2025-10-02
Liberato il campo rom dei baby killer. Per svegliare Sala ci voleva il morto
Blitz dei vigili nell’accampamento milanese di via Selvanesco, dove abitavano i quattro ragazzini che ad agosto hanno investito una donna con l’auto rubata. Altri 10 in comunità. «Né igiene né scuola».Vivevano in condizioni igieniche precarie, tra pezzi di plastica e di automobili, tra roulotte abbandonate e lontano da ogni forma di socializzazione. Altri dieci minori sono stati allontanati dal campo rom di via Selvanesco a Milano. Quando giovedì scorso, gli agenti della Polizia municipale hanno fatto capolino in quell’accampamento si sono trovati di fronte, ancora una volta, la materializzazione del degrado e dell’illegalità. Dieci minori sono stati allontanati e tre persone sono state denunciate per abbandono di minori e per maltrattamenti a danno di familiari e conviventi. Ma quello di una settimana fa è solo l’ultimo dei sopralluoghi effettuati dal Nucleo problemi del territorio della Polizia municipale di Milano nell’accampamento del quartiere Gratosoglio che, lo scorso 10 agosto, in piena estate, finì sotto i riflettori nazionali. Proprio in quel campo «del degrado e dell’illegalità» sono stati rintracciati i quattro ragazzini che hanno travolto e ucciso con un’automobile rubata Cecilia De Astis, pensionata di 71 anni che stava per attraversare la strada in via Saponaro. Da quel momento, tutta Italia e anche l’amministrazione comunale di Milano si è accorta che le condizioni di vita in quel campo rom di via Selvanesco, occupato principalmente da bosniaci, sono «pessime»: ragazzini di appena undici anni trascorrono le giornate a rubare, senza andare a scuola e vivono nell’incuria e nel più assoluto degrado. È questa la scena che, pure giovedì scorso, i vigili si sono trovati davanti in quell’accampamento dove ormai sono rimasti solo due roulotte e un furgone: dieci ragazzini, di età compresa tra i quattro e i diciassette anni, dormivano in roulotte vecchie e abbandonate trascorrendo le loro giornate tra cumuli di rifiuti, senza alimentarsi in modo adeguato, senza lavarsi, indossando vestiti non adatti al clima e con scarpe «fradice». Il campo era la loro «casa» sporca, senza corrente elettrica, senza acqua. Nessuno di loro risulta iscritto all’anagrafe studenti, ovvero non frequentano la scuola dell’obbligo e nemmeno la scuola dell’infanzia, luogo educativo e formativo dei piccoli. Alcuni di loro viveva di espedienti, compiendo reati e confrontandosi ogni giorno con l’illegalità. Per tali motivi, un uomo e una donna di circa trent’anni e una persona anziana sono stati denunciati per abbandono di minori e maltrattamenti a danno di familiari e conviventi. Quindi, da agosto nulla era cambiato in quell’accampamento. Nonostante la gravità di quanto accaduto lo scorso 10 agosto, ancora i bambini nel campo di via Selvanesco erano abbandonati a loro stessi lasciati al degrado e cullati dall’illegalità. Adesso, i dieci minorenni sono stati allontanati e trasferiti in comunità protette. Il vicepremier e leader della Lega, Matteo Salvini, dopo aver appreso la notizia del nuovo blitz nell’accampamento di via Selvanesco e dell’allontanamento dei ragazzini, sui suoi profili social ha evidenziato la gravità di quanto accaduto e la necessità di un provvedimento d’urgenza per questi minorenni: «Bene così. Grazie alla polizia locale di Milano, via i figli a pseudo-genitori rom che li educano al furto e alla criminalità. Avanti in questa direzione, l’illegalità non può essere tollerata e i bimbi meritano un futuro dignitoso».Lo scorso agosto in quel campo erano stati rintracciati i quattro ragazzini che investirono e uccisero la pensionata. Tutti di età compresa tra i tredici e gli undici anni: tra di loro due fratelli di dodici e tredici anni e la loro cuginetta di appena undici anni. Subito dopo l’incidente mortale, i ragazzini erano andati a fare un giro in un centro commerciale. Dopo qualche ora erano stati rintracciati nel campo rom dalle forze dell’ordine e inizialmente avevano mostrato collaborazione, ma due giorni dopo con alcuni loro familiari i quattro avevano tentato la fuga. Il giudice del Tribunale per i minorenni ha subito disposto il divieto di espatrio per tre dei quattro ragazzini che sono stati collocati in una struttura protetta. In particolare la ragazzina era stata fermata sull’autostrada A6 Torino-Savona all’altezza del casello di Fossano in direzione Ventimiglia: era nascosta in un furgone assieme ad altri bambini e alla nonna che si occupava della bimba in assenza dei suoi genitori che erano in Bosnia. Le forze dell’ordine erano riuscite poi a trovare anche i due fratelli, tra cui il conducente dell’automobile che ha provocato la morte della pensionata: si trovavano in Piemonte in un terreno agricolo nel Comune di Beinasco. Il tredicenne guidava la Citroen DS4 rubata ad alcuni turisti francesi. Da agosto, i riflettori sono stati puntati sui tanti campi rom italiani in cui i nomadi vivono in condizioni «vergognose» mettendo a rischio la sicurezza di tutti i cittadini e dei loro stessi figli. Spazzatura ovunque, pezzi di plastica, discariche abusive e macchine incendiate. Quello del quartiere Gratosoglio è uno degli accampamenti più grandi d’Italia: è sorto nel 1999 sotto la giunta Albertini e ospitava circa 75 nuclei familiari, oltre 250 persone, un terzo delle quali minorenni.