
Il leader della Lega: «Questo è un lockdown mascherato, stanno scherzando con il fuoco. Propongo di istituire un altro comitato: dieci scienziati autorevoli scelti dal Parlamento».Matteo Salvini, sono ore concitate: dopo l'ultimo dpcm la situazione è sfuggita di mano?«Siamo davvero a rischio caos. Questi stanno scherzando con il fuoco. Il dpcm è un concentrato di errori grossolani e scelte sbagliate che rischiano di affondare definitivamente l'Italia. La tutela della salute va accompagnata con progetti sanitari chiari e risposte concrete per famiglie, aziende e lavoratori. Penso soprattutto a chi ha riaperto spendendo soldi per garantire distanziamento e igiene. Ora il governo non può farli richiudere».Teme il contagio della rabbia sociale? «Sì, e non mi riferisco solo alle proteste di Napoli, partite spontanee e poi contaminate da gente con altri interessi. Anche le persone più tranquille e pacate che conosco si stanno innervosendo».Il professor Giorgio Palù, luminare della virologia, ha parlato di isteria collettiva. «Ha ragione; il positivo non è necessariamente malato. Se presa tempestivamente a casa, la malattia non si ospedalizza, così si evita il panico e l'intasamento degli ospedali. Le voci fuori dalla versione ufficiale cominciano a essere numerose». Cosa intende?Continuo a leggere interventi di primari e scienziati che dicono: chiudere non è la soluzione. Parlano di cure domiciliari tempestive, idrossiclorochina, tamponi a domicilio». Perché queste tecniche «alternative» non vengono adottate? «Non sono un complottista, ritengo che la terra sia rotonda e che l'uomo sia andato sulla Luna. Temo però che queste tecniche, come la cura al plasma di Giuseppe De Donno, abbiano un difetto: costano troppo poco». Quindi? «Sicuramente c'è qualcuno che aspetta di speculare e fare business sul Covid. Per questo proporrò di istituire un comitato tecnico-scientifico alternativo».Un Cts parallelo? E come? «Lo proporremo in Parlamento: 10 scienziati, ovviamente autorevoli, che possano fornire un'altra voce rispetto a quella ufficiale». E chi dovrebbe nominare questi esperti?«Il governo ha seimila task force e consulenti, di cui peraltro non sappiamo assolutamente nulla. Il Parlamento rappresenta il popolo italiano? Si doti di un proprio comitato tecnico-scientifico». Pensa di ottenere un largo consenso su una tale iniziativa? «Sarebbe bello se il Parlamento, in questi mesi usato come un soprammobile del governo, avesse il moto d'orgoglio di unirsi su questa proposta. La priorità è discutere di emergenza sanitaria ed economica, non di ddl Zan e legge europea».Non c'è lockdown ma poco ci manca.«Le nuove restrizioni sono una follia, un lockdown mascherato, e dimostrano che il governo ha perso mesi di tempo parlando di banchi con le rotelle anziché di trasporto pubblico e rafforzamento della sanità, ad esempio su tracciamento dei contagi, trattamenti domiciliari e unità speciali di continuità assistenziale per prevenire il collasso degli ospedali: rischiamo di morire di fame anziché di Covid. il lockdown era ammissibile a febbraio: oggi no». Farà obiezione di coscienza? «Da cittadino rispetto le norme. Da responsabile della Lega mi sto muovendo con l'intera opposizione in Parlamento: faremo tutto il possibile per evitare che la cura non sia peggiore del male. Sì a interventi mirati e temporanei».Ma regole più stringenti sembrano inevitabili. «Sì, ma scegliendo gli obiettivi giusti. Se pensano di risolvere il problema chiudendo le palestre o vietando l'aperitivo, non ci siamo davvero». È vero che ha bacchettato il governatore della Lombardia Fontana dopo le ordinanze restrittive?«No: di fronte a un governo in fuga, che lascia gli enti locali senza indicazioni, sindaci e governatori fanno quello che possono, con i pochi uomini e soldi a disposizione. Non mi permetto intromissioni nel lavoro dei governatori». E sulla scuola?