2019-05-06
«Sì, sono l’anti Greta. La mia coetanea ha solo idee confuse»
La quindicenne Izabella Nilsson Jarvandi contro immigrazione e gender: «Sono queste le vere battaglie. Il clima? È un'arma di distrazione di massa».Mentre Greta Thunberg era in Italia, sui media è comparsa la sua controparte sovranista: Izabella Nilsson Jarvandi, 15 anni, pure lei svedese (di Göteborg), attivista anti immigrazione e anti gender. Noi pensiamo che i ragazzini non andrebbero usati politicamente. Ma i giornali traboccavano di interviste alla Thunberg, invece nessuno ha ascoltato Izabella. Lo abbiamo fatto noi. Con il permesso di sua madre, si capisce.Izabella, è da tanto che ti appassiona la politica?«In realtà, quando ero più piccola, mi sarebbe piaciuto lavorare in un settore in cui contava l'estetica, mi interessava la recitazione, partecipavo ad audizioni. Poi le cose sono cambiate».Cosa è successo?«Ho iniziato a rendermi conto di quanta propaganda si faccia qui».Cioè?«Vivendo a Göteborg, che è una città piuttosto importante, mi sono resa conto di quanti problemi ci siano con il welfare e l'immigrazione. Ho cominciato ad arrabbiarmi sempre di più. Finché…».Finché?«A dicembre 2018 ho deciso di organizzare una manifestazione e tenere un discorso pubblico».Come ti sei fatta le tue idee? «Mi ha aiutata soprattutto vedere dal di dentro queste storture, rendermi conto di quante difficoltà abbiamo con l'assistenza sanitaria, con i servizi scolastici… Eppure, specie dal 2015 in poi, la Svezia ha accolto moltissimi immigrati».E questo ti ha dato fastidio.«Certo, perché se abbiamo già tanti problemi e non riusciamo ad aiutare la nostra gente, come possiamo aiutare gli immigrati?».Quindi ti sei basata soprattutto sulla tua esperienza personale.«Sì. Poi ho cominciato a seguire i dibattiti politici su Youtube. Ho cominciato a leggere, a imparare».I problema della Svezia sono colpa dell'immigrazione?«Credo che l'immigrazione abbia giocato un ruolo significativo».Ad esempio?«Quando i miei genitori erano giovani, la gente non doeva nemmeno chiudere a chiave la porta di casa».Ora?«Stanno aumentando i crimini sessuali… E poi c'è un problema con le periferie».Cioè?«Molti immigrati sono stati collocati nelle periferie. Io anche vivo in periferia e vedo che sono aumentate le armi illegali, che la gente ha paura di arruolarsi in polizia».Anche tu hai paura che possa capitarti qualcosa?«Sì. Conosco gente che è stata picchiata, so che gli stupri sono aumentati… Quando metto piede fuori di casa sto sempre all'erta. Anche perché in Svezia è proibito portarsi dietro lo spray al peperoncino».Dici che se uno supporta l'immigrazione, è solo perché vive in un quartiere bene?«Credo che molta gente, specialmente i miei coetanei, non si sia resa conto di come le cose sono cambiate in fretta. Le persone che hanno l'età di mia madre la vivono diversamente».In che senso?«Hanno visto il passaggio dal vivere tranquilli e sicuri a un'epoca in cui la gente ha paura persino di uscire di casa».Per cui, se i giovani sono più «accoglienti», è solo perché non hanno percepito il peggioramento.«Esatto. Non hanno mai conosciuto niente di diverso. Dovrebbero dare un'occhiata alle statistiche».Ma tu non hai origini iraniane?«Sì».E non è contraddittorio che manifesti contro gli immigrati?«No: distinguiamo tra l'essere contro gli immigrati e l'essere contro l'immigrazione».Ci spieghi meglio?«Non ce l'ho con le persone che sono arrivate in Svezia. Ce l'ho con chi ce le ha portate». Cioè, con chi?«Con chi ci governa. Nel nostro Paese ci saranno sempre persone che etnicamente e culturalmente non sono svedesi. Ma ne abbiamo accolte troppe».Temi solo l'aumento dei crimini, o l'immigrazione ti preoccupa anche dal punto di vista culturale?«Certo che mi preoccupa. Siamo arrivati al punto che non capiamo più nemmeno la lingua di chi vive nel nostro Paese. Non c'è più niente che unisca davvero gli svedesi».Ma come hai fatto a diventare una leader del movimento nazionalista svedese? Insomma, come mai sei così famosa?(Ride). «Me lo chiedo anch'io! È successo tutto così in fretta…».Ti va di raccontarcelo?«È cominciato tutto da quella manifestazione a Göteborg».Chi l'ha organizzata?«Essenzialmente io e mia madre. Ma per pubblicizzarla abbiamo chiesto aiuto a una giornalista, Ingrid Carlqvist [collaboratrice di «Fox news», critica dell'islam e sostenitrice di Ukip, ndr]. Né io né mia madre, altrimenti, avremmo saputo come muoverci».E lì hai parlato in pubblico.«Proprio così. Da quel momento hanno cominciato a seguirmi sempre più persone su Twitter».Qualche giorno fa, hairitwittato un articolo di Dagospia, che ti definiva «l'anti Greta Thunberg». C'è rivalità tra voi due?