempo, l’ipotesi di reato formulata dalla Procura di Roma in relazione all’aumento del prezzo del gas, dell’energia elettrica e dei carburanti è quella di «manovre speculative su merci», articolo 501 bis del codice penale. L’inchiesta è al momento senza indagati e punta a verificare le ragioni dei rincari.