2024-05-18
Se l’Oms non otterrà i super poteri è
solo per soldi
Tedros Ghebreyesus (Getty images)
Calendarizzati altri quattro giorni di trattative per cercare l’intesa sul testo antidemocratico ma che traballa per questioni economiche. L’Agenzia potrebbe ricattare gli Stati boicottando l’atteso regolamento sanitario.Il 27 maggio si avvicina. È la data in cui è prevista l’assemblea generale dell’Oms numero 77. Quella in cui i vertici vogliono, nonostante il nient di mezzo mondo, presentare un Trattato pandemico globale.Come abbiamo scritto ieri, l’ultima settimana ha rappresentato una svolta decisiva nel percorso avviato da Tedros Ghebreyesus, il potente direttore generale fino a ora sostenuto dalla Cina. Usa, Europa, Uk, Svizzera e Canada hanno bocciato il testo e si sono rifiutati di sottoscrivere il meccanismo di elargizione dei vaccini all’Oms stessa sia nella quota che prevede un prezzo calmierato sia, a maggior ragione, nella quota gratuita. Il gruppo di lavoro incaricato a dicembre del 2021 di portare avanti il trattato e di correlarlo a un nuovo regolamento sanitario internazionale non sembra, però, intenzionato a desistere e ha fissato un ulteriore calendario di lavori. Nonostante l’Oms avesse già lo scorso anno definito la data del 10 maggio quale ultima scadenza per definire un testo condiviso tra i 194 Paesi coinvolti.Sfumata la scadenza, l’Oms ha riunito gli attori a Ginevra a partire da mercoledì e ha messo in calendario ulteriori quattro giorni di discussione. Con sessioni che vanno dalle 9 del mattino alle 21. Dopo domani sarà la volta del famigerato articolo 12 il quale afferma da un lato «il principio della sovranità degli Stati nell’affrontare questioni di salute pubblica». Ma allo stesso tempo chiederebbe agli aderenti al trattato di impegnarsi a riconoscere «il ruolo centrale dell’Oms, quale autorità di indirizzo e coordinamento del lavoro sanitario internazionale, nella prevenzione, preparazione e risposta alle pandemie», nonché nel «generare prove scientifiche». Poi via via si affronteranno altri blocchi del trattato fino ad arrivare al giorno 24 quando la delegazione proverà in tutti i modi a mettere assieme un testo condiviso.Al momento la bozza ha ben poche frasi sottolineate in verde, colore che indica l’ok da parte dell’Inb, sezione intergovernativa della negoziazione. Il giallo indica, invece, l’ok solo del gruppo di lavoro. Il bianco, dunque nessuna sottolineatura, sta per una fase ancor più retrocessa. Leggendo la bozza vediamo che alla data di ieri solo gli articoli 7, 14, 18, 19 e 20 sono condivisi in pieno. Si tratta rispettivamente delle sezioni che mirano a regolare le condizioni di lavoro degli operatori sanitari, la definizione del concetto di pandemia, i livelli di comunicazione da dare alla popolazione e i modelli di cooperazione tra Stati. L’articolo 12 è, invece, verde solo per uno spicchio e mezzo mondo resta dell’idea di non cedere la sovranità all’Oms. Negando di fatto la possibilità di stabilire le politiche di sanità pubblica da adottare, la tipologia dei vaccini da prescrivere e quali notizie diffondere o censurare.Duole ammettere che nonostante il modello creato da Tedros Ghebreyesus sia decisamente antidemocratico e in grado di minare gli equilibri sociali di molti Paesi (basti pensare che un ente terzo e non eletto da nessuno potrebbe imporre lockdown e prescrizioni eliminando persino la possibilità di sanzionare tale decisione in occasione del voto elettorale), in queste ore sta traballando esclusivamente per i soldi e la necessità di tutelare ricavi e utili. Il trattato - ricordiamo - prevederebbe un meccanismo di ripartizione dei vaccini. L’attuale bozza include una clausola che chiede ai produttori farmaceutici di riservare un 10% dei prodotti da donare all’Oms e un altro 10% che l’agenzia potrebbe acquistare a prezzi di costo per distribuirli a Paesi terzi. La Gran Bretagna ha già fatto sapere che la clausola imporrebbe di regalare ogni volta il 20% dei vaccini prodotti. In scia si è aggiunta l’America, dove diversi senatori dem e repubblicani hanno chiesto a Joe Biden di sfilarsi dal trattato. Cosa che, seppur nel silenzio, sembra essere avvenuta. Una valutazione di mera matrice economica non lascia però tranquilli coloro che seguono da due anni e mezzo i lavori dell’Oms. Non è da escludere che, negli ultimi quattro giorni di sessioni, i vertici dell’Organizzazione provino il ricatto finale. Nel caso in cui il testo del Trattato pandemico sfumi, allora verrebbe boicottata l’approvazione del regolamento sanitario internazionale che, invece, è molto atteso.La corsa finale va, dunque, monitorata con estrema attenzione. È vero che l’Oms difficilmente vorrà attribuirsi i super poteri senza assicurarsi fondi e vaccini in quantità congrue per mettere a terra le scelte. Ciò non esclude che i fondi possano arrivare da altro e, a quel punto, anche il veto dei Paesi occidentali potrebbe essere smussato. Incredibile, in ogni caso, che decisioni che riguardano miliardi di persone vengano prese di nascosto e senza alcuna trasparenza.
(Ansa)
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Carlo Nordio, Matteo Piantedosi, Alfredo Mantovano (Ansa)