«Be', io non mi paragonerei a lei. Parliamo di cose diverse. E poi lei ha avuto molti più riconoscimenti di me, su Twitter ha molti più follower».Però siete entrambe giovanissime, l'accostamento è logico.«Credo che il motivo per cui mi definiscono “l'anti Greta" è che lei parla di un argomento molto mainstream, mentre io parlo di cose che quasi non si possono dire».Lei non dice cose scomode?«I politici, i giornalisti, gli insegnanti, tutti parlano di cambiamento climatico».Ma di lei che ne pensi?«Non ho niente contro di lei».Sbilanciati di più.(Ride). «Ma sai, ho letto alcune interviste sui giornali svedesi».E…«Quando le chiedono: “Cosa pensi che dovrebbero fare i politici?", lei risponde: “Eh, ci sarebbero così tante cose da dire che non posso spiegarvele tutte"… Ho la sensazione che non ne sappia poi granché. Sente di dover fare qualcosa, ma non sa che cosa».È confusa?«Be', quando dice che dovremmo fare le cose in maniera diversa, non si capisce che cosa intenda precisamente con “in maniera diversa". Dobbiamo smettere di prendere l'aereo? O magari dobbiamo smettere di fare figli?».E tu hai le idee chiare su quello che dovrebbe essere fatto?«Io credo che bisognerebbe non solo bloccare i flussi migratori, ma anche avviare seriamente i rimpatri di richiedenti asilo che hanno mentito sulla loro identità o hanno commesso reati».All'età tua e di Greta non è meglio pensare alla scuola, agli amici, agli amori, anziché partecipare a dibattiti politici internazionali?«Dipende da persona a persona. Ci sono giovani che possono fare cose da grandi e adulti del tutto inadatti a occuparsi di politica».Non c'è qualcuno che cerca di strumentalizzarti, tipo l'estrema destra svedese?«Io non sono iscritta ad alcun partito, anche se mi sento vicina alle posizioni di Alternativa per la Svezia [partito sovranista svedese, ndr]».Che idea ti sei fatta del cambiamento climatico?«Non ho letto molto su questo tema, ma ho la sensazione che ne parlino quando vogliono evitare altri argomenti».Un'arma di distrazione di massa?«Mi diranno che sono complottista, ma penso di sì. D'altronde, ci hanno già detto un sacco di volte “entro il tale anno saremo tutti morti", poi non succede nulla, allora posticipano la data e così via. Dovrei davvero fare come Greta?».Ossia?«Smettere di andare a scuola perché non c'è futuro…».Ah ah ah. Tu invece che piani hai per il futuro?(Ride). «Non so neppure che futuro avremo qui in Svezia, sembra che il Paese stia precipitando…».Non ti ci mettere pure tu!«No no. Per ora penso alla scuola. Intanto vorrei essere più presente sui social. E un domani spero di diventare una giornalista».Vuoi fare la giornalista?«Mi piacerebbe, ma non voglio lavorare per i media mainstream, che prendono finanziamenti pubblici e fanno solo propaganda».Credi che in Svezia il politicamente corretto limiti la libertà d'espressione?«Credo proprio di sì. È vietato criticare l'immigrazione, è vietato dire che i bambini non dovrebbero poter cambiare sesso. La propaganda ci ha messi l'uno contro l'altro, conosco ragazzi che ce l'hanno con i genitori per via delle loro opinioni politicamente scorrette».A proposito di cambio di sesso. Tu ti sei espressa anche contro la propaganda gender nelle scuole.«Non molto tempo fa in Svezia è stata introdotta questa nuova parola, Hen».E che vuol dire?«È un pronome che si usa al posto di “lui" o “lei", nel caso di persone di genere non binario».Ah, la neolingua gender. E poi?«Abbiamo questi asili che dovrebbero essere “gender neutral": una cosa che confonde i bambini, ai quali viene raccontato che un maschio può essere una femmina e una femmina può essere un maschio».Tu non credi sia possibile?«So che esiste la disforia di genere, ma come diamine facciamo a distinguere quello che una persona sente davvero dalla propaganda?».I tuoi insegnanti che dicono delle tue campagne?«Credo che la maggior parte dei miei insegnanti stia dalla parte del governo. Ma non hanno mai fatto commenti».E i tuoi compagni?«Qualcuno a scuola ce l'ha con me, in effetti. Quando parli di queste cose ti appiccicano subito l'etichetta di “razzista" e “omofoba"».Immagino che non ti piaccia nemmeno l'Unione europea.«Come non mi piace l'Onu, che vuole imporre il Global compact sull'immigrazione. Credo che siano gli svedesi a dover governare la Svezia. In quanto europei possiamo essere alleati anche senza l'Unione europea».Vuoi dire qualcosa ai tuoi coetanei italiani che condividono le tue stesse idee?«Uniamoci e guardiamoci le spalle a vicenda».
Tedros Ghebreyesus (Ansa)
Giancarlo Tancredi (Ansa)