«Se davvero serve, si possono lasciare a casa i ragazzi di 16-18 anni, per un tempo più limitato possibile. Quantomeno non si rovina la vita alle famiglie. Conte e la Azzolina non tengono conto che dietro un bimbo ci sono anche un papà e una mamma che devono lavorare. Ecco, anche su questo sono preoccupato».Cioè?«Da genitore sono in ansia per i contraccolpi culturali ed educativi. Stiamo abituando le giovani generazioni alla distanza, alla paura, al sospetto sociale. Servirà parecchio tempo per riparare il danno». Questa nuova chiusura rappresenta il fallimento di Conte? «Sì, perché nel febbraio scorso c'era un incendio da spegnere, e quindi si navigava a vista. Ma in sei mesi non hanno fatto nulla. Da maggio chiediamo il potenziamento delle terapie intensive, l'organizzazione sui tamponi, il trasporto pubblico». E dunque lo stato d'emergenza?«In buona sostanza non è servito a niente. Non vorrei che oggi qualcuno tirasse a campare per aspettare le elezioni del presidente della Repubblica nel 2022. Che facciamo, andiamo avanti 15 mesi con un governo Caporetto?».Siete pronti a collaborare? «Sono sei mesi che siamo pronti, assieme a tante associazioni di categoria. Ma poi la collaborazione si risolve sempre nei monologhi di Conte e in telefonate dell'ultimo secondo per annunciare decisioni già prese». Quanto c'è di concreto nel progetto di un «tavolo permanente» di confronto tra opposizione e governo? «Ma non esiste: è come il banco a rotelle. Non c'è mai stato. L'ultimo contatto che ho avuto con il presidente Conte è stato sabato pomeriggio: pochi minuti di telefonata».Quindi non c'è un'intesa con il vicesegretario pd Andrea Orlando, in vista d'una condivisione delle scelte? «L'ho incontrato al Festival del lavoro, organizzato da quei consulenti del lavoro, commercialisti, liberi professionisti che da mesi stanno impazzendo per inseguire l'ultimo cavillo del governo. Ho fatto a Orlando una proposta molto concreta».Quale? «Già questa settimana possiamo fare una proposta comune per l'equo compenso ai liberi professionisti, che ormai lavorano gratis sottocosto. In aggiunta, possiamo estendere i bonus a tutti i lavoratori autonomi: partite iva, professionisti e artigiani». Quindi sulle proposte concrete si può convergere?«Sì, peraltro su questi temi c'è già un testo della Lega in Parlamento. Vogliamo riscriverlo insieme e votarlo con tutti i gruppi politici? Benissimo, l'importante è farlo». Il premier ha telefonato a Fedez: lei sarà mica invidioso? «No, lui e la Ferragni sono geniali, e confesso che alcune sue canzoni neanche mi dispiacciono». Quindi ben vengano le telefonate agli influencer? «Il capo del governo può telefonare a chi gli pare. Il problema è un altro: abbiamo speso l'estate a parlare di monopattini. Adesso ci propinano ancora gli appelli sulle mascherine, quando ognuno di noi ha a casa l'intera collezione. Cosa ha fatto il governo per consentire nuove assunzioni di medici e per potenziare le terapie intensive? Zero». Il supercommissario Domenico Arcuri sulle terapie intensive ha scaricato la colpa sulle Regioni. «Diamo un cognome all'irresponsabilità: la premiata ditta Conte&Arcuri. Hanno fatto partire i bandi solo a ottobre, ci rendiamo conto? A maggio Regione Lombardia ha chiesto fondi per gli autobus. Per l'anno prossimo il governo ha stanziato a bilancio 350 milioni per tutta Italia: basteranno sì e no per un mese». Quindi Arcuri dev'essere accompagnato alla porta?«Rimettiamo al centro il merito. Se fai bene vieni premiato, se fai male devi essere rimosso. Vale per tutti: anche per gli amministratori delle banche con i milioni di buonuscita». I rumors vorrebbero Arcuri alla guida di Leonardo, azienda strategica. «Mettiamo a rischio i gioielli di famiglia italiani con questa disinvoltura? Manca davvero un'idea di Paese. Questo governo è fondato sul perenne rinvio: anche su autostrade, Ilva e Alitalia, siamo in alto mare. Per non parlare della cassa integrazione: in un paese normale Tridico e il ministro dell'Economia che lo difende sarebbero stati licenziati con ignominia». Sul blocco dei licenziamenti siamo allo stallo con i sindacati.