2025-01-25
Shoah pro Pal a Milano, gli ebrei silurano Sala
Il sindaco invita al Giorno della memoria Anpi e associazioni studentesche, impegnate da mesi a incendiare le piazze contro Israele- La Comunità meneghina diserta la cerimonia perché «c’è chi ci spara sempre addosso». Identici dinieghi e proteste pure a Bologna.Voleva trasformarlo nel giorno della Memoria corta. Il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, è alle prese con una polemica destinata a deflagrare a livello nazionale: la Comunità ebraica ha posto un netto rifiuto alla partecipazione all’evento cardine delle celebrazioni del Giorno della memoria, il 27 gennaio. Il borgomastro ha organizzato per lunedì prossimo a palazzo Marino un solenne momento di dialogo con le istituzioni, inserendo fra gli invitati anche Anpi e associazioni studentesche, vale a dire i rappresentanti dell’ala dura dei pro Pal, coloro che da oltre un anno incendiano le piazze in nome di un presunto «genocidio» da parte di Israele a Gaza. Morale: l’Ucei ha detto no. Con simili compagni di strada, per la prima volta nella storia, non parteciperà.Il clamoroso rifiuto è dovuto «a un’eccessiva politicizzazione di alcune associazioni promotrici» e smaschera l’ipocrisia del Pd. Il presidente della Comunità ebraica di Milano, Walker Meghagi (al quale è stato rifiutato l’Ambrogino d’oro), non usa mezzi termini. «Non abbiamo nessun dissidio col Comune di Milano e con l’Aned (l’associazione che pone le pietre d’inciampo, ndr) ma non possiamo accettare di avere a che fare con l’Anpi che usa il termine genocidio per definire quanto accade a Gaza e ha paragonato quella situazione alla Shoah. Perché dovremmo andare a un’iniziativa con chi ci spara sempre addosso? Con chi parla di genocidio e attacca gli ebrei? Troppo comodo farsi vivi solo il 27 gennaio e poi stare zitti per gli altri 365 giorni dell’anno. Mi sembra tutto molto ipocrita». A confortarlo nella decisione è stata la scelta dell’ex presidente dell’Anpi milanese, Roberto Cenati, che a sentir parlare di «genocidio» se n’è andato mesi fa sbattendo la porta.Ad aumentare il fastidio contribuisce la presenza delle associazioni studentesche, nel ricordo degli attacchi antisemiti dei collettivi di sinistra a Liliana Segre. Meghagi parla anche di lei: «Guardiamo ciò che sta accadendo con gli insulti a Segre. Gli studenti mandiamoli a vedere il film Liliana, parliamo della memoria e non di altro». Lo strappo è condiviso a livello nazionale, anche se la presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche, Noemi Di Segni, ha una posizione più istituzionale e invita a partecipare alle «manifestazioni alte», come quella del Quirinale. «Premesso che ciò che è avvenuto in questi mesi laceranti, con manifestazioni di odio, ci porterebbe a non partecipare a nulla, non possiamo essere istintivi. Quindi andremo a momenti alti. Ma non andremo a manifestazioni con l’Anpi, dove la narrativa è distorta».Il vento della protesta è forte, il timore di sceneggiate e contestazioni durante un momento sacro è concreto. Davide Romano, presidente della Brigata ebraica che ogni 25 aprile viene fischiata nei cortei, è categorico: «Non prenderò parte ad alcun evento perché oggi vedo nella società italiana e in alcune istituzioni muoversi un odio antiebraico che strizza l’occhio a regimi teocratici e totalitari come quelli di Iran, Hamas e Hezbollah. Se in Germania e Austria le pulsioni antisemite provengono dall’estrema destra, in Italia è una certa sinistra a preoccupare di più. È quella che solidarizza con i musulmani che non piangono neppure le donne ebree stuprate e i bambini bruciati o arrivano a negare che il pogrom del 7 ottobre sia avvenuto».La pietra d’inciampo politica fa barcollare il Pd di Elly Schlein, che dal 7 ottobre 2023 ha una posizione ambigua e sfila nelle piazze pro Pal con derive antisemite. Il segretario dem milanese, Alessandro Capelli, maschera male l’imbarazzo: «Parteciperemo orgogliosamente alle iniziative al fianco delle associazioni che da sempre si battono contro tutte le forme di fascismo, razzismo e antisemitismo. La memoria non si dimentica». Vero, ma senza gli ebrei è solo memoria selettiva, un happening. In difficoltà Emanuele Fiano, già deputato dem e figlio di Nedo sopravvissuto ad Auschwitz: «La memoria della Shoah deve essere onorata dalle Comunità ebraiche sempre. Per questo sono in completo dissenso da chi non partecipa».Il malessere milanese rischia di contagiare altre città a cominciare da Bologna dove, lo scorso anno, la Comunità ebraica rimase esterrefatta dal gelo della giunta di Matteo Lepore nella cerimonia a palazzo d’Accursio; il sindaco uscì per protesta durante un intervento sull’antisemitismo. Quest’anno, mentre il presidente della comunità Daniele De Paz sarà in Comune, gli ebrei progressivi di «Or ‘Ammim» hanno deciso di disertare le iniziative. La numero uno Carmen Dal Monte sintetizza così: «Bologna vuole ricordare ipocritamente i nostri nonni uccisi mentre sventola la bandiera (anche sul pennone del municipio) di chi vuole uccidere noi e i nostri figli».Gastriti a sinistra, il corto circuito è completo. E il pensiero torna in quella Milano «inclusiva» dove Liliana Segre giovedì è stata costretta a disertare una cerimonia al Memoriale della Shoah. Chi sgomitava per sedersi accanto a lei nel palco d’onore della Scala, ora tace. Per non urtare la suscettibilità dei barbari in kefiah.
Charlie Kirk (Getty Images)