2023-06-23
Grazie alla sentenza anti aborto negli Usa sono stati salvati almeno 60.000 bimbi
A un anno dal ribaltamento di Roe vs Wade, che dava copertura costituzionale all’interruzione di gravidanza, esultano i pro life. L’aborto precede lo Stato di diritto di molti secoli se già il grande e profetico Ippocrate (460-377 a.C.), nel celebre Giuramento, lo vietata ai medici del suo tempo. Anzi, possiamo dire che l’aborto, come la schiavitù, la tortura e la guerra, è una delle tante manifestazioni della violenza dell’uomo sull’uomo e sulla donna.Nell’epoca contemporanea, dopo le prime legalizzazioni nella Russia sovietica (1919) e nella Germania nazista (1935), fu ammesso anche nei progressisti Stati Uniti, spesso avanzatissimi nell’inversione dei valori. Tutti i Paesi civili del tempo - che fossero a maggioranza cristiana (cattolica, ortodossa e protestante) ma anche non cristiana (mussulmana, buddista, animista, atea) - lo consideravano una male da reprimere, un’ingiustizia da combattere o, al massimo, da tollerare in pochi casi speciali. Nel gennaio del 1973, in America, fu votata una sentenza rivoluzionaria, la Roe vs Wade, la quale, garantì il «diritto all’aborto» per ogni donna incinta, come se fosse un diritto naturale, riconosciuto dalla Corte suprema come diritto federale e inoppugnabile. Per la cronaca, la Roe che ha dato il nome alla sentenza di depenalizzazione si chiamava Norma McCorvey (1947-2017) e, dopo i fatti e le polemiche che la videro protagonista, si pentì dell’aborto e divenne un’attivista e militante pro life, come racconta nella sua autobiografia Won by Love del 1997.Ma ecco che, esattamente un anno fa, il 24 giugno 2022, una data che è destinata ad essere una pietra miliare nella difesa della vita, una nuova sentenza della Corte suprema, stavolta detta Dobbs vs Jackson, ha ribaltato Roe. Dichiarando che l’aborto non è, come avevano sempre detto i pro choice, un diritto inalienabile della donna da doversi riconoscere a livello federale. Ma è una forma di non punibilità che uno Stato della federazione americana può concedere ma anche revocare, attuando una politica in favore della vita e dei nascituri.Proprio questo ribaltamento storico viene ricordato oggi dai vescovi americani, per la voce di monsignor Michael Burbidge di Arlington, in Virginia, e presidente del comitato per le attività pro life dell’episcopato statunitense.Secondo Burbidge è legittimo e doveroso, in occasione del primo compleanno della sentenza, «celebrare il Dobbs day» anche perché «per la grazia di Dio, il sistema dell’aborto su domanda è finito». E la sentenza Roe, definita dal presule come un «flagello apparentemente insormontabile per la nostra nazione», da un anno ormai, «non è più». Parole chiare e forti che, comunque, i vescovi americani hanno sempre pronunciato nella difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale, anche sostenendo, durante mezzo secolo, manifestazioni come i «40 days for life» in quaresima e la grande March for life che si tiene ogni gennaio a Washinton, nell’infausta ricorrenza della Roe.Lifesitenews riporta - pur se i calcoli sul tema non sono agevoli - che circa 32.000 bambini sarebbero nati grazie alla sentenza Dobbs nei primi sei mesi dalla sua promulgazione, per arrivare quindi a oltre 60.000 vite salvate a oggi. Questo, anzitutto, per merito di quegli Stati, di norma guidati dai repubblicani, che hanno interpretato correttamente la sentenza e hanno messo in atto delle politiche favorevoli alla donna, con aiuti in caso di fragilità economica e psicologica alle partorienti, e sfavorevoli all’aborto facile e immotivato. Tra essi Texas, Florida, Indiana, South Dakota, Missouri, Oklahoma, Mississippi, Louisiana, Kentucky, Idaho, Arkansas, Alabama, Ohio e altri.In altri contesti, però, specie con i dem del cattolico Joe Biden al potere, c’è stata, al contrario, una nuova ondata di abortismo e una recrudescenza di persecuzione ai pro life, colpiti anche fisicamente visto che le loro sedi e i loro centri di ritrovo sono andati in fiamme. E vengono pure discriminati nelle scuole e nelle università.Ma, come ha affermato monsignor Burbidge, «mentre celebriamo, ricordiamoci che non è la fine, ma solo l’inizio di una nuova fase critica e di nuovi sforzi per proteggere la vita umana». L’inatteso successo di un anno fa, dovuto a giudici-eroi come Samuel Alito e Clarence Thomas, è comunque giudicato «una vittoria giuridica capitale». Ed è un vero peccato che le chiese d’Europa, forse per non indispettire i partiti di sinistra e i media liberal, vi abbiano fatto così poco conto.Resta il fatto che la denatalità e gli stessi progressi scientifici sull’embrione, danno ogni giorno ragione ai sostenitori della vita e della famiglia numerosa. E mettono carboni ardenti sulla coscienza di chi, come direbbe papa Francesco, «chiama un sicario per risolvere un problema».
«Haunted Hotel» (Netflix)
Dal creatore di Rick & Morty arriva su Netflix Haunted Hotel, disponibile dal 19 settembre. La serie racconta le vicende della famiglia Freeling tra legami familiari, fantasmi e mostri, unendo commedia e horror in un’animazione pensata per adulti.