«Se fossi al governo convocherei Confindustria e rappresentanti del lavoro domani mattina: come fanno a decidere a dicembre?». Però le cartelle esattoriali che dovevano partire pochi giorni fa sono state sospese.«Sì, ma hanno scelto ancora il rinvio, stavolta fino alla fine dell'anno. Siamo in emergenza: dei Re Tentenna non sappiamo cosa farcene». In questo caos non si parla più dei fondi europei, che probabilmente arriveranno solo alla fine del prossimo anno. «Si sono autoassolti parlando di 200 miliardi di aiuti. Noi osavamo alzare il dito sollevando perplessità. Oggi scopriamo che nel primo anno arriva il 7%, l'anno dopo il 10, e gli ultimi soldi arriveranno tra 9 anni». Quindi, dove si andranno a prendere le risorse necessarie? «La soluzione è un'emissione straordinaria di buoni del Tesoro. Per la sola emissione trentennale c'è una richiesta di 90 miliardi: sono praticamente tre Mes in un colpo solo». È fatta per Guido Bertolaso candidato sindaco di Roma? «Ci ritroveremo presto per discuterne. Però devo dire con soddisfazione e con sorpresa che ci sono diverse persone pronte a mettersi a disposizione. Tanti nomi validi. Vedremo di scegliere i migliori».
Ansa
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Sempre più risparmiatori scelgono i Piani di accumulo del capitale in fondi scambiati in borsa per costruire un capitale con costi chiari e trasparenti. A differenza dei fondi tradizionali, dove le commissioni erodono i rendimenti, gli Etf offrono efficienza e diversificazione nel lungo periodo.
Il risparmio gestito non è più un lusso per pochi, ma una realtà accessibile a un numero crescente di investitori. In Europa si sta assistendo a una vera e propria rivoluzione, con milioni di risparmiatori che scelgono di investire attraverso i Piani di accumulo del capitale (Pac). Questi piani permettono di mettere da parte piccole somme di denaro a intervalli regolari e il Pac si sta affermando come uno strumento essenziale per chiunque voglia crearsi una "pensione di scorta" in modo semplice e trasparente, con costi chiari e sotto controllo.
«Oggi il risparmio gestito è alla portata di tutti, e i numeri lo dimostrano: in Europa, gli investitori privati detengono circa 266 miliardi di euro in etf. E si prevede che entro la fine del 2028 questa cifra supererà i 650 miliardi di euro», spiega Salvatore Gaziano, responsabile delle strategie di investimento di SoldiExpert SCF. Questo dato conferma la fiducia crescente in strumenti come gli etf, che rappresentano l'ossatura perfetta per un PAC che ha visto in questi anni soprattutto dalla Germania il boom di questa formula. Si stima che quasi 11 milioni di piani di risparmio in Etf, con un volume di circa 17,6 miliardi di euro, siano già attivi, e si prevede che entro il 2028 si arriverà a 32 milioni di piani.
Uno degli aspetti più cruciali di un investimento a lungo termine è il costo. Spesso sottovalutato, può erodere gran parte dei rendimenti nel tempo. La scelta tra un fondo con costi elevati e un Etf a costi ridotti può fare la differenza tra il successo e il fallimento del proprio piano di accumulo.
«I nostri studi, e il buon senso, ci dicono che i costi contano. La maggior parte dei fondi comuni, infatti, fallisce nel battere il proprio indice di riferimento proprio a causa dei costi elevati. Siamo di fronte a una realtà dove oltre il 90% dei fondi tradizionali non riesce a superare i propri benchmark nel lungo periodo, a causa delle alte commissioni di gestione, che spesso superano il 2% annuo, oltre a costi di performance, ingresso e uscita», sottolinea Gaziano.
