2018-07-04
Farmacista obiettore vince in tribunale: si può non dare la pillola
La Corte di appello di Trieste ha confermato la sentenza di primo grado per la dottoressa di Monfalcone che nel 2013 si era rifiutata di vendere il contraccettivo a una coppia.C'è voluto un calvario giudiziario durato cinque anni per vedere riconosciuto un diritto sancito dalla legge italiana. Dopo lunga camera di consiglio, la Corte di appello di Trieste ha infatti confermato l'assoluzione per Elisa Mecozzi, la farmacista di Monfalcone che nel 2013 aveva dichiarato la propria obiezione di coscienza rifiutandosi di vendere la pillola del giorno dopo a una coppia. A rendere nota la decisione dei giudici sono il senatore e avvocato della Lega, Simone Pillon, e l'avvocato Marzio Calacione, che hanno difeso la donna in questo percorso giudiziario.«Il Tribunale di Gorizia aveva già assolto la farmacista, ma la Procura locale aveva appellato la sentenza, costringendo la difesa a un nuovo grado di giudizio», spiegano i due legali. «Ora finalmente la Corte di Appello del capoluogo giuliano ha confermato l'assoluzione, riconoscendo la particolare tenuità del fatto e l'infondatezza delle pretese accusatorie. Speriamo che nessuno sia più processato per aver seguito la propria coscienza». Nel giugno 2013, una coppia si era rivolta al pronto soccorso per chiedere un intervento farmacologico dopo un rapporto sessuale. Il sanitario di turno aveva consegnato ricetta per la somministrazione di un preparato ormonale post coitale. La coppia si era quindi recata alla farmacia di turno più prossima ma qui aveva trovato l'opposizione cortese e tuttavia ferma della farmacista. «Non somministro prodotti potenzialmente abortivi perché sono obiettore di coscienza» disse la dottoressa. «Però vi lascio l'indirizzo di una farmacia qui vicino, che pure effettua il turno notturno e dove potrete acquistare quello che cercate». I due però, anziché recarsi nell'altra farmacia., chiesero l'intervento dei Carabinieri. Pillon riferisce alla Verità che poi la coppia non si è nemmeno costituita parte civile. La difesa ha anche contestato le tesi secondo cui la pillola del giorno dopo, come quella dei 5 giorni dopo, non è abortiva ma contraccettiva. Un aspetto centrale sul quale insiste, parlando alla Verità, anche il presidente dell'Unione cattolica farmacisti italiani, Piero Uroda: «Quando si uniscono due gameti, ovulo e seme, si forma subito un dna che ci accompagnerà per tutta la vita, insomma in quel momento c'è già tutto quello che regolerà il nostro corpo». Uroda ricorda che dal congiungimento dei due gameti si forma una embrione che impiega 3 o 4 giorni di migrazione prima di nidarsi. Dunque per il presidente dei farmacisti cattolici è un «imbroglio» affermare che la pillola del giorno dopo e dei 5 giorni dopo siano farmaci contraccettivi.