2024-08-25
Sentenza choc: il sesso biologico non conta
Gay Pride a Sidney (Getty Images)
Una corte australiana ha scardinato un altro principio di realtà, condannando una società e la sua fondatrice per aver espulso da un’app per sole donne un transgender. Secondo i giudici si tratta «di discriminazione indiretta dell’identità di genere».Alcune grandi aziende dell’universo anglosassone, tra le ultime Harley Davidson e Jack Daniel’s, hanno iniziato a esprimere una notevole insofferenza nei riguardi della agenda cosiddetta inclusiva e di tutti i suoi corollari gender. E pure nelle opinioni pubbliche di varie nazioni occidentali si comincia ad avvertire un certo fastidio. Il wokismo, tuttavia, è lungi dall’essere debellato, anzi continua a macinare vittorie soprattutto sul suo campo di battaglia prediletto, quello giudiziario. Essendo una ideologia del cavillo e dell’artificiosità, del resto, non può che prosperare laddove per forza di cose si deve ridurre la realtà a racconto e ricostruzione. Quel che è vero per una sentenza non è detto che lo sia nel mondo reale e non lo è a maggior ragione quando si tratta di certe estremizzazioni arcobaleno. In tal senso è decisamente emblematico quanto accaduto in Australia, dove una sentenza emessa dalla Corte federale ha sostanzialmente scardinato la differenza di genere. Si tratta della prima sentenza emessa dopo le modifiche apportate alla legge sulla discriminazione sessuale australiana, che ora proibisce la discriminazione di una persona sulla base dell’orientamento sessuale, dell’identità di genere o dello status intersessuale.La storia risale al 2021 quando Roxanne Tickle - transgender australiana - ha deciso di iscriversi a una app per sole donne chiamata Giggle for Girls. La procedura di ingresso richiedeva la pubblicazione di una foto, e quella di Tickle è stata respinta perché giudicata troppo maschile. L’immagine è passata al vaglio di KairosAI, un software che permette di rilevare il genere, poi è stata valutata da Sally Grover, fondatrice della app. Risultato: la trans Roxanne Tickle è stata identificata come uomo, e il suo profilo su Giggle for Girls è stato cancellato. Per tutta risposta, Tickle nel 2022 ha deciso di fare causa alla società e alla fondatrice Grover, e ora un tribunale le ha dato ragione. Come spiega la rivista Wired, «il giudice Robert Bromwich ha riconosciuto una forma “di discriminazione indiretta dell’identità di genere” nei confronti di Tickle, che riceverà dalla piattaforma Giggle for Girls un risarcimento di 10.000 dollari australiani - pari a 6.700 euro - e a cui si aggiungono anche le spese legali». Paula Gerber, docente della Facoltà di Giurisprudenza della Monash University , ha dichiarato alla Reuters che «questa decisione è una grande vittoria per le donne transgender in Australia. Questo caso invia un messaggio chiaro a tutti gli australiani: è illegale trattare le donne transgender in modo diverso dalle donne cisgender. Non è lecito prendere decisioni sul fatto che una persona sia una donna in base a quanto appare femminile». La sentenza, in effetti, è parecchio rilevante, non solo per il dibattito interno australiano sul gender ma soprattutto per quel che concerne il rispetto delle differenze sessuali sui social network. Se un maschio che si identifica come donna non può essere rifiutato da una piattaforma riservata al sesso femminile, viene da chiedersi se esisteranno ancora spazi sicuro e esclusivi per le donne. Come scrive Feministpost.it, questo «caso è molto importante perché la sentenza ha esplicitamente buttato a mare il concetto di sesso a favore dell’identità di genere. Per il giudice il sesso si può cambiare e se un uomo, in questo caso operato, ha una identità di genere speciale non può essere discriminato. Alle donne, anche quelle che non credono nell’identità di genere, non resta che piegarsi».Il sito femminista ricostruisce il percorso che ha portato a questa inquietante decisione. «L’Australia nel 2013 ha approvato un emendamento al Sex discrimination act, il Sex discrimination amendment, che copre tutte le forme di discriminazione comprese quelle basate sulla identità di genere oltre a sesso e condizioni intersessuali. All’epoca nessuno prestò attenzione, ma identità di genere è stata il cavallo di Troia. L’emendamento a sua volta si ispira a una convenzione Onu che molti paesi del mondo hanno firmato, Italia compresa: la Convention on the elimination of all forms of discrimination against women. Il giudizio ha derubato l’app della sua stessa ragione d’essere, uno spazio d’incontro sicuro per sole donne. Per aggiungere al danno la beffa, Tickle ha pure preteso la membership al network». Sulla questione si è espressa anche Reem Alsalem, special rapporteur dell’Onu contro la violenza su donne e bambine, che ha detto di «essere seriamente preoccupata dalla sentenza distopica che distorce concetti fondamentali come sesso e discriminazione e allo stesso tempo elude obblighi in materia di diritti umani internazionali nei confronti delle donne. Questa decisione se non viene contestata costituirà un precedente pericoloso». Alsalem non ha torto ma la situazione è probabilmente peggiore di come la descrive. Che si tratti di competizioni sportive, di luoghi di lavoro, di bagni, di carceri o di app, è un fatto che le aree riservate alle donne si stiano notevolmente riducendo. L’eliminazione per sentenza o legge della differenza non si traduce in una eliminazione nella realtà, dove le differenze biologiche e culturali rimangono e si fanno sentire. In Australia si è verificato soltanto l’ultimo di una serie di episodi che confermano oltre ogni dubbio una drammatica evidenza: i presunti nuovi diritti cancellano quelli «vecchi», quelli naturali. E mentre le transfemministe berciano contro il patriarcato, la dignità femminile viene impunemente calpestata per evitare discriminazioni.
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.