Gli Etf, al contrario, sono noti per la loro trasparenza e i costi di gestione (Ter) che spesso non superano lo 0,3% annuo. Per fare un esempio pratico che dimostra il potere dei costi, ipotizziamo di investire 200 euro al mese per 30 anni, con un rendimento annuo ipotizzato del 7%. Due gli scenari. Il primo (fondo con costi elevati): con un costo di gestione annuo del 2%, il capitale finale si aggirerebbe intorno ai 167.000 euro (al netto dei costi). Il secondo (etf a costi ridotti): Con una spesa dello 0,3%, il capitale finale supererebbe i 231.000 euro (al netto dei costi).
Una differenza di quasi 64.000 euro che dimostra in modo lampante come i costi incidano profondamente sul risultato finale del nostro Pac. «È fondamentale, quando si valuta un investimento, guardare non solo al rendimento potenziale, ma anche e soprattutto ai costi. È la variabile più facile da controllare», afferma Salvatore Gaziano.
Un altro vantaggio degli Etf è la loro naturale diversificazione. Un singolo etf può raggruppare centinaia o migliaia di titoli di diverse aziende, settori e Paesi, garantendo una ripartizione del rischio senza dover acquistare decine di strumenti diversi. Questo evita di concentrare il proprio capitale su settori «di moda» o troppo specifici, che possono essere molto volatili.
Per un Pac, che per sua natura è un investimento a lungo termine, è fondamentale investire in un paniere il più possibile ampio e diversificato, che non risenta dei cicli di mercato di un singolo settore o di un singolo Paese. Gli Etf globali, ad esempio, che replicano indici come l'Msci World, offrono proprio questa caratteristica, riducendo il rischio di entrare sul mercato "al momento sbagliato" e permettendo di beneficiare della crescita economica mondiale.
La crescente domanda di Pac in Etf ha spinto banche e broker a competere offrendo soluzioni sempre più convenienti. Oggi, è possibile costruire un piano di accumulo con commissioni di acquisto molto basse, o addirittura azzerate. Alcuni esempi? Directa: È stata pioniera in Italia offrendo un Pac automatico in Etf con zero costi di esecuzione su una vasta lista di strumenti convenzionati. È una soluzione ideale per chi vuole avere il pieno controllo e agire in autonomia. Fineco: Con il servizio Piano Replay, permette di creare un Pac su Etf con la possibilità di ribilanciamento automatico. L'offerta è particolarmente vantaggiosa per gli under 30, che possono usufruire del servizio gratuitamente. Moneyfarm: Ha recentemente lanciato il suo Pac in Etf automatico, che si aggiunge al servizio di gestione patrimoniale. Con versamenti a partire da 10 euro e commissioni di acquisto azzerate, si posiziona come una valida alternativa per chi cerca semplicità e automazione.
Ma sono sempre più numerose le banche e le piattaforme (Trade Republic, Scalable, Revolut…) che offrono la possibilità di sottoscrivere dei Pac in etf o comunque tutte consentono di negoziare gli etf e naturalmente un aspetto importante prima di sottoscrivere un pac è valutare i costi sia dello strumento sottostante che quelli diretti e indiretti come spese fisse o di negoziazione.
La scelta della piattaforma dipende dalle esigenze di ciascuno, ma il punto fermo rimane l'importanza di investire in strumenti diversificati e con costi contenuti. Per un investimento di lungo periodo, è fondamentale scegliere un paniere che non sia troppo tematico o «alla moda» secondo SoldiExpert SCF ma che rifletta una diversificazione ampia a livello di settori e Paesi. Questo è il miglior antidoto contro la volatilità e le mode del momento.
«Come consulenti finanziari indipendenti ovvero soggetti iscritti all’Albo Ocf (obbligatorio per chi in Italia fornisce consigli di investimento)», spiega Gaziano, «forniamo un’ampia consulenza senza conflitti di interesse (siamo pagati solo a parcella e non riceviamo commissioni sui prodotti o strumenti consigliati) a piccoli e grandi investitore e supportiamo i clienti nella scelta del Pac migliore a partire dalla scelta dell’intermediario e poi degli strumenti migliori o valutiamo se già sono stati attivati dei Pac magari in fondi di investimento se superano la valutazione costi-benefici».
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