2019-08-26
«Se il Pd tornerà a comandare insabbierà il caso Bibbiano»
Il ministro della Famiglia Alessandra Locatelli promette: «Sugli affidi non molleremo, i genitori meritano risposte». E annuncia un protocollo con i carabinieri per esaminare i casi sospetti.Alessandra Locatelli, in qualità di ministro della Disabilità e della Famiglia lei nelle ultime settimane ha seguito da vicino il caso Bibbiano. Che idea si è fatta a riguardo? Da quando l'inchiesta è esplosa continuano ad arrivare segnalazioni di nuovi casi…«Gli aggiornamenti dell'inchiesta parlando di fatti sempre più allarmanti. Ne emerge un vero e proprio sistema dove pare che l'elemento ideologico abbia giocato una parte rilevante». Esiste secondo lei un sistema che riguarda tutta la Regione Emilia Romagna e non solo il Comune in provincia di Reggio Emilia? «Secondo me c'è qualcosa che non funziona e non riguarda solo l'amministrazione, ma anche la politica, che ha il dovere di vigilare. Nel momento in cui emergono trascuratezza, superficialità e passaggi poco chiari. Per altro si nota che c'è una scarsa inclinazione a discutere di tutto questo. Quello che sta emergendo è che la popolazione vuole sapere qualcosa e chi è sul posto e se ne occupa direttamente tende a non parlarne. Invece se c'è un problema, soprattutto se è così grave, penso che siano soprattutto i responsabili - gli amministratori - a dover far chiarezza nel minor tempo possibile. La cosa allarmante e che desta preoccupazione, riguardo all'Emilia, è che ci sono elementi di continuità, a distanza di anni, con il caso Veleno, troviamo persino gli stessi soggetti». In Emilia Romagna non sembra che gli amministratori abbiano tutta questa attenzione, anzi…«No, appunto. È preoccupante proprio questo. Nonostante ogni giorno continuino a emergere fatti inquietanti e aspetti drammatici di questa vicenda che per altro si sta espandendo a macchia d'olio, non si percepisce la volontà da parte degli amministratori coinvolti e anche della Regione stessa di voler far luce». La Regione però ha istituito una commissione che avrebbe proprio lo scopo di fare chiarezza su quanto accaduto...«Riguardo a questa commissione è ridicolo il fatto di voler tenere fuori dall'ufficio di presidenza - che è quello principale, quello che ascolta e decide le audizioni da fare, quello traccia il percorso dell'indagine se così vogliamo chiamarla, anche se non avrà mai i poteri di una commissione parlamentare - una parte politica rilevante come quella di centrodestra e della Lega. Che ovviamente ha posizioni differenti e divergenti rispetto a quello che sta emergendo». Lei nei giorni scorsi ha chiesto un incontro a Stefano Bonaccini, il governatore dell'Emilia Romagna in quota Pd. La risposta che lui ha dato è un po' strana: ha detto di essere pronto al dialogo, Ma ha aggiunto una nota polemica: «Occorrerà solo capire chi abbia o avrà titolo ad occuparsi della cosa». «Sì. In realtà Bonaccini non ha risposto ancora alla mail che gli ho mandato. Non ha indicato una data per un incontro. Ricordo che io sto ancora lavorando, esattamente come tutti i miei colleghi, a partire da Matteo Salvini. Lavoreremo fino all'ultimo secondo di durata del governo e ovviamente continueremo a lavorare anche dopo. Inoltre io sono già stata in Emilia Romagna. Ho promesso alle persone che ho incontrato lì che sarei ritornata, e che non avrei per niente al mondo lasciato calare il sipario su questa vicenda». Insomma, lei in Emilia Romagna ci andrà a prescindere da quello che dice Bonaccini. A questo proposito vorrei aggiungere una cosa. Il presidente della Regione Emilia Romagna non sa con quale governo si deve confrontare? La sua mi sembra una grave mancanza di rispetto delle istituzioni. Il governo a cui fare riferimento, ora, è quello in carica. Sappiamo bene che l'Italia non può rimanere nemmeno un secondo senza un governo. Dunque è sempre chiaro quali siano le figure istituzionali di riferimento. Non è che può aspettare l'arrivo di una parte politica più vicina alle sue idee. Quindi come si risolve la questione?