2019-11-07
Cina e Russia si contendono la Serbia
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La Serbia sta assumendo una sempre maggiore centralità sul fronte geopolitico. Complice anche il disinteressamento mostrato da Washington negli ultimi due decenni, Belgrado si è progressivamente avvicinata all'orbita sino-russa. Mosca e Pechino considerano infatti lo Stato balcanico un fondamentale corridoio per collegare l'Europa Occidentale al Mediterraneo Orientale, oltre che per connettere il Baltico all'Egeo.Si tratta di una posizione strategica di assoluta rilevanza sia dal punto di vista geopolitico che economico: una posizione su cui il Cremlino e la Repubblica Popolare vogliono rafforzare la propria influenza. Che i legami con Belgrado si stiano facendo sempre più stretti è del resto testimoniato da svariati fattori.In primo luogo, guardiamo al fronte diplomatico. Da quando è asceso al potere, Vladimir Putin si è recato ben quattro volte in visita in Serbia, mentre il presidente cinese, Xi Jinping, vi ha effettuato un viaggio nel 2014. Lo scorso ottobre, il presidente serbo, Aleksandar Vucic, ha invece ricevuto a Belgrado Yang Xiaodu, membro dell'Ufficio politico del Comitato centrale del Partito comunista cinese, per rafforzare la cooperazione tra Serbia e Cina nell'ambito del progetto della Belt and Road Initiative. All'inizio di questa settimana, il presidente cinese ha inoltre avuto un incontro con il premier serbo, Ana Brnabic, a Shangai, in occasione della China International Import Expo: anche in questo caso, al centro del meeting è stata posta la cooperazione in seno alla Belt and Road Initiative.Sul piano economico le relazioni risultano particolarmente salde. Dal 2011, Pechino ha fatto investimenti per circa quattro miliardi di dollari in Serbia, soprattutto in società statali. Inoltre, la Repubblica Popolare ha versato altri cinque miliardi in prestiti e progetti per ferrovie e autostrade. D'altronde, i settori di maggiore collaborazione tra Pechino e Belgrado risultano quello infrastrutturale e quello energetico. Inoltre, come riportato da Cnn lo scorso settembre, Huawei starebbe progettando di realizzare una rete 5G in Serbia. Anche la Russia non è rimasta con le mani in mano sul fronte economico. Lo scorso ottobre, Belgrado ha infatti siglato un'intesa di libero scambio con l'Unione economica euroasiatica, di cui fanno parte Federazione russa, Bielorussia, Armenia, Kazakhstan e Kirghizistan.Tuttavia, dove Mosca risulta maggiormente attiva, è sicuramente il fronte militare. Il Cremlino sta infatti cercando di attrarre la Serbia nella propria orbita, attraverso il cavallo di Troia delle esercitazioni militari congiunte e - soprattutto - della vendita del sistema missilistico S-400, secondo una modalità di azione che Putin ha già messo in atto con la Turchia dal 2017. Ovviamente non si tratta di casi del tutto sovrapponibili. Ankara è infatti un membro della Nato e l'acquisto dei missili russi ha rappresentato un problema di natura politica, oltre che strategico-militare. La Serbia, dal canto suo, non ha mostrato sinora alcun interesse ad entrare nell'Alleanza atlantica.Belgrado ha storicamente cercato di portare avanti una strategia oscillante tra gli Stati Uniti e l'Unione europea, da una parte, e l'orbita sino-russa, dall'altra. Il punto è che i decisi spostamenti verso Est, verificatisi negli ultimi anni, hanno destato più di una preoccupazione a Washington. Una Washington che, di recente, è tornata ad interessarsi di questo territorio. Poche settimane fa, il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, ha nominato un nuovo inviato speciale, per favorire il dialogo tra Belgrado e il Kosovo, di cui i serbi non riconoscono l'indipendenza dichiarata nel 2008. In quest'ottica, gli Stati Uniti stanno cercando di dissuadere Belgrado dall'acquisto dei missili russi, oltre a tentare di favorire un suo avvicinamento nei confronti di Bruxelles. Washington ha capito - forse troppo tardi - che Mosca e Pechino stiano puntando alla Serbia per obiettivi strategici di fondamentale importanza. La Cina mira ovviamente a rafforzare il progetto della Belt and Road Initiative, rinsaldando così la propria influenza sul territorio europeo. Si tratta di uno scenario a cui - neanche a dirlo - Washington guarda con orrore, soprattutto per quanto riguarda il complicato dossier del 5G. La Russia, dal canto suo, fa leva sulla Serbia per arginare l'influenza statunitense in altre aree dei Balcani. In particolare, è possibile che Mosca voglia usare Belgrado come contrappeso all'entrata del Montenegro nella Nato, avvenuta nel 2017. In questo senso, Cina e Russia soffieranno prevedibilmente sul fuoco dell'indipendenza kosovara, visto che nessuna delle due l'ha riconosciuta. Con questa mossa, l'orbita sino-russa punta ad evitare che possa concretizzarsi una reale convergenza di Belgrado con Washington. Una convergenza difficile, anche a causa di motivazioni storiche (si pensi soltanto all'operazione Allied Force nel 1999). Senza infine trascurare il fatto che la Francia abbia di recente bloccato l'avvio dei negoziati per l'adesione all'Unione europea di Albania e Macedonia del Nord: un elemento che azzoppa la strategia di avvicinamento della Serbia a Bruxelles, perseguita da Washington.
Sehrii Kuznietsov (Getty Images)