2020-03-14
«Se non c’è sicurezza chiudere le aziende». La Lombardia lo fa già
Giuseppe Conte promette un decreto ai sindacati. Ma da lunedì fermano la produzione i grandi gruppi del Bresciano e della Bergamasca.Sospendere la produzione nelle fabbriche per dare modo agli imprenditori di adeguare gli stabilimenti alle norme anti coronavirus, ricorrendo alla cassa integrazione. È questa la richiesta più importante fatta ieri dai sindacati al governo, nel corso di un vertice in videoconferenza con il premier Giuseppe Conte, i ministri dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, dell'Economia Roberto Gualtieri, della Salute Roberto Speranza, del Lavoro Nunzia Catalfo, dei Rapporti con il Parlamento Federico D'Incà, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, il commissario governativo Domenico Arcuri. Al tavolo (metaforico) i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, Maurizio Landini, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo; il presidente e il direttore generale di Confindustria, Vincenzo Boccia e Marcella Panucci; il presidente di Confapi, Maurizio Casasco e il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti. La richiesta, salvo imprevisti, verrà recepita dal governo, che oggi, attraverso un decreto, dovrebbe stabilire con chiarezza che le aziende che non rispetteranno i protocolli di sicurezza concordati tra governo e parti sociali, dovranno chiudere.Ma c'è chi ha già pensato. Da lunedì le principali fabbriche di Bergamo e Brescia, il cuore produttivo della Lombardia e dell'Italia, si fermano. Nomi come Tenaris, Brembo, Beretta, Alfa Acciai, Lonati, Lucchini… Anche l'acciaieria Feralpi di anche l'acciaieria Feralpi di Giuseppe Pasini, presidente degli industriali bresciani: «Non si può andare avanti in queste condizioni di prostrazione, con la paura che inquina i reparti, la tensione è troppa, l'emergenza ci sovrasta». Negli ultimi giorni, in tutta Italia si sono registrati scioperi: impiegati e operai chiedono più sicurezza sui luoghi di lavoro. «Stiamo lavorando ad un documento comune tra governo e parti sociali», ha commentato la Furlan al termine della sessione mattutina dell'incontro, e prima di quella serale, «che definisca con chiarezza tutto quello che imprese e Stato dovranno fare per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori, anche utilizzando un periodo di sospensione della produzione e delle attività, per il tempo necessario ad adeguarsi alle nuove disposizioni».«Non è possibile fermare il Paese», ha detto Landini a Conte, «ma è indispensabile affrontare l'emergenza dando sicurezza a chi lavora, distinguendo ciò che è essenziale, come la sanità, la filiera alimentare, i servizi pubblici, da ciò che è rinviabile. Un segnale importante potrebbe essere la disposizione di chiudere i centri commerciali e i supermercati la notte, il sabato e la domenica. Occorre fornire in pochi giorni le protezioni ai lavoratori. Dobbiamo essere sicuri», ha aggiunto il leader della Cgil, «che entro breve possiamo avere le produzioni essenziali sicure. L'inizio della prossima settimana potrebbe essere utilizzato per la messa in sicurezza usando anche la cassa integrazione, tenendo anche conto delle differenze regionali».«Lo stanziamento di soli 25 miliardi di euro», ha commentato il segretario generale della Ugl, Paolo Capone, «dimostra che il nostro governo non ha compreso l'enorme impatto economico di questa crisi e che il presidente Conte è inadeguato a gestirla. La Cancelliera tedesca Merkel ha annunciato aiuti illimitati, e subito 550 miliardi di euro, a dimostrazione che questa pandemia economica potrebbe essere fatale per famiglie e imprese. Conte lo faccia presente in Europa, chiedendo con maggiore autorevolezza di mettere in pratica quella solidarietà su cui si fonda l'Ue, altrimenti si dimetta. Per la sicurezza dei nostri lavoratori auspichiamo», ha aggiunto Capone, «inoltre, lo stop a tutte le attività di produzione».«Con la protezione civile», ha detto ai sindacati il presidente del Consiglio Conte, «stiamo compiendo sforzi straordinari per essere nella condizione, già nei prossimi giorni, di distribuire gratuitamente a tutti i lavoratori dispositivi di protezione individuale». «Tutte le parti sociali e i ministri competenti», ha poi aggiunto la presidenza del Consiglio attraverso una nota, «sono già al lavoro per elaborare linee guida uniformi che assicurino la massima tutela della salute dei lavoratori e le necessarie condizioni di sicurezza in tutti i luoghi di lavoro, con specifico riferimento all'emergenza sanitaria in atto. Le aziende che avranno necessità di tempo per adeguarsi a queste misure di cautela potranno sospendere o ridurre le loro attività per alcuni giorni approfittandone per sanificare le aree. Sarà consentito il ricorso agli ammortizzatori sociali. Il governo, nella consapevolezza dello sforzo considerevole che stanno compiendo i lavoratori, ha il dovere morale e giuridico di garantire loro condizioni di massima sicurezza».«Abbiamo chiesto al governo», ha aggiunto in serata la Furlan, «che nel provvedimento che credo domani (oggi, ndr) dovrà varare, ci sia una copertura dei redditi di ogni lavoratore e lavoratrice, un grande sostegno alle imprese attraverso dei fondi specifici, emissione di liquidità anche in accordo e responsabilità del nostro sistema bancario, attraverso tutta una strumentazione anche fiscale per sorreggere le imprese e le famiglie in un momento così importante».