«Io resto in attesa della risposta di Bonaccini. In ogni caso ritornerò presto in Emilia Romagna, lo farò nelle vesti istituzionali ma anche e soprattutto come una persona che ha parlato con le mamme e i papà che hanno manifestato sofferenza raccontando la loro storia. Io voglio andare in fondo a questa vicenda. E poi io sono e resto parlamentare, facevo parte della Commissione affari sociali e sanità. Dunque, in qualunque veste mi trovi a essere, io tornerò in Emilia. A queste persone devo delle risposte, anche riguardanti ciò che stanno facendo le istituzioni locali per fare luce su una vicenda drammatica che interessa non solo gli emiliani, ma tutto il Paese. Io sarò sempre a disposizione delle persone che vorranno raccontare le proprie storie«. A proposito di storie riguardanti i minori. Il suo ministero, nei giorni scorsi, ha fatto sapere di avere ricevuto decine e decine di segnalazioni da parte di genitori, avvocati, associazioni eccetera. «Sì, le segnalazioni che abbiamo ricevuto hanno raggiunto numeri esagerati. Solo nell'arco di un mese ne sono arrivate 179, e mi hanno appena detto i miei collaborati che continuano ad arrivarne. Poi ci sono quelle che arrivano al Dipartimento famiglia, oltre a quelle che ci arrivano tramite i social network e altri canali». Che cosa risponderete a tutte queste persone che vi stanno contattando? «Abbiamo appena realizzato due protocolli. Uno con il ministero dell'Interno e uno direttamente con i carabinieri. Saranno attivati due tavoli per la valutazione diretta di tutti i casi che ci sono stati segnalati. Tutte le segnalazioni verranno gestite da personale competente, preparato e professionale. I casi esaminati verranno passati o alla Procura - se risulterà che ci sono aspetti poco chiari - oppure alle Prefetture competenti, come abbiamo già fatto per alcuni casi molto urgenti, in modo da dare risposte immediate. Quanto al tavolo con i Carabinieri, è già fissata la prima convocazione per il 12 di settembre. Saranno presente agenti dell'Arma specializzati in casi di gestione dei minori. Saranno ovviamente i carabinieri a stabilire come procedere per ogni caso, ma sembra confrontandosi con il Dipartimento famiglia».Diciamo le cose come stanno. Il timore di molti è che, se dovesse formarsi un nuovo governo con Partito democratico e Movimento 5 stelle, tutto il caso Bibbiano sia destinato a essere insabbiato o comunque trascurato dalla politica. Del resto stiamo parlando di due forze politiche che con questa vicenda hanno molto a che fare, seppure in modi diversi. «Sgombriamo subito il campo da un equivoco. Prima di tutto dobbiamo dire che forze dell'ordine, tribunali, procure e giudici lavorano indipendentemente dal governo che può cambiare o modificarsi. Poi ci sono i due protocolli di cui le ho parlato prima. Sono stati studiati in modo che possano continuare a essere attivi ed efficienti in qualsiasi condizione. Il Dipartimento famiglia e l'arma dei Carabinieri continueranno a fare il loro lavoro e a valutare le mail che arrivano con le varie segnalazioni indipendentemente da tutto quello che succederà a livello politico». Ottimo. Però qui c'è anche una questione politica sul tavolo. Solo la politica può fare chiarezza ed eventualmente riformare il sistema degli affidi e della gestione dei minori. «Certo, infatti è anche la mia preoccupazione che qualcuno si aspetti di insabbiare tutto ponendo l'accento su altre questioni politiche e smettendo di parlare dei casi di Bibbiano, seguendo la stessa linea che in questi giorni sta seguendo il presidente della Regione Emilia Romagna. Una linea che ovviamente non prevede di scoperchiare tutto quello che c'è sotto, bensì di tacerlo. Anche per questo mi stupirebbe molto da parte del movimento 5 stelle un accordo con quello che hanno definito “il partito di Bibbiano"». Restiamo appunto sulla questione Bibbiano. C'è una componente di tutta questa vicenda di cui si parla davvero poco. Mi riferisco all'aspetto ideologico Lgbt. Qui si parla di bambini tolti alle loro famiglie per essere affidati a coppie arcobaleno, per altro amiche di alcuni assistenti sociali. Lei che ne pensa? «Penso che ci siano state delle gravi mancanze a livello deontologico. Lo appureranno poi le Procure, ma il fatto di consegnare bambini ad amici, parenti, ex fidanzati eccetera è un fatto gravissimo. Poi dobbiamo tenere sempre presente che stiamo parlando di una Regione dove qualcosa a livello politico e culturale non va». In che senso? «Mi riferisco a un'impostazione culturale. Si preferisce dare più attenzione a tematiche arcobaleno invece di pensare al bene dei bambini. Stiamo parlando della Regione che ha preferito approvare la legge sull'omotransnegatività invece di controllare adeguatamente ciò che accade nel sistema degli affidi... Significa che c'è qualcosa di molto strano. Prima ci si dovrebbe occupare del bene per le famiglie e i bambini e poi eventualmente ci si occupa di tutto il resto». Pensa che ci sarà un altro ministro della Famiglia dopo di lei?«Io mi auguro e spero che andremo a elezioni il prima possibile, e che indipendentemente da me continui ad esserci un referente indispensabile per la disabilità e la famiglia. Questa è stata una delle cose migliori fatte da questo governo, e dava un segno a una parte della popolazione molto numerosa - parliamo di milioni di persone tra famiglie e singoli - che ha il diritto di essere rappresentata da qualcuno al governo».