Skoll sulle tracce di Ulisse: il nuovo album del cantautore non conforme
La voce solista più nota dell’ambiente identitario sforna un nuovo disco: tra le varie tracce, brani per Luisa Ferida e per San Patrignano.
Il mondo della musica militante «a destra» ha conosciuto molte band, ma pochi cantautori, soprattutto in tempi recenti (anche se all'epoca dei Campi Hobbit ce n'erano diversi in circolazione, a cominciare dall'indimenticato Massimo Morsello, il «De Gregori nero»). Fa quindi eccezione, peraltro all'interno di un mondo che è già «eccezionale» di suo rispetto all'ambiente mainstream, Skoll, di cui è appena uscito il nuovo album, Negli occhi di Ulisse (Rtp Perimetros).
«Il senso ultimo e profondo del vivere di Ulisse - a differenza di quanto comunemente si creda - non è il viaggio», si legge sul sito dell’artista, «al contrario, è la risposta al richiamo costante, infinito della propria terra, della propria cultura e dei propri affetti. Di ciò che più abbiamo a cuore e che dovremmo essere pronti a difendere, direttamente, in prima persona, senza dare sempre per scontato che ci sia qualcun altro a farlo al posto nostro. Tutto il bello che ci circonda e la parte migliore di noi sono il frutto di una conquista. E tutto ciò che è stato conquistato richiede uno sforzo ancora più grande, più faticoso, meno appariscente, privo di gloria: una difesa fatta di impegno, costanza, cura, dedizione, responsabilità, sacrificio… Così, in questo mio nuovo disco, muovendo dalle nostre origini omeriche, racconto di esempi, di una visione del mondo, di slancio e attitudine, di uomini e donne che in varie forme e in varie epoche hanno incarnato ciò che amavano al di sopra di tutto, non aspettando che lo facesse qualcun altro al posto loro. Anzi, diventando ciò che gli altri non avevano il coraggio di essere».
I medesimi concetti sono ben espressi nel testo della titletrack:
«L’origine suona nella danza di Omero
nella brace degli occhi di Ulisse
nella durezza del legno di un saldo timone
ardo di voglia di Patria, ardo di voglia di te
e bramando il tuo odore tra queste genti diverse
vespe pungenti e meschine, ma dopo un vivere ardito
è come sognare nella luce».
Negli occhi di Ulisse non è un concept album ma, come detto, un caleidoscopio di «esempi», di storie che raccontano una realtà rimasta lontana dai riflettori. Tra queste, quella di Luigia Manfrini Farnet – nota al grande pubblico con il nome di Luisa Ferida – bellezza e talento del cinema italiano dei tempi della guerra. La Ferida venne uccisa – come successivamente provato dalla Corte d'appello di Milano – in seguito a un processo sommario, per la sola colpa di essere la compagna dell'attore e membro della Xª Flottiglia Mas, Osvaldo Valenti. Accusata di partecipazione ai crimini di guerra e alle torture della cosiddetta «banda Koch», la Ferida fu dopo la guerra giudicata innocente. A lei, Skoll ha dedicato il brano Luisa:
«Il tuo amore si immischia
tra il profumo del set
e la puzza già di vendetta
È l’amore che rischia
tra una banda di vili
assassini di fretta».
Singolare la scelta di dedicare un brano alla comunità di recupero fondata da Vincenzo Muccioli, personalità che ha sempre goduto di grande stima nel mondo cattolico e conservatore (e che ha suscitato grande odio nel mondo progressista), ma in genere trascurata dall'ambiente identitario militante. Una lacuna colmata da Skoll con La strada di san Patrignano.
«Qua non ci sono giustificazioni
la campanella è alla stessa ora
le scuse non cambiano le cose, quasi mai
Non è importante da dove vieni
che ti hanno fatto e neppure come
sei ciò che sei e che sei diventato
ora la strada è unica»




