2025-07-24
«Sistema Milano» anche a Bologna. Inchiesta su 13 operazioni edilizie
La Procura apre un fascicolo senza indagati. La Lega: «Grave la fuga di notizie».La Procura di Bologna ha aperto un fascicolo conoscitivo, al momento senza indagati né ipotesi di reato, per fare luce su una serie di operazioni urbanistiche avvenute in città, che, secondo un esposto presentato da una rete di comitati e associazioni, avrebbero violato la normativa edilizia vigente. Sotto osservazione tredici interventi edilizi, realizzati in diverse zone della periferia bolognese, per i quali sarebbero stati utilizzati in modo improprio strumenti di semplificazione procedurale, in particolare la Segnalazione certificata di inizio attività (Scia), al posto del più articolato e vincolante iter previsto dai piani urbanistici attuativi.Le zone interessate dagli interventi sono numerose: Ospedale Maggiore, Mazzini, Due Madonne, Stalingrado, Bolognina e Corticella. Qui, secondo i firmatari dell’esposto, sono stati edificati nuovi palazzi, in alcuni casi torri di oltre dieci piani, in sostituzione di vecchi edifici o capannoni, con un incremento rilevante delle volumetrie e delle superfici costruite. Il tutto senza la previsione degli standard urbanistici obbligatori come spazi verdi, parcheggi o servizi collettivi e senza passare per i procedimenti più restrittivi e partecipati, come i piani particolareggiati.Secondo quanto sostenuto, molte delle operazioni edilizie segnalate sarebbero state erroneamente classificate come ristrutturazioni, mentre nei fatti avrebbero rappresentato demolizioni totali seguite da nuove costruzioni, con destinazioni d’uso diverse e volumi ben superiori rispetto agli edifici originari. In sostanza, secondo i firmatari, si tratterebbe di nuove edificazioni mascherate da ristrutturazioni, senza i controlli, le verifiche e le compensazioni previste dalla legge in caso di nuove costruzioni.La Procura, per ora, ha avviato una fase di approfondimento preliminare. Il fascicolo aperto è conoscitivo, dunque finalizzato a verificare la fondatezza delle accuse contenute nell’esposto e a chiarire se vi siano profili di illegittimità o irregolarità nelle procedure amministrative seguite dal Comune. Un’operazione che ricalca quanto avvenuto a Milano, dove un’indagine della magistratura ha preso le mosse da interventi edilizi autorizzati tramite Scia, poi finiti al centro di dell’inchiesta giudiziaria per presunti abusi e violazioni urbanistiche.Il caso bolognese è ancora in fase embrionale. Non ci sono indagati, né accuse formali. Tuttavia, la notizia dell’apertura del fascicolo ha suscitato reazioni nel mondo politico. In particolare, i consiglieri comunali della Lega, Matteo Di Benedetto e Cristiano Di Martino, hanno espresso preoccupazione per il contenuto dell’inchiesta, ma anche per la fuga di notizie: «Giusto che la Procura indaghi» hanno dichiarato in una nota, «qualora ravvisi la possibilità che anche a Bologna la sinistra abbia ripreso lo schema Milano. Ma riteniamo molto grave che siano filtrate informazioni dagli uffici giudiziari: qualora ci fosse stata una possibilità di raccogliere documenti o elementi utili all’indagine, ora tutto ciò sarà molto più difficile».Il punto, sostengono gli esponenti del Carroccio, è la mancanza di trasparenza e uniformità nei procedimenti: «La semplificazione burocratica può essere positiva», affermano, «ma a Bologna si è trasformata in uno strumento che crea disparità e zone grigie, in cui si rischia di favorire alcuni a discapito di altri. Il Comune deve chiarire». E la fuga di notizie, insistono, sarebbe un fatto grave: «In casi come questo, messaggi, chiamate, documenti e tutto ciò che serve a far luce rischia di sparire o non essere più recuperabile».Sul fronte dell’amministrazione, al momento, nessuna replica ufficiale. Palazzo d’Accursio si limita a osservare gli sviluppi dell’indagine e a ribadire la correttezza delle procedure adottate, richiamando la legittimità degli atti amministrativi approvati secondo le norme nazionali e regionali in materia di edilizia.