2021-05-19
Secondo errore di sovradosaggio ma Figliuolo applaude la Toscana
Eugenio Giani (Getty Images)
Il generale glissa sugli sbagli di Eugenio Giani e striglia gli altri governatori: «Basta propaganda».Il governatore Eugenio Giani aveva preparato la fanfara, con tanto di prenotazioni aperte alle classi 1971-1973 (con i posti disponibili, per altro, terminati nel giro di poche ore). Ma la visita del generale Francesco Paolo Figliuolo in Toscana - a Firenze e a Siena - è stata accolta con la notizia del secondo caso di sovradosaggio di vaccino Pfizer che si è verificato lunedì all'hub vaccinale di Livorno. A ricevere quattro dosi tutte insieme è stata una sessantasettenne che sarebbe in buone condizioni di salute. Un caso analogo si è verificato sempre in Toscana, a Massa, il 9 maggio: allora era stata una ventitreenne a ricevere quattro dosi di Pfizer. «Sicuramente si farà una verifica sui protocolli ma sono assolutamente confidente che quanto è stato fatto possa essere frutto di un errore umano dovuto anche al sovraffaticamento. Chiaramente si vedrà nel dettaglio», ha commentato il commissario Figliuolo. Che ha quindi «graziato», almeno pubblicamente, Giani: «La Toscana sta facendo la sua parte, era partita male, è inutile negarlo, ma con un dialogo costante con il presidente e il lavoro sinergico oggi è tra i primi posti sui target importanti», ha dichiarato in conferenza stampa. Senza ricordare il lungo elenco di errori commessi all'inizio dalla Regione, come l'aver vaccinato con le dosi Pfizer tutto il settore sanitario (anche chi lavorava in smart working), l'avere immunizzato prima gli avvocati e anche l'aver affidato le vaccinazioni per i più anziani ai medici di famiglia. Il problema è che la campagna vaccinale toscana è ancora ingolfata soprattutto sugli anziani nei piccoli Comuni dell'entroterra difficilmente raggiungibili e sui fragili. Prima la Regione ha fatto prenotare per età gli under 60, sani o con «comorbidità». Poi ha aperto (ieri) a quelli con comorbidità. Che però, se avevano già prenotato, non hanno potuto prenotare. Il risultato? I soggetti fragili che si sono fidati ora si ritrovano con appuntamenti fissati - in molti casi - a giugno inoltrato (e richiamo a 42 giorni per Pfizer). E chi ha aspettato (o è fragile under 45), ieri ha prenotato magari a brevissimo. Anche l'andamento delle vaccinazioni per gli ultraottantenni toscani ha avuto dei picchi improvvisi e poi dei cali bruschi quando evidentemente le squadre vaccinali sono state spostate su altre categorie. Da Firenze Figliuolo ha però invitato le Regioni a tenere la barra dritta nelle prossime due o tre settimane: «Dobbiamo continuare a vaccinare gli over 60 e i fragili. Chiedo a tutti presidenti di Regione di andare avanti con i richiami, è facile farsi prendere dalla propaganda, ma se non mettiamo in sicurezza gli over 60 che hanno il 95% di possibilità di finire in ospedale, o peggio ancora in terapia intensiva, o peggio ancora di morire, non ne usciamo», ha detto sottolineando che «c'è stato un calo vertiginoso dei ricoveri e dei decessi dando priorità alle classi vulnerabili». E ancora: «Capisco i presidenti regionali che hanno intenzione di anticipare i tempi, ma li invito ad attenersi al piano cadenzato che tiene conto delle capacità vaccinali. Bisogna seguire il piano vaccinale in maniera armoniosa e omogenea», ha ribadito ieri. Il problema è che è stato lo stesso generale ad aver dato il via libera alle vaccinazioni per gli under 50, lasciando così alcuni governatori liberi di fare marketing facile con le prenotazioni senza aver prima messo in sicurezza le categorie più fragili o le classi di età prioritarie. Figliuolo sottolinea che siamo quasi a 28 milioni di somministrazioni in Italia, ma se non si decide a dare target settoriali alle Regioni, le agende dei governatori saranno sempre diverse da quella del commissario. E la campagna continuerà a viaggiare a diverse velocità, costringendo quelle che vaccinano rispettando la tabella di marcia - come la Lombardia, il Veneto e il Piemonte - a rallentare per uniformare il passo.
Duilio Poggiolini (Getty Images)
L'amministratore delegato di Mediobanca Alberto Nagel (Imagoeconomica)