2024-04-04
Per i suoi ufficiali Zelensky è nudo: «Il fronte adesso rischia di crollare»
I collaboratori dell’ex comandante Zaluzhny rivelano a «Politico»: «I nemici possono penetrare, non ci sono tecnologie in grado di bloccare le loro truppe». Il presidente però insiste: «Faremo saltare il ponte in Crimea».Il quadro militare in Ucraina è cupo. Sono gli ufficiali che hanno prestato servizio nell’esercito di Kiev sotto la guida dell’ex comandante Valery Zaluzhny a dirlo a Politico.A loro avviso c’è un grande rischio che le linee del fronte crollino in qualsiasi punto i generali russi decidano di attaccare, nell’offensiva che Mosca starebbe preparando per l’estate. «La Russia sarà probabilmente in grado di penetrare la linea del fronte e di distruggerla in alcune parti», hanno spiegato chiedendo di restare anonimi. Questo avverrà anche grazie alle bombe aeree guidate, insistono, che ormai da settimane distruggono le posizioni ucraine. «Non c’è nulla che possa aiutare l’Ucraina ora perché non esistono tecnologie in grado di far fronte alla grande massa di truppe che la Russia probabilmente scaglierà contro di noi. Non disponiamo di queste tecnologie e anche l’Occidente non le possiede in numero sufficiente», hanno detto a Politico le fonti militari di alto rango.Il risentimento è forte ed è soprattutto severo nei confronti dell’Occidente, ritenuto responsabile di non essere stato in grado di rifornire l’Ucraina con la prontezza e la velocità necessarie per fare la differenza sul campo.Nel colloquio con Politico, i militari hanno spiegato che «Zaluzhny la chiamava «la guerra dell’unica possibilità». Con questo intendeva dire che i sistemi d’arma diventano velocemente superflui perché contrastati dalla risposta russa. Ad esempio - hanno aggiunto - abbiamo utilizzato con successo i missili da crociera Storm Shadow e Scalp (forniti da Gran Bretagna e Francia), ma solo per un breve periodo. I russi studiano sempre. Non ci danno una seconda possibilità». In sostanza secondo le fonti, le armi arrivano in ritardo, quando ormai non sono più in grado di fare la differenza. I militari si riferiscono soprattutto agli F-16, una dozzina dovrebbero diventare operativi quest’estate, dopo un anno che se ne parla, ma «ogni arma ha il suo momento giusto. Gli F-16 erano necessari nel 2023; non saranno adatti per il 2024». L’Ucraina però non ha solo bisogno di sistemi aerei, ma anche di forniture semplici come i proiettili. Soprattutto ha bisogno di uomini come reso evidente anche dal nuovo provvedimento che abbassa l’età del reclutamento al fronte dai 27 ai 25 anni, firmato due giorni fa dal presidente Volodymyr Zelensky. Necessità confermata a Politico sempre dalle stesse fonti. «Abbiamo bisogno di obici e proiettili, centinaia di migliaia di proiettili e razzi. Abbiamo sempre detto ai partner occidentali che abbiamo l’esperienza di combattimento, che abbiamo la comprensione del campo di battaglia di questa guerra. Loro hanno le risorse e devono darci ciò di cui abbiamo bisogno». Proprio ieri è arrivato l’ennesimo appello disperato del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che si trova a Bruxelles per partecipare alla ministeriale Nato. «L’Ucraina è attualmente l’unico Paese al mondo che si difende dagli attacchi di missili balistici quasi ogni giorno. Ciò significa che tutte le batterie Patriot disponibili nel mondo che possono essere fornite all’Ucraina devono essere consegnate al più presto. Non c’è posto più importante per loro». Appello a cui ha risposto l'alto rappresentante Ue per la Politica estera, Josep Borrell , che ha promesso che l’Unione europea farà di più prima di invitare Kuleba a partecipare al prossimo Consiglio affari esteri del 22 aprile a Lussemburgo, insieme al ministro della Difesa ucraino, Rustem Umerov, per discutere le esigenze dell’Ucraina e coordinare meglio il sostegno dell’Ue e degli Stati membri.In questi giorni il pressing si fa più forte anche perché si dovrebbe votare a stretto giro il pacchetto di aiuti Usa da 60 miliardi fermo al Congresso ormai da mesi. Il rischio reale però è che la consegna delle armi arrivi troppo tardi. Quando ormai non è più in grado di fare la differenza, così come spiegato dagli ufficiali vicini a Zaluzhny. E mentre Zelensky ricorda che la Russia si prepara a mobilitare 300.000 soldati, anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg avverte: «Ogni ritardo nel fornire sostegno a Kiev ha conseguenze sul campo di battaglia». Spiegando che si è discusso del fondo da 100 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per Kiev, ma che «non è stata presa alcuna decisione finale sulla struttura del sostegno all’Ucraina». In questo quadro definito «cupo» Zelensky resta tenace. Tanto che una fonte di intelligence avrebbe riferito al Guardian che esiste un piano, che sarebbe stato approvato dalla presidenza ucraina, per far saltare il ponte di Crimea entro giugno. Per Kiev, il ponte è un simbolo odiato dell’annessione del Cremlino. La sua distruzione rafforzerebbe la campagna dell’Ucraina per liberare la Crimea e solleverebbe il morale dentro e fuori dal campo di battaglia, dove le forze di Kiev si trovano in forte difficoltà.Si tratterebbe del terzo tentativo dopo gli attacchi dello scorso lugli,o quando un raid notturno dei droni marittimi di Kiev ha danneggiato il manto stradale, e dell’ottobre 2022 quando un’esplosione, dovuta secondo la Russia a una bomba introdotta di nascosto su un camion, ha causato la caduta in acqua di diversi tratti di carreggiata.
Daniel Ortega (Getty Images)
Il governo guidato dalla coppia sandinista Ortega-Murillo ha firmato accordi commerciali con la Repubblica di Donetsk, rafforzando il legame con Mosca e Pechino. Una scelta politica che rilancia il ruolo di Ortega nella geopolitica del Sud globale, tra repressione interna e nuove alleanze.
Abiy Ahmed e Giorgia Meloni (Ansa)