Se After Life fosse stato più schiacciato sulla commedia, sulla ricerca minuziosa della risata, allora sarebbe stato perfettamente sovrapponibile a The man on the inside. Una stessa idea di fondo anima le due serie televisive, il tentativo di raccontare con disincanto la solitudine di chi abbia passato gli -anta e si avvicini, seppur riluttante, alla terza età. After Life, con Ricky Gervais ad interpretare magistralmente il protagonista, era la storia di un vedovo, incapace di venire a patti con la scomparsa della moglie. Non aveva pace, non poteva trovarne: si trascinava attraverso la sua quotidianità ormai vuota, cercando il fantasma della donna che aveva amato. Si rideva, certo, ma di quella risata a denti stretti, tipica dello humor inglese. Gervais era cinismo e ironia, sottile e potente, non, però, smaccatamente simpatico. Cosa, quest'ultima, che si è rivelato, invece, Tad Danson, non più capo della scientifica di Csi, ma ingegnere in pensione, rimasto vedovo dell'amata moglie.Danson, dismessi i panni seriosi del poliziotto, ha accettato di recitare un ruolo di primo piano in The man on the inside, la cui seconda stagione è pronta a debuttare su Netflix giovedì 20 novembre. Niente a che vedere con la parte che, negli ultimi anni, gli ha permesso di ristrutturare la sua carriera. Con The man on the inside, Danson è tornato indietro: agli albori della sua professione, alla commedia. Ad un ruolo, quello di Charles Nieuwendyk, che gli ha permesso di ritrovare leggerezza, senza perdere con ciò la capacità di restare vicino al reale.Charles ha una settantina d'anni, nello show. Una figlia, una carriera ormai conclusa. Era professore di ingegneria, e come tale ha deciso di andare in pensione, pensando e sperando di poter condividere il proprio tempo con l'amore della sua vita. Invece, la moglie è morta, lasciandolo solo in una casa troppo grande, dove il tempo sembra avere un decorso proprio, lento e faticoso. Charles potrebbe starsene seduto a maledire il cielo e piangersi addosso. Un bel giorno, però, sceglie di darsi una scossa: un colpo di reni, l'acquisto di un giornale e via, veloce, fino agli annunci di lavoro, tra i quali scorge la possibilità di inventarsi una vita nuova. Qualcuno, una detective privata, cerca un uomo anziano che lavori come spia, infiltrandosi all'interno di una casa di riposo per uscire con un dossier accurato che spieghi chi e come commetta i furti denunciati dai vecchietti. Quel che segue, nella prima stagione, è una commedia degli equivoci, divertente e attuale. Capace, nel suo dipanarsi, di denunciare la solitudine di cui sono vittime tanti anziani e, parimenti, la cattiva gestione di altrettante case di riposo. E capace, con l'imminente seconda stagione, di rinnovarsi senza perdere la leggerezza.I nuovi episodi di The man on the inside ritrovano Charles Nieuwendyk, ormai spia di professione. Non è più all'interno di una casa di riposo, ma si è rimesso dietro una cattedra, nel tentativo di capire chi abbia preso di mira il presidente del Wheeler College, Jack Berenger.
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