2023-03-30
I sindaci del Pd denigrano l'Italia in Europa
Giuseppe Sala e Roberto Gualtieri (Ansa)
Giuseppe Sala, capofila dei primi cittadini arcobaleno, fa processare il governo all'Europarlamento e forza sull'utero in affitto. Eugenia Roccella lo stronca: «Lui e i suoi colleghi si attengano alle leggi e alla sentenza della Cassazione».Sulle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali, mancava solo il «processo» all’Italia da parte della sinistra europea al Parlamento di Bruxelles. Un traguardo raggiunto in tempo record grazie all’attivismo del sindaco di Milano, Beppe Sala, e di altri primi cittadini di sinistra di alcune città italiane (tra cui quello di Roma, Roberto Gualtieri), che grazie ad un blitz nella capitale belga, appoggiato dai partiti che si oppongono alla direttiva del Viminale, è riuscito a far mettere all’ordine del giorno della seduta plenaria di ieri un dibattito sui «diritti dei bambini nelle famiglie arcobaleno, specialmente nel caso dell’Italia».Una discussione sterile per stessa ammissione dei promotori, dato che non prevede alcun documento da votare da parte degli eurodeputati, ma che aggiunge carburante prezioso alla narrazione - in voga presso l’eurosinistra - dell’Italia come di un Paese dove è in atto una severissima stretta sui diritti civili da quando si è insediato il governo presieduto da Giorgia Meloni.La «rappresaglia» di Sala e dei sindaci di sinistra nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, ha avuto inizio in mattinata, nella sala stampa del Parlamento europeo, quando il primo cittadino milanese si è presentato assieme al capodelegazione Pd, Brando Benifei, e alla co-presidente dei Verdi, Terry Reintke, per chiedere «sostegno» contro lo stop alle registrazioni dei figli di coppie omogenitoriali. «Non possiamo accettare di andare indietro sul piano dei diritti», ha affermato Sala di fronte ai cronisti, aggiungendo che «la registrazione dei figli delle coppie omosessuali è una battaglia di importanza fondamentale».Da qui, l’appello al «soccorso rosso» continentale e alla costruzione di un «asse largo che idealmente va da Verdi, Europa Verde, Sinistra italiana, Pd, Terzo polo e M5s»: «Chiedo al Parlamento europeo», ha detto, «di costringere il governo italiano a essere molto chiaro e a non rimandare la questione, a discuterla in Parlamento». L’elemento rilevante, però, è che Sala non si è limitato a sollecitare una reazione europea solamente sulle registrazioni dei figli di coppie omosessuali, ma ha tirato in ballo anche l’utero in affitto, «L’Unione europea», ha ammonito, «deve prendere nelle sue mani la questione della maternità surrogata, perché è molto delicata e non può essere lasciata agli Stati, perché non vedo un modo per risolvere la questione in Italia».Il tutto, mentre l’esponente dei Verdi batteva la grancassa sull’allarme democratico a Roma: «C’è assolutamente il rischio», ha affermato Reintke, «di una “orbanizzazione” dell’Italia, è la paura che sta dietro molti degli sviluppi che vediamo». Un’espressione che è stata ripresa in toto anche d Benifei, mentre la giornata di Sala è proseguita con una sorta di passerella nell’aula dell’Europarlamento, dove il sindaco milanese si è seduto nella tribuna riservata al pubblico e ha seguito parte dei lavori.Lo show di quest’ultimo, ovviamente, ha suscitato la reazione politica degli esponenti della maggioranza di centrodestra e del governo italiano, sia nella capitale belga sia a Roma, a partire dal ministro per la Famiglia, Eugenia Roccella, che ha usato toni perentori: «I sindaci hanno letto la sentenza della Cassazione», ha sottolineato, «perché quello che, forse, non è chiaro è che non c’è un contenzioso fra il governo e i primi cittadini che dichiarano di voler trascrivere in automatico gli atti di nascita formati all’estero. Quello contro cui questi sindaci protestano», ha aggiunto il ministro, «è la pronuncia del massimo organo giurisdizionale dello Stato, che traccia criteri interpretativi chiarissimi». Roccella ha replicato a Sala anche sull’utero in affitto: «Non ci sono soltanto i desideri di genitorialità», ha osservato, «le aspirazioni e i progetti della coppia committente. Ci sono persone concrete. Ci sono donne usate come strumento per funzioni riproduttive, con i loro diritti inalienabili annullati o sospesi dentro procedure contrattuali. Ci sono bambini esposti a una pratica che determina incertezze sul loro status e, quindi, sulla loro identità nella società».E per essere ancora più chiaro, il ministro Roccella ha risposto ai giornalisti che la incalzavano che «non c’è un confronto da fare. Ci sono leggi e una sentenza precisa, ed i sindaci sanno quello che possono e che non possono fare». Sempre nel perimetro della maggioranza, dalla delegazione di Fdi presso Bruxelles sono intervenuti il co-presidente del gruppo Ecr, Nicola Procaccini, e il deputato Carlo Fidanza, i quali hanno ricordato che «il prefetto di Milano è un pubblico ufficiale che applica le leggi vigenti e le sinistra lo sa».Una sinistra, ha sottolineato Fidanza, che «è stata al governo e non ha cambiato la legge». Dalla Lega, l’eurodeputata Silvia Sardone ha stigmatizzato «l’ennesima trovata pubblicitaria del sindaco Sala», che invece «dovrebbe occuparsi maggiormente dei problemi di Milano, in testa a tutte le classifiche sui reati».
Beatrice Venezi (Imagoeconomica)
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