2025-10-15
Allarme Coldiretti: no ai cibi sintetici a scuola
C’è preoccupazione per la presenza di alimenti ultraprocessati nelle mense. Il presidente Prandini: «Il comparto vale 707 miliardi, quanto 20 manovre». Federico Vecchioni (BF): «Una massa di risorse private ha identificato il mondo agricolo come opportunità».Dalla «sete» dei campi allo scetticismo degli italiani verso l’intelligenza artificiale, dalla difesa strenua della Pac all’affermazione della indispensabilità della sovranità alimentare, dal timore dei dazi al no duro e puro che le famiglie – all’84% - dicono ai cibi ultraprocessati nelle mense scolastiche e alle merendine a scuola. Con un allarme forte e chiaro: o resiste la dieta mediterranea, o avremo ragazzi obesi a rischio della vita. Questo è molto d’altro è il Forum di Coldiretti che da ieri (si prosegue anche oggi) a palazzo Rospigliosi a Roma fa dell’agricoltura il centro dell’economia, della politica, della salute dell’Italia. Sono arrivati i ministri centrali in questa fase: Guido Crosetto (Difesa) che ha parlato della sfida per la sicurezza ma anche dell’inammissibilità dell’alternativa o pane o cannoni: «Se c’è la sicurezza sta meglio anche chi lavora la terra». E Giancarlo Giorgetti (Economia) incentrato a sostenere che l’agricoltura è uno dei motori del Paese, che bisogna sostenere reddito di famiglie e imprese per far ripartire i consumi. Giulio Tremonti invece ha insistito su un’Europa che pare essersi svegliata rispetto a una sua vecchia proposta, gli eurobond per la difesa: «Sono trent’anni che li chiedo». E sono arrivati anche i politici in cerca di sponda come Matteo Renzi durissimo sulla Politica agricola comune e che chiede cautela per l’impatto agricolo di un ingresso dell’Ucraina nell’Ue. Segno evidente che la centralità agricola c’è e che la Coldiretti è stata capace di metterla in valore. Ettore Prandini nella sua relazione è stato chiarissimo: «Il comparto agricolo per l’Italia vale 707 miliardi tanto quanto venti finanziarie. Dai campi all’industria, dalla ristorazione alla Gdo, il cibo è diventato la prima ricchezza del Paese. Lo certificano i dati di Ambrosetti (collabora all’organizzazione del Forum), e un valore teorico legato alle esportazioni superiore ai 69 miliardi nel 2024. I primi sei mesi dal 2025 segnano un dato ulteriormente in crescita, e questo fa ben sperare rispetto a quello che è un lavoro che deve essere fatto all’interno del nostro Paese, con le nostre istituzioni, ma sempre di più ci deve caratterizzare in un confronto di carattere europeo e di carattere globale».Prandini rivendica i contratti di filiera (ieri è stato rinnovato quello del tabacco con la Philip Morris), chiede mitigazione dei dazi e stabilità nei mercati e dice no ai tagli della Pac. Il segretario generale di Coldiretti Vincenzo Gesmundo apre uno scenario per certi versi inquietante, ma sul quale bisogna misurarsi. Sostiene: «Saranno gli storici a dirci se stiamo vivendo un cambiamento epocale. Ci sono le guerre, ma non solo quelle, mi chiedo come l’intelligenza artificiale invaderà le nostre vite, se è la tecnologia al servizio dell’uomo o non sia il contrario. Curioso che queste domande se le facciano i contadini, ma c’è una debolezza della politica che inquieta e che si traduce nello smarrimento verso il futuro». Il dato economico è quello più importante. Lo sottolinea Federico Vecchioni, presidente di BF, il maggior gruppo agro-industriale italiano che è un cardine dell’agricoltura a livello mondiale. «La Pac sta avendo un percorso storico che prevede da parte della politica ridimensionamento, ma c’è una massa di risorse private che ha identificato il mondo agricolo come opportunità», ha sottolineato Vecchioni, «il binomio agricoltura-finanza non solo è possibile, ma rappresenta una concreta opportunità di crescita. Piccole e medie imprese agricole stanno evolvendo verso forme societarie più strutturate, capaci di attrarre capitale di rischio e sostenere piani di sviluppo. Strumenti già operativi, come SIM, SC e Simes, insieme a fondi dedicati come “Terre Agricole Italiane”, consentono di integrare capitale e filiera produttiva, garantendo rendimento agli investitori e consolidando l’infrastruttura agricola nazionale». Tra intelligenza artificiale, finanza, e orgoglio delle produzioni nazionali, la Coldiretti disegna l’agricoltura 5.0. Oggi si va avanti con un occhio alla qualità di cosa mangiamo.
Francesca Albanese (Ansa)
Andrea Sempio. Nel riquadro, l'avvocato Massimo Lovati (Ansa)
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