2020-07-30
Sì notturno al ddl Zan. Ora va alla Camera tra i dubbi dei giuristi. Fi in ordine sparso
(Philipp Schulze/picture alliance via Getty Images)
Il testo approvato in commissione Giustizia, da lunedì in Aula. Il leghista Simone Pillon è certo: «L'opposizione si ricompatterà sul no».Adesso la data è certa: il ddl Zan inizierà il proprio iter alla Camera lunedì 3 agosto, la settimana prossima. La notizia è stata ufficializzata nella notte di ieri, dopo l'accordo trovato lunedì sera in seno alla conferenza dei capigruppo di Montecitorio siglato il quale, alle 2 del mattino, il testo unificato è stato approvato in Commissione giustizia. La convergenza della maggioranza sul ddl è stata raggiunta a seguito di alcune lievi modifiche al testo base che sono state concordate, modifiche che nello specifico riguarderanno gli stanziamenti economici e il riferimento alle scuole, che dovrebbe essere attenuato.In effetti, l'articolo 5 così com'era fino a ieri, al comma 3, prevedeva il riconoscimento di una Giornata nazionale contro l'omofobia da promuoversi «in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado». Una sottolineatura - quell'«in modo particolare» - che pare sia risultata esagerata perfino agli esponenti di Italia viva, i quali con emendamenti riformulati dovrebbero, in Aula, limarla.Degno di nota anche il fatto che la commissione Affari costituzionali, chiamata ad esprimere un parere, si sia sì detta a favore del provvedimento, ma lo abbia fatto esortando di «chiarire più puntualmente che non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e la manifestazione di convincimenti o di opinioni riconducibili al pluralismo delle idee» e di fare lo stesso sui «confini tra le condotte discriminatorie fondate sul sesso, sul genere, sull'orientamento sessuale o sull'identità di genere, al fine di evitare incertezze in sede applicativa».Due rilievi sovrapponibili in tutto e per tutto, guarda caso, a quelli dei critici della norma, che ne lamentano l'eccessiva fumosità a beneficio dell'arbitrio dei giudici e a scapito dei diritti anche di libertà del cittadino. Ciò nonostante, Alessandro Zan è assai sereno, come provano le parole con cui ha ufficializzato la calendarizzazione della sua legge il 3 agosto: «Grazie alle colleghe e ai colleghi che hanno convintamente difeso il testo: la maggioranza è forte e coesa contro l'odio e le discriminazioni. Ora in Aula a Montecitorio il 3 agosto». Parole che fanno ben capire come la maggioranza di governo, pur divisa su tanti temi caldi nazionali ed europei, stia procedendo compatta secondo i desiderata del mondo Lgbt.Naturalmente, la valutazione degli oppositori a questa legge è ben diversa rispetto a quella di Zan, anche con riferimento alle modalità con cui essa è stata licenziata dalla Commissione. Dure, in particolare, sono state le dichiarazioni del senatore leghista Simone Pillon, uno dei più tenaci oppositori di questa norma, che lamenta esser passata in Commissione giustizia nottetempo, «dopo aver ignorato le pubbliche proteste e forzato i tempi del dibattito, tagliato il numero degli emendamenti e strangolato gli interventi dell'opposizione ridotti a due minuti».Un metodo ben poco democratico, ha aggiunto Pillon, che rispetto a tali sviluppi chiama in causa direttamente le responsabilità del premier Giuseppe Conte, all'indirizzo del quale lancia un monito: «Con tutte le scadenze di questi giorni e la crisi economica post Covid, il premier è sicuro di imbarcarsi in questa vergogna ideologica? A Renzi non andò molto bene quando volle forzare sulle unioni civili. Caro Conte, ci ricorderemo!».Sul piano parlamentare, se da una parte davvero la maggioranza sembra unita, dall'altra l'incognita potrebbe essere la linea delle opposizioni. Infatti, la netta contrarietà di Lega e Fratelli d'Italia non appare in discussione mentre invece l'atteggiamento di Forza Italia - soprattutto dopo l'emendamento cosiddetto «salva idee» di Enrico Costa, accolto giorni fa in Commissione - sembra decisamente più morbido. Ciò nonostante, Giusi Bartolozzi ha ribadito che «l'indicazione data al gruppo dal presidente Berlusconi è il voto contrario» anche se, ha aggiunto la deputata forzista, «come sempre, nella storia di Forza Italia, il presidente lascia ai deputati la più ampia libertà su temi come questi».Tradotto dal politichese: sul ddl Zan il partito di Berlusconi potrebbe procedere in ordine sparso, minando la compattezza dell'opposizione al riguardo. Ciò nonostante anche il senatore Pillon, avvicinato da La Verità, non nasconde un cauto ottimismo: «So per certo che, a parte alcune eccezioni, quasi tutti i parlamentari di Forza Italia alla Camera e al Senato condividono la linea di opposizione dura al ddl Zan indicata dal presidente Berlusconi». Staremo a vedere, anche se è fuori discussione come una contrarietà alla legge bavaglio manifestata con compattezza a livello parlamentare avrebbe avuto, anche a livello mediatico, tutto un altro peso. Invece così, salvo sorprese, Zan e i suoi sembrano poter dormire sonni tranquilli.
Jose Mourinho (Getty Images)